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Alla mediateca

La Piazza Comune: “Vorremmo essere il mediatore culturale del centrosinistra”

Partiti, movimenti, delegati sindacali, associazioni si ritrovano su invito del sodalizio civico che punta alle elezioni amministrative 2022. I temi, i contenti, i nodi, i possibili scenari.

Il disvelamento di un progetto associazionistico e politico passato fra le forche caudine della pandemia, cerca il comune denominatore per trovare una base da cui partire. La Piazza Comune chiama a raccolta le mille anime del centrosinistra spezzino presente con tutti i possibili interessati, da Rifondazione Comunista passando per Pd, Italia Viva, Guido Melley, Avantinsieme, La Citta intelligente e gli altri movimenti civici. Non si scorge invece nessuno del Movimento Cinque Stelle, almeno in platea. E’ la giovane presidente Marta Michelis, affiancata dal past president Filippo Lubrano che ha dato i ritmi e i “paragrafi” alla conferenza, a sintetizzare il senso di questi tre anni di lavoro: “Viviamo in questa città e vogliamo continuare a viverci con un progetto visionario ma concreto per iniziare a pensare alla città del futuro. Partendo dalla selezione di una classe dirigente nuova attraverso le idee composite: persone che con la loro sensibilità capiscano le nostre proposte. Ci hanno un po’ stancato i soliti meccanismi e la logica delle poltrone”. Alla Mediateca, sette pilastri da cui partire, innanzitutto prima di aprire all’ampio dibattito successivo.

Generico ottobre 2021

Antirazzisti, antifascisti, europeisti e progressisti. La giovane presidente del sodalizio usa quattro aggettivi di partenza, quattro concetti dei quali non avere paura: “Non siamo un partito, siamo uno spazio aperto a chi vuole costruire qualcosa. Critichiamo una certa idea di politica nelle modalità soprattutto: quella che battaglia su Facebook con i like, come una tifoseria. Noi vogliamo concepire un terreno largo con i valori che abbiamo scritto nel manifesto”. Per sommi capi, Michelis enuclea i punti che danno il la alla discussione. Partendo con la necessità di convocare una conferenza strategica con la Difesa per valutare il futuro di luoghi da generare: “Servono spazi per ritrovarsi e confrontarsi. Facciamo fatica a trovare posti in città per questo. Usiamo l’Arsenale per questo e poi rendiamo accessibile questo fronte mare, creiamo una pista ciclabile che colleghi il capoluogo a Porto Venere”.

Generico ottobre 2021

Ambiente e diritto alla salute, altri due punti toccati: “Utilizzare nel modo migliore i fondi del Recovery Fund che arriveranno anche qui. E poi non posso non parlare dell’area Enel, dialoghiamo con chi in questi anni si è impegnato con delle proposte”. I giovani, almeno negli intendimenti, non mancano: “Dialogare fra generazioni. Creiamo stimoli, luoghi d’espressione e momenti di contaminazione. Ci sono tante aree da valorizzare, per nuove opportunità di lavoro”. Il malfunzionamento della sanità pubblica è testimoniato da questi anni di Covid: “Dialoghiamo col personale medico e paramedico e impegniamoci per diminuire l’uso delle auto, progettare di più e meglio la mobilità elettrica, le piste ciclabili nell’ambito di un piano integrato di mobilità. E ancora varare progetti di buona tecnologia: “I servizi al cittadino dovrebbero essere trasparenti. Se apro il sito del Comune mi viene una sincope. Colmiamo il digital divide”. No ai quartieri ghetto, tema culturalmente di sinistra: “Dobbiamo occuparci di tutti perché solo così avremo una città vivibile”.

Generico ottobre 2021

Lo scopo dell’incontro è aprirsi per unirsi. Va da sè che l’esposizione dura non più di venti minuti per dare modo a tutti gli invitati di dire loro. Dalle poltroncine al palco sfilano via via i vari portatori d’interesse. Stefano Sarti, delegato provinciale di Legambiente, ribadisce il no al turbogas ad Enel, Lara Ghiglione, numero 1 della Cgil spezzina, chiede unione nella condivisione delle battaglie (parlando del dl Zan “oggi è una giornata triste per quello che è accaduto in Senato nel metodo e nel merito”) e di alzare la testa come città per essere ricevuti dal Ministro della Difesa per l’Arsenale (“ci abbiamo provato durante SeaFuture ma non ha voluto incontrarci”). Su Enel l’attacco di Ghiglione va alle istituzioni locali che preferiscono avere questo comportamento per “mero consenso elettorale”, sul porto conta su Sommariva a “favore di una visione nuova di città”. Tocca poi a Enrico Sassi, recentemente tornato alla politica attiva come segretario dell’Unione comunale del Pd: “La tendenza è quella di guardare in avanti anziché all’indietro e questa è la corretta visione alternativa a chi sta governando stancamente questo territorio. Credo ci sia un divario molto importante fra le sollecitazioni proposte e la storia di questi ultimi anni contraddistinti dalla politica politicante e quindi la tensione verso il futuro credo ci aiuti a distinguere ciò che è stato da ciò che deve essere. Quello che deve essere è un programma condiviso e partecipato, una coalizione civica, progressista, riformista che presenti un candidato o candidata che sia sintesi del programma e della coalizione. Stiamo lavorando per questo, il vostro può essere un punto di partenza utile per iniziare insieme. Propongo due cose: una maggiore estensione della partecipazione attiva e mettere un punto sui quartieri, sulle periferie, promuovendo luoghi identitari e spazi di incontro”. Per i Murati Vivi c’è William Domenichini che ricorda la realtà di una “città di mare senza mare”, poi Melley che  fra i punti ricorda anche l’Università, pensata 25 anni fa al di là di chi “oggi mette il cappello e taglia i nastri”. Poi Massimo Lombardi che parla di “desertificazione sociale nei quartieri, la lotta tra gli ultimi e i penultimi”, Antonella Franciosi, coordinatrice di Italia Viva, che chiede di “non presentarsi divisi come cinque anni fa”, Franco Vaira che chiede una forte autocritica sulla posizione di una parte del centrosinistra su Enel, Lorenzo Forcieri che definisce le scelte sul futuro di Vallegrande “un paradigma” e torna sulla necessità che Spezia sia capoluogo di un’area vasta più grande della stessa provincia. “Le primarie sono lo strumento più giusto e credo sia venuto il momento di smetterla di rimanere legati all’esperienza negativa che ci fu al tempo di Cofferati e Paita”. Proprio su questo punto si giocherà tutto il prossimo periodo: il Pd e le forze progressiste, probabilmente con i Cinque Stelle, si presenteranno unite ma che ne sarà dell’altra mini-coalizione composta da Iv, Psi, Avantinsiemee e Più Europa che nel frattempo hanno chiesto le primarie allargate a tutto il centrosinistra? Saranno una architrave dell’altra o viaggeranno divise? Ci sarà tempo, non tantissimo ma almeno altri 3-4 mesi poi in un modo o nell’altro finirà. Le conclusioni con un messaggio sibillino, spettano al cofondatore Milo Campagni che chiarisce: “Vorremmo essere il mediatore culturale attraverso il quale giungere ad una sintesi da fare sui contenuti. La politica dei like secondo noi non è lo strumento per risolvere i problemi. Questa città ha smesso di avere un piano strategico. Sarà anche il percorso più complicato perché non parliamo da grandi partiti ma è quello che dobbiamo fare. Voglio dire che noi in questa cosa ci poniamo da gregari e come tutti i gregari siamo pronti a lasciare lo sprint al traguardo ai capitani a patto di non dover pedalare e  guardarsi indietro, vedendoli discutere troppo a lungo perché a quel punto potremmo decidere di proseguire noi quella volata”.

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