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Aperture tra fine ottobre e primi di novembre

Riaprono i centri anziani, alla ex palazzina Tarros risorgerà il San Bartolomeo

Il dettaglio sui nove centri presenti nel territorio comunale della Spezia. L'assessore Giorgi e la dirigente Branchini: "Garantito il più possibile i servizi anche alle prese con il Covid. I centri sono gestiti dalle associazioni degli anziani che quando non riescono più a farlo facciamo le manifestazioni di interesse. Il modello Fossitermi ha funzionato bene". Qualche problema sul centro di Piazza Brina: condivide il riscaldamento con l'ex caserma della Locale, il Comune al lavoro per risolvere la situazione.

Centro anziani San Bartolomeo

I centri per gli anziani nel territorio comunale della Spezia riapriranno tra la fine di ottobre e i primi di novembre. La conferma è arrivata nella commissione consiliare che si è tenuta ieri pomeriggio. A richiederla è stata la commissaria consigliera Federica Pecunia.

E’ seguita la relazione dell’assessore ai Servizi sociali Giulia Giorgi. “Ci preme sottolineare che l’intenzione del Comune è quella di tornare il prima possibile alla normalità – ha spiegato – e che anche nel periodo della pandemia il nostro impegno è stato costante. Nel periodo della pandemia gli anziani soli hanno risentito fortemente di questa situazione, per questo abbiamo cercato di offrire dei servizi. Abbiamo messo in campo delle alternative per dare vicinanza e supporto, cercando di creare un’anagrafe per questa categoria perché prima non c’era. Nel periodo Covid ci siamo concentrati sulla vicinanza, anche telefonica. E’ un rapporto che abbiamo deciso di proseguire, con il supporto del Servizio civile. Sono stati rintracciati 1.300 anziani nella nostra città e una parte di questi, 300, hanno deciso di entrare nel sistema per essere sempre contattati: si sono sentiti accolti dall’amministrazione. E’ stata una base per poi farla entrare in un’idea di vicinanza diversa nei confronti dei cittadini più fragili. E’ un lavoro che prosegue sia con il Servizio civile che con le associazioni di volontariato”.

“Per i centri estivi con l’allentamento delle normative Covid – ha proseguito – abbiamo messo in piedi una serie di attività, legate all’emergenza caldo, dalla frequentazione dei parchi cittadini realizzate anche nel golfo ad iniziative territoriali e hanno portato a coinvolgere 150 anziani ultra sessantacinquenni. Anche con le normative non chiare abbiamo cercato di garantire attività di gruppo”.

Per questa stagione possiamo dire che la riapertura dei centri accadrà a brevissimo – ha aggiunto-. Pensiamo che tra la fine di ottobre e novembre la maggior parte dovrebbe riaprire con le modalità pre Covid: abbiamo costituito una serie di associazioni dove sono coinvolti gli anziani, tranne che per Fossitermni che è gestito da Anteas perché gli anziani non vollero crearne una. Non è facile  ma con il cambio della legge del Terzo settore se ne sono dovute costituire. Per le strutture il Comune si fa carico delle sanificazioni e abbiamo condotto sopralluoghi per vedere lo stato effettivo delle strutture. L’unico centro che ha problematiche è quello di Piazza Brin perché con la chiusura della caserma di Via Lamarmora, il cui impianto di riscaldamento era collegato, assieme ai Lavori pubblici stiamo cercando di capire come  risolvere la situazione“.

All’intervento di Giorgi è seguito quello della dirigente dei Servizi sociali Stefania Branchini: I centri presenti sul territorio sono nove, ma alcuni, come quello di Pitelli che esiste ma utilizza locali che non sono nostri ma della Società pitellese. In quella circostanza siamo bloccati perché ci sono problemi di regolarizzazione della struttura che non si è mai convenzionata con il Comune. Il San Bartolomeo è chiuso e si pensava di aprirlo in un’altra struttura nella ex palazzina della Tarros. Sarà un nuovo centro e più strategico che serve Canaletto e Fossamastra. A Fossitermi non se la sentivano più di gestirlo e abbiamo coinvolto Anteas che lo sta gestendo. Gli altri anno con noi una convenzione aiutando da un punto di vista tecnico la gestione. Melara invece non ha ancora definito la convenzione. I centri ci hanno comunicato che vorrebbero riaprire dalla fine del mese e i primi di novembre. Abbiamo effettuato la pulizia, dato un contributo economico per un dpi. Con i Lavori pubblici dobbiamo definire in quegli spazi la capienza massima delle persone per garantire la sicurezza sanitaria per dare a tutti le indicazioni precise. Per quanto riguarda i riscaldamenti abbiamo di verificare le calderine, i centri che hanno le pompe di calore hanno avuto un’ulteriore sanificazione”.

I centri sono gestiti da persone molto anziane e con la normativa del Terzo settore, quindi non si sentono più di esistere come associazione – ha aggiunto- li stiamo aiutando a cercare una situazione alternativa. Stiamo pensando di coinvolgere Adas, Anteas e Auser per poter coinvolgere comunque gli anziani ma senza che abbiano sulle spalle l’impegno amministrativo e burocratico”.

E’ intervenuta la commissaria Saccone ha chiesto chiarimenti sui 9 centri elencati, sulla gestione, sulle spese e sul perché alcuni non siano convenzionati. Ha risposto la dirigente Branchini: “Il processo di convenzionamento non è stato semplice: loro dovevano creare un’associazione propria cambiando lo statuto con il supporto di Vivere insieme. E’ stato un lavoro lungo. A Melara non hanno chiuso il centro, stanno però definendo lo stauto, a loro non è stato dato il contributo economico. Quello di Pitelli è ospite della Pitellese e le norme dalla nascita sono cambiate tutte: finché non risolvono non possiamo intervenire. San Bartolomeo è chiuso ed erano rimasti molto pochi. Queste condizioni sono determinate anche dal fatto che il pensionamento arriva sempre più tardi. Il percorso è comunque seguito”.

E’ intervenuta anche la commissaria Pecunia chiedendo un dettaglio sulle tempistiche, sulla palazzina Tarros e se si deve ancora fare lo screening sulla capienza dei centri citando Melara. Ha risposto Branchini: “Le riaperture sono concordate con gli anziani, quando se la sarebbero sentita e ora hanno cominciato a contattarci. Per l’analisi della capienza siamo partiti la settimana scorsa e lo dobbiamo fare con la Sicurezza. Il San Bartolomeo non riaprirà perché ci sono problemi strutturali e non siamo stati ricontattati”.

Nelle illustrazioni si è aggiunta Giorgi: “Sul San Bartolomeo sono stati fatti diversi sopralluoghi, è poco servito e non stiamo parlando di un’area che persone molto anziane possono raggiungere agevolmente. Per la palazzina della Tarros siamo molto vicino alla soluzione. Su Melara, assieme all’assessore Piaggi abbiamo cercato di essere vicini agli anziani per poter ampliare il fondo dopo il trasferimento. Nel 2022 possiamo anche ragionare con Arte e farlo. E’ un programma fattibile che diamo agli anziani, tutto si è fermato per il Covid non per volontà e la pratica verrà ripresa in mano. E’ un bello spazio che può essere sfruttato”.

Saccone ha chiesto informazioni per poter contattare i centri e offrirsi come volontari. Il consigliere Ceragioli ha sottolineato sull’importanza dei centri anziani e ha rimandato la massima sicurezza nella convivenza con il Covid. Ha chiesto anche se fosse possibile fare più campagna promozionale per un maggiore coinvolgimento, più formazione per la gestione e ha lanciato la proposta di coinvolgere i medici di Medicina generale. Ha risposto Giorgi: “La volontà degli anziani sui centri è quella di non vedere soggetti terzi nella gestione e quindi continuare ad autogestirsi. Inserire associazioni differenti avviene quando gli anziani non si sentono più di poterla gestire. Ad oggi, il Covid e l’età dei soci hanno contribuito all’entrata di altre realtà: il modello Fossitermi funziona molto bene. Se altre associazioni di anziani volessero intraprendere questa strada, saranno loro a comunicarlo. Ricordo che le associazioni che subentrano non ricevono compensi economici. Le associazioni si chiamano con i nomi dei centri anziani perché sono gli anziani stessi a occuparsene. Non ci sono situazioni o persone terze, nelle altre realtà”. Branchini ha aggiunto: “Sono d’accordo su una maggiore informazione dovremmo fare più marketing territoriale. Il sociale è ancora debole, comunque ci proveremo”.

 

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