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"cure monoclonali e vaccini abbattono i ricoveri"

Vaccinati ricoverati, Artioli: “Si tratta di persone con gravi fragilità, risposta immunitaria non è stata soddisfacente”

Quattro dei sette ricoverati, due dei quali in Terapia intensiva, non sono vaccinati. La dirigente di Malattie infettive: "La campagna vaccinale e la terapia con gli anticorpi monoclonali portano all'abbattimento dei ricoveri e permettono di avere per il momento una situazione stabile".

Ospedale Sant'Andrea

Le ospedalizzazioni Covid alla Spezia rimangono stabili con sette persone ricoverate totali e di tutto il gruppo una è in via di dimissione. I numeri in provincia sono stabili da giorni e sotto controllo, anche se è da sottolineare che quattro ricoverati, due dei quali sono in Terapia intensiva, non sono vaccinati.  Gli altri hanno ricevuto due dosi di vaccino. A spiegare il perché di questa situazione è la  dottoressa Stefania Artioli  dirigente di Malattie infettive al Sant’Andrea della Spezia.

Su 7 dei ricoverati totali, i 2 in Terapia intensiva non sono vaccinati – spiega -. Si tratta di due uomini, uno giovane e uno anziano. Sono ricoverate anche due persone vaccinate che però hanno delle fragilità tali per le quali purtroppo non hanno avuto una risposta immunitaria soddisfacente alla vaccinazione. Questo ha comportato la reinfezione e la polmonite. Uno dei ricoverati è in dimissione. Va anche ricordato che ci sono persone che non rispondono alle vaccinazioni, un esempio è per l’epatite B, ed è così è per tutte anti Covid compreso”.

“In questo momento le tre persone vaccinate e ricoverate al Sant’Andrea nel reparto di Malattie infettive – aggiunge la dottoressa Artioli – hanno fragilità tali per cui sono tornate a contatto con una reinfezione che non gli ha consentito di rispondere alla vaccinazione. Non è da escludere che un domani anche alla Spezia si presentasse la condizione di una persona vaccinata, senza fragilità, e che vada incontro alla malattia perché non c’è stata la risposta al vaccino stesso. Apparterrebbe ad una minima quota”.

L’attuale situazione dello Spezzino è ben lontana da quanto è accaduto nel 2020 e in buona parte del 2021. Il gioco forza è stato dettato sia dalla massiccia campagna vaccinale che dall’utilizzo degli anticorpi monoclonali.

Abbiamo fatto 150 terapie con gli anticorpi monoclonali – aggiunge Artioli -. Oggi abbiamo fatto la 150esima. E’ uno dei numeri più elevati a livello regionale. Grazie alla rete che abbiamo creato anche con i medici di Medicina generale e con il Gsat siamo arrivati a questo altissimo dato di somministrazione per la terapia”.

“La campagna vaccinale e la terapia con gli anticorpi monoclonali – prosegue – portano all’abbattimento dei ricoveri e permettono di avere per il momento una situazione stabile. L’elemento varianti è un sorvegliato speciale ci sono state le varianti Delta, Gamma e c’è grande attenzione sulla V. Le varianti si generano perché questo virus ha dei cicli di replicazione rapidissimi, crea degli errori nel proprio genoma e così possono ingenerarsi delle mutazioni antigeniche con maggiore contagiosità e patogenicità. Se le vaccinazioni rimangono alte ci sono meno possibilità di diffusione di nuove varianti e replicazione virale”.

Sulla gestione della malattia la dottoressa Artioli ha partecipato anche a confronti internazionali: “L’Italia viene portata come esempio ed è una grande soddisfazione”.

 

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