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Iniziato l'incidente probatorio

Il ponte crollato potrà essere rimosso dopo febbraio 2022

Il lavoro dei periti della Procura sul manufatto finirà solo tra quattro mesi, ma l'Autorità di sistema portuale anticipa i tempi e inserisce già la ricostruzione nel piano delle opere. Sommariva: "Capire le cause dell'incidente essenziale ai fini della nuova progettazione". Di Sarcina: "Non sarà più alto del precedente, ma avrà un'apertura diversa che permetta il passaggio agevole delle barche a vela".

Il ponte di Pagliari dopo il cedimento

E’ iniziato oggi l’incidente probatorio sul crollo del ponte della Darsena Pagliari. A cinque mesi da quel giorno di maggio in cui il manufatto uscì dai propri cardini, i periti di parte e quelli della Procura sono al lavoro per stabilire cause e dinamica dell’incidente che ha reciso Viale San Bartolomeo e interrotto la via del mare a decine di unità e imprese nautiche del levante cittadino.

Fino a quando i ctu non avranno terminato i propri rilievi sul campo, non si potrà rimuovere il vecchio ponte ormai inservibile. Finché le loro osservazioni non avranno fornito un’ipotesi sulle cause del guasto, verificato eventuali dei difetti progettuali o mancanze nella manutenzione, non si potrà partire con la progettazione di un nuovo manufatto. E questo non accadrà che tra qualche mese.

“Temo che si tratterà di un lavoro molto lungo. L’auspicio è che si trovi una compatibilità tecnica tra il lavoro dei periti e del pubblico ministero con una possibile rimozione in tempi brevi del manufatto. Chiaramente queste tempistiche non sono nelle nostre disponibilità”. Lo ha detto questo pomeriggio Mario Sommariva, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale, audito durante una seduta comune della II e III commissione consigliare. Via del Molo ha come priorità la piena operabilità dello specchio acqueo e del canale che lo unisce al resto del porto. Con particolare riguardo alle imbarcazioni più grandi, come il rimorchiatore rimasto imprigionato nel maggio scorso e ancora in attesa di poter riprendere il mare.

Palazzo di giustizia Tribunale

 

“I ctu dovrebbero chiudere il proprio lavoro il 14 di febbraio del 2022 – ha spiegato Sommariva -. Entro quel termine non si potrà dare via alla rimozione del ponte. L’autonomia della magistratura deve essere pienamente rispettata. L’operazione non comporterà particolari complessità o tempi lunghi”. Farlo o non farlo? Questa è la domanda che veniva posta nella stessa sede istituzionale solo tre mesi fa. L’Autorità di sistema portuale aveva fatto capire di attendere un cenno dall’amministrazione comunale. “Da parte nostra la costruzione del ponte è inserita nel prossimo piano triennale delle opere, in approvazione il 28 ottobre – annuncia Sommariva -. Tuttavia non è una decisione scolpita nella pietra. Questo indirizzo programmatico può sempre essere mutato in corso d’opera”. C’è dunque apertura nei confronti delle istanze che arrivassero dalle imprese che su quell’area insistono.

Non solo sul se farlo, ma anche sul come. Tutto da decidere, ma in ogni caso non sarà un ponte “copia e incolla” del precedente. “Il procedimento in corso definirà la dinamica di quanto accaduto e questa sarà essenziale ai fini della nuova progettazione, che avrà in sé la correzione degli eventuali difetti che verranno riscontrati. Uno dei criteri che certamente perseguiremo sarà quello di consentire alle imbarcazioni di maggiori dimensioni di entrare ed uscire dalla Darsena Pagliari, eliminando le limitazioni che vi erano in precedenza”.

Se ponte sarà, sarà ancora mobile. “Il piano di calpestìo stradale non potrà essere più alto di quanto sia oggi – sottolinea il direttore del porto, Francesco Di Sarcina -. Si può cambiare il sistema di apertura però, e in questo caso ci sono tante soluzioni a cui attingere e tanti esempi nel mondo da cui trarre ispirazione. Il ponte precedente non si sollevava completamente, non per difetto ma per progetto, e questo costringeva le barche a vela a passare a lato del canale. Questo è l’aspetto che vogliamo eliminare”.

Darsena di Pagliari

 

Tocca ai commissari. “Il ponte Thaon di Revel ha lo stesso sistema di apertura?”, chiede Patrizia Saccone. “Sono simili ma non uguali: uno è stradale e uno pedonale – spiega Di Sarcina -. I sistemi di sollevamento sono diverso e i carichi che devono sopportare sono diversi. Gli stessi scopi a cui assolvono sono diversi. Il Thaon è gestito al cento per cento dall’Adsp e vi sono contratti diversi in merito ai controlli”. Amplia il discorso Sommariva, arrivato alla Spezia solo lo scorso gennaio dopo tanti anni a Trieste: “C’è un’attenzione generale sul tema ponti, da parte delle amministrazioni, per cui anche prima del mio arrivo alla Spezia si era acceso un riflettore forte su questo tipo di infrastrutture”.

“Credo che il ponte vada fatto – Marco Raffaelli senza mezzi termini -. Ci sono attività, non solo all’interno della darsena, che attorno al ponte hanno creato un’economia. Parlo di bar, ristoranti, un alimentari. Sono aspetti da considerare. Tanto più che i tempi della giustizia creano una certa preoccupazione su l’effettiva sblocco della situazione”.

“Noto un atteggiamento un po’ attendista su questa vicenda – punge Emanuele Corbani -. Un’autorità come quella portuale credo potrebbe interfacciarsi con il potere giudiziario in maniera diversa. Ovvero chiedendo una particolare celerità, visto gli interessi strategici che vengono messi in gioco. E ancora, è strano che sia il porto a chiedere all’amministrazione comunale cosa vorrebbe per la ricostruzione del porto. Qui si tratta di ripristinare un’infrastruttura che si è rotta. Se il ponte c’era, il ponte ci deve essere per l’amministrazione. Non penso ci sia da parlarne molto. L’Autorità portuale può mettere in campo un maggiore decisionismo. Ma c’è una volontà politica da parte dell’ente?”.

Anche Massimo Caratozzolo, che ha chiesto la commissione e aveva assicurato in apertura un “approccio laico” alla questione, spinge sul punto: “Ma l’amministrazione ha deciso? Si è espressa? Ha intenzione di esprimersi? E secondo l’Autorità di sistema portuale entro quando dovrebbe farlo? Solleciterei una risposta da parte dell’assessore Piaggi. Sarebbe importante saperlo già stasera”.

Va controcorrente Fabio Cenerini rispetto ai due colleghi. “Personalmente non la ritengo un’opera di grande utilità ai fini della viabilità pubblica. Si tratta di allungare il percorso forse di un minuto. La posizione dell’Autorità portuale mi sembra di grande ascolto ed apertura. E’ già messa nel piano delle opere eppure c’è la disponibilità a rimettere in discussione l’ipotesi. Magari ragionando sui modi in cui quella spesa potrebbe essere utilizzata per opere più urgenti”.

“Voglio essere chiaro. La decisione di rigare il ponte è già stata assunta. Non appena saremo in grado di dare luogo ad una progettazione che faccia i conti con l’angolazione di apertura e la modalità di apertura del nuovo ponte, lo faremo. Vogliamo che il ponte dia risposte alle obiezioni di quegli operatori che oggi ci dicono “non lo ricostruite che è meglio” – risponde il presidente Sommariva -. Noi abbiamo già preso la responsabilità di decidere. Se domani mattina, per un qualsiasi motivo, la giunta comunale o il consiglio comunale ci chiedessero di non farlo, noi saremmo disposti a rivedere la nostra decisione. Per quanto riguarda il lavoro della magistratura, la posizione dell’Autorità portuale va maneggiata con molta cura. Abbiamo già avuto interlocuzioni con la Procura, senza pubbliche fanfare”.

Infine tocca all’assessore Luca Piaggi: “Il sindaco ha già detto più volte che le nostre intenzioni sono di vedere ricostruito il ponte – sottolinea l’assessore -. E’ stata fatta una riunione con i principali portatori d’interesse della nautica nella zona per identificare le problematiche insite nel sistema di apertura del ponte precedente. Abbiamo trasferito queste informazioni ad Autorità portuale, che le ha recepite. Dal punto di vista della viabilità e del futuro dell’area, compresa la zona della Casermette, è strategico che il ponte venga rifatto”.

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