“In occasione del 22 ottobre, Giornata internazionale di Sensibilizzazione della Balbuzie, la nostra associazione di promozione sociale Vincenzo Mastrangeli che si occupa di sensibilizzazione, ricerca e rieducazione della balbuzie, desidera dare qualche informazione (e suggerimento) in più su questa tematica poco conosciuta, considerata per molti un tabù o una vergogna, che può
diventare motivo di esclusione e bullismo a scuola e limitare nel mondo del lavoro.
In Italia circa un milione di persone e ben 70 milioni in tutto il mondo soffre di balbuzie, un fenomeno molto complesso che investe non solo il linguaggio ma l’intera personalità. Caratteristica di questo disturbo è l’andamento periodico, il presentarsi in
circostanze particolari e precise dove le manifestazioni esterne sono solo espressione del proprio mondo interiore; infatti la persona, al solo pensiero di dover parlare, vive tutti i sintomi tipici dell’ansia accompagnati da sentimenti di scarsa autostima e poca autoefficacia.
In età infantile, tra i 2 e i 5 anni, la balbuzie è un fenomeno molto diffuso: circa un bambino su venti manifesta lievi disfluenze che tendono a risolversi con la crescita e la maturazione del linguaggio. In questa fase i genitori devono essere supportati da uno specialista per mettere in pratica tutte quelle strategie indirette per aiutare il proprio figlio e ridurre la possibilità che tale difficoltà si traduca in balbuzie effettiva. Infatti mostrarsi ansiosi, preoccupati è l’atteggiamento che maggiormente può influire sul radicarsi del disturbo. Se il bambino tende a balbettare non bisogna dirgli di star calmo, parlare al suo posto (nell’errato intento di aiutarlo) o esortarlo a parlare adagio.
A livello scientifico le cause non sono state ancora del tutto definite. E’ chiaro quali possono essere i fattori di rischio, come si sviluppa e su quali terreni si alimenti la balbuzie. Secondo la nostra esperienza personale e professionale, avendo vissuto la balbuzie in prima persona, riteniamo che Il solo intervento fonetico spesso non è sufficiente. Occorre un approccio multifunzionale che permetta di affrontare e superare il disturbo da diverse prospettive: fonetico, emozionale, comportamentale e relazionale”.
Andrea Bovenzi
presidente Mastrangeli A.p.s di La Spezia