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La storia di paola

Paola Gallo Balma racconta Corniglia la sincera e vince una tappa verso il Portfolio Italia

La fotografa torinese e cornigliese d'adozione racconta del suo incontro con le CinqueTerre e la genesi del suo lavoro "C'eravamo tanto amati" che ha vinto la tappa 6° Portfolio sul Po.

Corniglia ha rubato un altro cuore. E’ quello della fotografa Paola Gallo Balma che l’anno scorso si è imbattuta nelle splendide Cinque Terre per non andarsene mai più. Tra tutti e cinque i borghi a stregarla, più di tutte, è stata la magica Corniglia tanto da farle vincere una tappa dell’ambitissimo premio Portofolio Italia della Fiaf di Torino con la foto “C’eravamo tanto amati”.

A chiedere di fare un passo indietro è proprio Paola che racconta il suo colpo di fulmine con le Cinque Terre e Corniglia fino ad arrivare alla nascita del processo creativo delle foto che, con la vincita della tappa, le permetterà alla fase successiva del concorso e ambire al titolo “Miglior portfolio Italia 2021”.

Negli ultimi due anni ha partecipato a numerose selezioni in particolare si è classificata prima al Mifa 2021 categoria portfolio e ha partecipato al circuito Off  Riphoto 2021, infine nel mese di ottobre espone al Photofestival di Milano 2021.

Nel mentre porta avanti i suoi lavori su commissione, a racconatare Corniglia e ad ampliare la sua ricerca e analisi in Italia spostandosi fra la Liguria, le Marche, l’Abruzzo e il Piemonte.

“Sono originaria della provincia di Torino e sono arrivata alle Cinque Terre nel luglio 2020 – racconta Paola – sono rimasta affascinata da questi luoghi e dalle persone. Da qui la mia scelta: non rientrare a casa e restare qui per raccontare questa terra. Sono rimasta rapita da Corniglia dove ho deciso di farne la mia base per raccontarla. Ogni borgo delle Cinque Terre è unico ma a mio avviso Corniglia è la più difficile, la più vera e la meno conosciuta. Alcune delle sue particolarità mi hanno travolta. Ha un’energia magica. Quando si è qui sembra quasi di essere in una sorta di bolla ferma nel tempo per certi versi”.

“Questa scelta immediata e istintiva di fermarmi mi ha portato nel nuovo anno, cioè da giugno ad iniziare a presentare una parte del lavoro in contesti fotografici – prosegue nel racconto – e a vincere la tappa del Portfolio Italia della Fiaf di Torino.Si tratta del circuito di fotografia italiano più importante e”antico” anche per aver “scoperto” autori e fotografi di importanza italiana e mondiale. La vincita della tappa mi permetterà di concorre, assieme ad altri ventuno autori, al titolo del miglior portfolio Italia 2021. Il lavoro verrà esposto in diverse situazioni e la prima sarà appunto a Bibiena, il prossimo 27 novembre, durante la serata in cui verranno annunciati il vincitore e la pubblicazione del lavoro su alcune riviste importanti del settore”.

“C’eravamo tanto amati” è un portfolio che raccoglie 25 scatti realizzati fra luglio e novembre del 2020. “Rientra – aggiunge – in un lavoro sul paese che sto portando avanti”.

La foto è accompagnata da un testo che ne racconta i protagonisti

C’eravamo tanto amati”

Mario, Franco e Stefano sono nati e cresciuti a Corniglia, il borgo meno frequentato dalle masse di turisti e più sincero delle Cinque Terre. Loro tre sono talmente legati al loro paese natale da aver determinato tutte le loro scelte di vita in base alle radici piantate in questo lembo di roccia abbarbicato tra cielo e mare.

L’esser cresciuti in un luogo così piccolo di fronte al blu infinito, la bellezza dei ricordi di risate e giochi fanciulleschi, le tradizioni di famiglia, le difficoltà del vivere in paese, le esperienze di studi e di lavori lontani da casa e le perdite di persone care e amori finiti, ai miei occhi riconducono la loro vita attuale a un sentimento per il loro territorio così forte e intenso da essere più grande di qualsiasi amore provato. E’ per questo amore così grande per Corniglia, ora, non possono far altro che vivere da soli.

Ognuno di loro utilizza le proprie capacità e i propri doni al servizio di questa terra: Mario Basso, 84 anni, mantiene quotidianamente attivi orti e terrazzamenti antichi sistemandone ogni singola pietra; Franco Vernazzani, 67 anni, porta avanti le tradizioni familiari continuando la coltivazione di ulivi e vigne e producendo tuttora lo sciacchetrà doc (passito locale) secondo gli insegnamenti degli anziani del paese; Stefano Castagneto, 70 anni, coltiva la memoria di questo luogo con una personale biblioteca che vanta 15 mila volumi in decine di lingue su ogni argomento possibile intorno alla Liguria e alle Cinque Terre, mantenendo aggiornati gli alberi genealogici delle famiglie cornigliesi e scrivendo svariati testi dalle essenze arboree locali alla storia dall’antichità ad oggi delle case del paese.

Corniglia, così come gli altri borghi delle Cinque Terre, è un territorio che sorge all’incontro tra gli Appennini e il Mar Ligure, con paesaggi aspri e differenziati:  coste alte e frastagliate, scogliere scoscese e calette profonde. L’uomo nato in questi luoghi ha dovuto addomesticare il territorio con terrazze di muretti a secco per gli spostamenti fra i paesi e per coltivare orti, piantagioni di ulivi, vigneti, agrumi ecc.
A differenza degli altri quattro borghi, però, Corniglia è sospesa a 100 metri fra mare e montagna, un paese più rurale-montano che marino. Questo le ha consentito di essere più preservata dal turismo di massa che ha investito questi luoghi negli ultimi vent’anni, dopo la costituzione del Parco delle Cinque Terre e il riconoscimento dell’Unesco. Un luogo rimasto ancorato al passato, con un sapore di nostalgia per un tempo che (non) fu”.

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