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Failla: “Affidamento centro Irene esperienza negativa, volontariato escluso dal bando”

L'ex giudice e presidente del Tribunale di Massa e attuale presidente della Consulta provinciale femminile durante la presentazione di Sicurezza Vera: "Dopo questa esperienza negativa probabilmente, dall'anno prossimo, il Comune riprenderà in carico il Centro Irene e ricomincerà un rapporto più proficuo e valido con il volontariato".

Cristina Failla, presidente della Consulta provinciale femminile
- Foto d'Archivio

“Il bando per la gestione del centro antiviolenza Irene ha escluso il volontariato, si è rivelata un’esperienza negativa e probabilmente dal prossimo anno tornerà in gestione al Comune”. Lo ha detto Cristina Failla, ex giudice e presidente del tribunale di Massa e attuale presidente della Consulta provinciale femminile, nel corso della conferenza stampa dedicata al progetto “Sicurezza Vera” lanciato da Fipe Confcommercio che coinvolge i locali cittadini in un percorso di collaborazione con la Polizia di Stato al fine di contrastare il fenomeno della violenza contro le donne.

Le parole di Failla sono giunte in coda alla presentazione, mentre illustrava l’importanza del volontariato nell’ambito della difesa delle donne maltrattate. La stilettata è stata inferta in un momento in cui il primo cittadino Peracchini si era congedato dalla conferenza.

“Nel nostro territorio – ha detto -, per dare un ‘indicazione, di quello che si fa nel mondo del volontariato, esiste da tempo un centro antiviolenza, gestito fino a poco tempo fa dal Comune. Si chiama centro Irene, funzionava bene, faceva riferimento a 26 volontarie che si occupavano dello sportello di accoglienza. In questo momento, il Comune ha deciso di affidare il servizio a una cooperativa esterna. Scusate se lo dico ma fa capire il peso del volontariato, in determinati settori. Il bando ha escluso il volontariato: erano circa 15 le donne che si rivolgevano allo sportello, alla casa di rifugio segreta.  In questo momento ci sono due donne. Fortunatamente c’è ancora la comunità Genitore bambino, del Sorriso francescano, che accoglie tante donne e bambini. E’ quasi interamente gestito dai volontari e con pochi mezzi di sussistenza. Dopo questa esperienza negativa probabilmente, dall’anno prossimo, il Comune riprenderà in carico il Centro Irene e ricomincerà un rapporto più proficuo e valido con il volontariato”.

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