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Il legame con le comunità francescane

Fiasella primo testimone caravaggesco tra i pittori liguri del Seicento

La giornata di studi organizzata a Monterosso da Museo diocesano di Sarzana e Convento dei frati minori cappuccini.

Convegno monterossino sul Fiasella

Si è tenuta sabato scorso a Monterosso la Giornata di Studi sul tema “Domenico Fiasella pittore per i Francescani” organizzata dal Museo Diocesano di Sarzana e dal Convento dei Frati Minori Cappuccini che la ha ospitata nella sua suggestiva cornice naturalistica e monumentale.
Dopo il saluto del Sindaco di Monterosso Emanuele Moggia – che ha sottolineato lo storico ed intimo legame fra il Convento e la comunità monterossina, e di Marinella Curre Caporuscio, Responsabile della Delegazione FAI – Padre Vittorio Casalino, Responsabile dei beni culturali della Provincia Francescana ligure, ha evidenziato come agli artisti destinatari di commissioni francescane – spesso finanziate da nobili famiglie genovesi – fosse richiesto di esaltare nelle loro opere la devozione al Santo fondatore ma soprattutto le opere di misericordia e gli esempi di accoglienza che rendevano i Francescani di ogni osservanza una preziosa risorsa per le fasce più deboli della comunità.
È stata poi la volta dello storico Franco Bonatti dell’Accademia Cappellini che ha tratteggiato con ricchezza di riferimenti e vivacità di ricerca la vita ed il carattere di Domenico Fiasella e i suoi legami con le comunità francescane. Particolari interessanti: Fiasella era iscritto nel Libro d’oro della Nobiltà sarzanese (Sarzana era, insieme a Genova e ad Albenga, la sola città ligure autorizzata a detenerne uno) e quando il notaro che ne raccolse il testamento gli chiese se intendesse fare lasciti alla città di Genova, gli rispose seccamente di no. Il prof. Bonatti ha del resto ricordato come, all’epoca di Fiasella, la Città imperiale di Sarzana non era formalmente assoggettata ma solo ‘federata’ a Genova.
Successivamente il giovane studioso Federico Baldini ha illustrato il ciclo di dipinti di Fiasella e del cognato ed allievo Casoni nel Santuario di Nostra Signora del Monte in Genova.
È toccato quindi al sarzanese Andrea Moruzzo, collaboratore del Museo Diocesano, descrivere il dipinto di mano del Fiasella ospitato nel Convento dei Cappuccini di Sarzana.
Successivamente Daphne Ferrero e Luca Piccardo hanno intrattenuto l’uditorio sul caso di un “Convento musealizzato”, San Francesco di Voltri, e sul suo Fiasella.
Ed infine è stata Barbara Sisti, Direttrice del Museo Diocesano, ad illustrare i numerosi dipinti di Domenico Fiasella ospitati nell’ istituzione museale sarzanese, e ad evidenziare – del ‘celeberrimo pittore’ – il decisivo ruolo di primo testimone del linguaggio caravaggesco – assorbito nel giovanile soggiorno romano – presso la rigogliosa e prestigiosa comunità dei pittori liguri del 600′; ciò che ne fece un autorevole caposcuola, nell’eclettica combinazione fra il classicismo bolognese di Guido Reni e dei Carracci e le rivoluzionarie novità introdotte da Caravaggio.
A conclusione della giornata, dopo una visita guidata al convento organizzata dall’ospite Padre Renato (che ha consentito fra l’altro di osservare con commozione la campana con il gancio presso l’ingresso al quale – nel corso dei secoli – sono stati affidati anonimamente più di quaranta neonati da madri che non potevano crescerli) il Vescovo Mons. Luigi Ernesto Palletti ha celebrato la Santa Messa domenicale, sottolineando a sua volta l’indissolubile legame fra la bellezza naturalistica del Creato, il fascino delle opere d’arte che testimoniano la fede e l’invito alla fratellanza universale e all’accoglienza proprio del Messaggio Francescano.

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