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"quante occasioni di sviluppo abbiamo perso e stiamo perdendo?"

“Aree militari, tema complesso che non si risolve litigando con gli ammiragli”

Intervento del Circolo Pd Marola, Cadimare, Campiglia

Marola e la base navale

In una recente lettera sulla stampa locale, un lettore invita il Sindaco a chiedere al Ministro della Difesa e al Presidente del Consiglio dei Ministri di approvare con urgenza le norme necessarie per rendere possibile l’uso di strutture industriali a fronte mare interne all’Arsenale Militare da parte di imprese private, perché il settore della costruzione e allestimento della nautica da diporto è in forte crescita. Si tratta di capannoni e gru inutilizzate da tempo o pochissimo utilizzate.
Nel caso specifico il lettore riporta un articolo del Corriere della Sera nel quale si riferisce che il Gruppo Ferretti, che opera nel campo delle costruzioni di panfili, sta cercando la collaborazione di cantieri tra La Spezia e Viareggio per far fronte agli aumentati ordini e alla necessità di rispettare i tempi di consegna.
Il ricorso alle massime autorità viene invocato per adeguare i tempi della politica e dell’ amministrazione dello Stato alle dinamiche del mercato oggi favorevoli ma che non sempre si ripetono.
Comprendiamo la preoccupazione del lettore di perdere l’occasione offerta che potrebbe avere anche una ricaduta positiva sull’occupazione e sul tessuto produttivo locale, siamo scettici sull’esito di un appello ad un Sindaco che si è caratterizzato per l’immobilismo su uno dei temi più urgenti della Spezia: il rilancio della Base Navale e dell’Arsenale su spazi adeguati ai tempi ed ai ruoli svolti con la conseguente liberazione dal vincolo militare di aree e tratti di litorale per le esigenze economiche ed urbanistiche della città. Tema complesso e difficile che non si risolve certo litigando con gli Ammiragli.
La vicenda del Gruppo Ferretti è la punta di un iceberg: quante occasioni di sviluppo stiamo perdendo e abbiamo perso con questo immobilismo?
Salvo rare eccezioni comunque noi non siamo per interventi estemporanei dovuti all’emergenza. Non si può semplificare il problema più di tanto, si tratta, ripetiamo, come adeguare l’insediamento militare, progettato nel 1860 per la costruzione, manutenzione e ricovero delle navi da guerra alle funzioni che gli sono oggi attribuite e alle reali esigenze di spazio. Si tratta cioè di cambiare il rapporto tra la città militare e quella civile. Quindi la strada maestra per evitare uno sviluppo disegnato dall’emergenza senza le adeguate garanzie per i cittadini è una pianificazione del Ministero della Difesa con gli Enti Locali e con la partecipazione della popolazione. Certo, i tempi sono lunghi, poi se ci si mette l’inerzia del Comune diventano ere geologiche.
Questo tema, a nostro parere, deve essere sviluppato dai vari candidati a Sindaco della Spezia che si confronteranno alle amministrative del prossimo anno, in modo che gli elettori possano giudicare; perché altrimenti, se mai lo si affronta, tra quarant’anni saremo ancora a contare le occasioni perse.
Infine, a proposito di tempi, stiamo aspettando da quattro anni che il Comune prenda in consegna l’area di 6000 metri quadri a San Vito concordati con la Marina Militare dall’Amministrazione precedente di Centro Sinistra e stiamo aspettando da molti più anni che la Marina Militare rimuova i tetti di eternit (amianto) dai capannoni difronte alle scuole di Marola.

Circolo Pd
Marola Cadimare Campiglia

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