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Sprugoleria

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Contro il contagio: oggi il vaccino, ieri San Rocco

Nella vecchia Spezia c'era una statua del santo che, tra le altre cose, era il protettore dei fedeli dalle epidemie.

La statua a San Rocco nella vecchia Spezia, come dipinta dal Fossati

Si discute e si protesta, vaccino sì, vaccino no nella terra dei cachi. Sprugolandia si adegua.

Ma a ben altre edicole spetta discettare sull’argomento; qua conta solo riferire che, lo dice la cronaca, ha ripreso vigore il culto di San Rocco, il Santo che proteggeva dalla peste: una devozione molto in auge presso gli antichi abitanti della landa, prova di pericoli e timori reali.

L’iconografia ce ne restituisce l’immagine raffigurandolo come un pellegrino avvolto in un tabarro completato da un cappellaccio e dal manico ricurvo di un bordone. È sempre in posa con la veste sollevata a mostrare una gamba segnata dai morsi della pestilenza. Gli fa compagnia un cane fedele che gli porge con la bocca una fetta di pane per sfamarsi.

In un’epoca dominata dalle pestilenze, quando i più tremendi contagi la facevano da padrone, Lui era il Santo a cui la devozione popolare si rivolgeva per impetrare la buona sorte e questo ci fa intendere più che bene quali frangenti abbiano affrontato i nostri più antichi antenati.

Certo che in quei lontani tempi la scienza medica non offriva alcuna opportunità di manifestarsi ai dibattiti a cui assistiamo oggi. Al massimo i bravi fedeli potevano accapigliarsi sul Santo cui fosse preferibile accendere una candela votiva, oppure di chi convenisse portarsi dietro sul petto sotto la veste l’immagine protettiva.

Come che fosse, il culto di San Rocco aveva ben salde radici qua a Sprugolandia. A Lui i primogenitori avevano dedicato una statuetta posto al culmine di una colonna collocata nella piazza principale della città che per la presenza del palazzo comunale chiamavano di corte e che molti anni più tardi sarebbe stata dedicata al benemerito Sindaco Giulio Beverini.

Come che stesse la cosa, il pilastro in quel posto rimase a lungo anche se oggi nessuno sa dove il monumento sia poi finito, ingurgitato, come del resto tante altre cose, nel grande bailamme della seconda guerra mondiale e delle sue bombe che dello slargo dove la colonna aveva sfidato i secoli fecero, letteralmente, piazza pulita.

Oggi non ce ne resta, almeno per quello che so, che un’unica immagine. È un dipinto di Agostino Fossati che con le sue fotografie ottocentesche ci fornisce parecchio aiuto per ricostruire il piccolo mondo antico dei nostri tris o quadrisnonni.

Noi, per sapere dove era posizionata la colonna, ricorriamo ad una pianta famosa della Sprugola City seicentesca che chiarisce anche la posizione dell’antico Palazzo Comunale, antenato (pure lui) dei due successivi dal colore così bigio che i progenitori non poterono fare a meno di ribattezzarli entrambi Cenere.

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