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Le pagelle

La grande illusione è solo nel risultato. Verde e Nikolaou pagano gli errori

Segnare due gol e perdere fa male anche se l'avversario si chiama Juve: ma Thiago Motta deve essere soddifatto per il gioco e per la cifra agonistica dei suoi. Impreziosita da un gran gol di Antiste (che sembra Cassano), dai progressi di Amian e Bourabia.

Spezia-Juventus

Zoet 6 – Polpastrelli di giustezza al 42′ per alzare in corner la bottarella di Dybala oltre a due parate non proprio complicate su altrettanti calci di punizione dell’argentino. Non ha bisogno di volare sulla testata di Kean, lo fa sul tiro a giro di Dybala con tempismo, sicurezza e perfino estetica.  Sui gol non ha colpe, difficile farci qualcosa su tiri tanto repentini. Ci sarebbe voluto un miracolo, ma quello lo fa il suo dirimpettaio su Maggiore.

Amian 6.5 – Subito propositivo sulla catena di destra, surclassa De Sciglio che al termine dell’intervallo non rientrerà più. Più a suo agio del passato nell’eterno alternarsi con Verde, deve imparare a valorizzare il palleggio e non calciare palle orizzontali che forzano le giocate dei compagni nella migliore delle ipotesi.

Hristov 6 – Quando di fronte hai una squadra di campioni ci vuole una cura maniacale dei dettagli e pur nelle difficoltà che una partita così ti obbliga ad affrontare ad ogni refolo di vento, ne sbaglia poche anche se sulle palle alte è tutto il pacchetto arretrato. .

Nikolaou 5 – Al 14′ guarda De Ligt spararla altissima dalla posizione che tutti vorrebbero occupare. E’ sulle folate e sulle mischie che la Juve da sempre sa come fare, trasformando le peggiori giornate in riscatto: il 2-2 è figlio dei desideri di una squadra che non può perdere altri punti ma come con l’Udinese non si può lasciare sgombra la zona centrale perché basta un guizzo, un rimpallo. Che vale l’amaro 3-2 juventino.

Bastoni 6 – Quando Chiesa mette la freccia è dura, c’è una differenza nella corsa evidente, l’unico modo per anestetizzarla è anticipare le mosse e semmai costringere l’avversario a rincorrerlo. Tutto sommato se la cava bene e nel secondo tempo partecipa anche alla manovra d’attacco: si vede che sta bene per come vive i momenti topici della partita.

Spezia-Juventus

Salva Ferrer 5.5 – Interpeta la fase difensiva con il manuale in mano, si rende conto che coi piedi non ha le qualità di un centrocampista e ogni volta che può chiama in causa Bourabia. Quando si perde per strada Rabiot, la Juve passa: ritardo fatale alla prima sbavatura ed è un gran peccato per uno dei giocatori tatticamente più utili della rosa.

Bourabia 6.5 – Scende il numero degli errori in appoggio, oggi che non è vertice basso ma gioca in linea con Ferrer sembra interpretare meglio le due fasi e se sul risultato avverso la squadra prende in mano con coraggio la gara il merito è soprattutto suo. (Dal 30’st Sala s.v.).

Verde 5 – Rifinitore quando si accentra cosa che accade spesso e volentieri ma è dalla sua mattonella mancina che fa la cosa più bella della partita, con un destro che Szczesny vede all’ultimo. Gara di alta intensità, disponibile in ogni situazione, paga un episodio, pesante per il risultato finale: è ingenuo quando sulla bandierina del calcio d’angolo cincischia troppo senza calciare, facendosi rubare il pallone e dando il via al pari Juve. Un peccato mortale che gli abbassa il voto. (Dal 30’st Manaj s.v. –  Entra e non si tira indietro se c’è da fare la guerra. Lo spirito è quello giusto).

Maggiore 7 – Giocare più avanti significa essere più vicini alla sauna dell’area di rigore ma anche toccare meno palloni rispetto a come è abituato. E’ lui il primo aquilotto a portare pressione. Ma non ci sono soltanto le vicende tattiche, c’è anche il cuore di Spezia e un telecomando nascosto fra la schiena e l’elastico dei pantaloncini: con quello manda in porta Antiste per il materializzarsi della rimonta. Ha la palla del 3-3 sul destro ma è la manona destra di Szcesny a toglierli la soddisfazione che meritava. Di questa squadra è l’anima, il simbolo, la storia: deve essere orgoglioso di sè stesso e dei suoi compagni (Dal 40’st Salcedo – s.v.)

Gyasi 7 – Dopo soli 120” d’orologio avrebbe la palla del vantaggio ma arriva in ritardo ma quando decide di prendersi la prima pagina lo fa mettendosi in proprio: punta convinto Danilo poi calibra un destro sfiorato da Betancourt che aumenta la velocità, cambiandone imparabilmente la traiettoria. Esultanza Cr7 sotto la Ferrovia, un altro pomeriggio personalmente indimenticabile che potrebbe finire in un’apoteosi: peccato per il tiro masticato del finale che avrebbe significato un meritatissimo pareggio.

Spezia-Juventus

Antiste 7.5 – Francobollato dai 190 centimetri De Ligt che non gli concede mai di giocare viso alla porta, picchiandolo quando serve. Gioca un primo tempo di quelli che adorano gli allenatori ma la prima volta che gli si chiede di fare quello che sa fare comprendi il perché sia il l’acquisto più oneroso della storia del club bianco: non si dimenticherà mai che a 19 anni e due mesi prima si porta a spasso Bonucci poi dopo una corsa di 50 metri, incrocia alla destra di Szczesny. Un gol che scomoda il battesimo di un altro enfant prodige: Antonio Cassano. Poi Szcezesny gli strozza in gol il gusto  della doppietta. Come si dice? Et voila, le Picco c’est déja à toi! (Dal 30’st Nzola s.v. – Per lui uno striscione e tanti applausi, la gente vuole ritrovare il trascinatore dopo un’estate di bizze. Venti minuti scarsi, De Ligt lo anestetizza prestissimo: la forma deve ancora venire ma come già è successo non si può che passare da qui).

All. Thiago Motta 7 – Imposta uno Spezia in contropiede con Maggiore che sale sempre nella fase non possesso per andare a disturbare Bonucci e l’inizio del giro-palla bianconero. Sceglie un undici veloce e mobile, il modo migliore per infastidire i centrali juventini, anche se per lunghi tratti quella dei suoi è una partita di ordinato contenimento. Dall0 0-1 però invece di sciogliersi la tensione tattica, lo Spezia migliora possesso e movimento e trova un pari che non è solo suerte. Viene buona per il secondo tempo l’arma delle ripartenze sull’asse Maggiore-Antiste, il francesino che ha scalato tutte le gerarchie possibili e che confeziona la rimonta dando ragione al suo allenatore che non lo toglie dal campo se non per esigenze fisiologiche. Sul 2-2, se in panchina ci fossero le contromosse, potrebbe cambiare qualcosa ma il suo Spezia sciorina un finale tambureggiante costringendo la Juve a perdere tempo proprio come farebbe una provinciale.

 

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