Mentre dalla primavera i musei in tutta Italia hanno finalmente riaperto le loro porta, i numeri raccontano uno spaccato impietoso. Con circa quattro mesi a porte chiuse nel 2020, i presidi culturali per cui l'Italia è celebrata in tutto il mondo, così come i monumenti e le aree archeologiche statali, raccontano una situazione a dir poco negativa: il calo dei visiatori raggiunge e supera il 75% mentre il saldo degli introiti netti sale addirittura al -78,98% (dati relativi a maggio 2021). Nel Belpaese si deve andare indietro al 1996 per trovare incassi simili: all’epoca erano comunque 166 gli istituti censiti, e comunque 25 anni fa i visitatori erano doppi. Solo in parte l'attività in digitale ha permesso di non fermare l'attività completamente: dai tour virtuali alle mostre fai da te, dai talk con curatori e direttori all'animazione sui social, sono stati tanti i tentativi, soprattutto nei lunghissimi mesi di lockdown. Alla Spezia non è andata diversamente: nell'infografica, composta con i dati forniti dal Comune della Spezia, abbiamo raccolto e ordinato gli ingressi nei musei spezzini, relativamente ai mesi estivi, quelli dove l'apporto esterno è più significativo, isolando i mesi di giugno, luglio e agosto negli anni 2019, pre-pandemia, 2020, anno primo, e 2021, secondo anno dello stato d'emergenza, generato dall'epidemia.
Il criterio va spiegato: i musei riescono a vivere solo se attraggono i visitatori da fuori, i turisti che raggiungono la Spezia, magari per vedere le Cinque Terre e le bellezze del Golfo ma che possono eventualmente essere richiamati anche dall'arte. Con i soli spezzini, ma sarebbe lo stesso a Torino se al Museo Egizio andassero solo i torinesi, i numeri sarebbero infinitesimali: com'è normale che sia. Prendiamo il Museo Lia, con le sue eccellenze non soltanto medievali raccolte anno dopo anno dall'ingegner Lia, esempio più che significativo: nel giugno 2019 furono staccati 1152 biglietti, franati a 65 nel giugno 2020 e ripresisi soltanto in piccolissima parte nel giugno 2021, quando furono 158 gli ingressi. Ad agosto il recupero si assottiglia: nel 2019 furono 1267, nel 2020 la caduta a 350, quest'anno 382. Altrettanto eloquenti i dati relativi al Castello San Giorgio, la fortificazione simbolo della città ma anche il museo che ospita le Collezioni archeologiche del Museo Ubaldo Formentini, la ricca raccolta di statuee stele e i reperti di statuaria, ritrattistica e mosaici provenienti dagli scavi della città di Luni. Nel giugno 2019 furono 4772 gli ingressi, precipitati a 358 nel 2020 e risaliti, almeno un poco, ai 575 del giugno scorso. Sfugge invece alle statistiche il Camec che passa dai 303 del 2019, ai 288 del 2020, per poi raggiungere i 354 del 2021, migliorando seppur di poche unità i numeri pre-pandemici. Il piccolo Museo del Sigillo, crollato nel luglio 2020 a soli 34 biglietti, veniva dai 2019 del 2019 e quest'anno si è fermato a 87. Nell'infografica non mancano i dati riferiti alla Palazzina delle Arti (che tuttavia gli scorsi anni non aveva mostre in essere e da quest'anno ospita la permanente su Agostino Fossati), il museo Etnografico-Diocesano di Via del Prione che nell'agosto 2019 riportò 404 ingressi, caduti a 28 nel 2020 e risaliti a 88 nell'agosto appena concluso.
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La tabella per esteso
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AMEDEO LIA |
PALAZZINA DELLE ARTI |
SIGILLO |
SAN GIORGIO |
CAMEC |
ETNO-DIOCESANO |
GIU 19 |
1152 |
532 |
800 |
4772 |
757 |
404 |
GIU 20 |
65 |
0 (nessuna mostra) |
32 |
358 |
92 |
28 |
GIU 21 |
158 |
152 |
30 |
575 |
185 |
88 |
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LUG 19 |
1037 |
165 |
219 |
4829 |
538 |
111 |
LUG 20 |
225 |
0 (nessuna mostra) |
34 |
769 |
117 |
60 |
LUG 21 |
367 |
100 |
87 |
1686 |
371 |
51 |
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AGO 19 |
1267 |
176 |
225 |
5610 |
303 |
183 |
AGO 20 |
350 |
0 (nessuna mostra) |
65 |
2004 |
288 |
155 |
AGO 21 |
382 |
51 |
64 |
2423 |
354 |
103 |