Nessuna voglia di nascondere o minimizzare le difficoltà della sanità locale, ma anche una serie di buone nuove unite a spunti di riflessione sullo stato dell’arte. Questo nell’intervento del dottor Carlo Aschele, dirigente della Struttura complessa di oncologia della Asl5, tra i relatori venerdì scorso al convegno Non di solo Covid. Curare, umanizzare, narrare, promosso al castello di Lerici da Cittadinanzattiva-Tribunale dei diritti del malato (a fine articolo il video completo). “Nel 2020, anno i cui numeri sono un po’ decurtati a causa della pandemia, il Dipartimento oncologico Asl5 ha assistito circa 8mila pazienti – ha spiegato il dottor Aschele –. Di questi, la maggior parte in ambulatorio, un migliaio tra degenza e day hospital oncologico, 3-400 in ambio hospice e cure palliative, quindi 600 processi di radioterapia. Per quanto riguarda screening e prevenzione, quello per il cancro al colon retto sta funzionando e ha funzionato in modo molto buono anche durante la pandemia. Nel 2020 è stata invitata tutta la popolazione target, con oltre 30mila procedure eseguite e 600 colonscopie di secondo livello. Il punto qua non è il funzionamento del sistema, ma la scarsa adesione, che è del 30 per cento. Eppure la prevenzione gioca un ruolo importante. Non ha invece funzionato lo screening mammografico. Non solo in Asl5, ma in Asl5, forse per una specifica carenza di radiologi, l’anno scorso c’è stato un blocco, uno stop sullo screening. Ma in questo momento è in essere una convenzione molto importante con Asl4, che, nell’ambito del processo della Breast unit del Levante ligure coordinata dal dottor Scolaro, che è stata un po’ ricostituita, istituisce una forte collaborazione tra le due aziende sanitarie, con la possibilità di coinvolgere i professionisti di Asl4 per leggere a distanza le mammografie. Attualmente è in corso di recupero un terzo delle mammografie arretrate del 2020”. In ‘cambio’, ha spiegato il dirigente medico, Asl5 mette a disposizione proprie risorse nell’ambito della Medicina nucleare. “Una sinergia importantissima, questa con Asl4 – ha aggiunto Aschele -, perché va a incardinarsi in quella che può essere un’area ottimale. Cose che magari non si possono fare nella sola Spezia diventano possibili insieme ai vicini di Asl4”.
Sul fronte personale, il primario ha sottolineato che “abbiamo derogato, ora sarà bandito un concorso per ripristinare la situazione, perché senza personale non si va da nessuna parte” e che “per quanto riguarda i medici non è solo questione di mettere a disposizione dei posti: il fatto è che alcune figure sono più difficili da reperire”. Quindi il ragionamento sugli spazi: “Ci sono riflessioni e razionalizzazioni in corso, purtroppo però la situazione è quella di spazi contingentati, perché già oggi avremmo dovuto essere nel nuovo Felettino”. Il dottor Aschele ha altresì annunciato l’assunzione di un nuovo onco ematologo: “Torneranno a essere due, come era stato fino al 2010. C’è altresì in programma una forte collaborazione con la Medicina trasfusionale per creare un ambulatorio dedicato ai disturbi da malattie ematiche”. E “a metà gennaio 2022 – ha proseguito il dirigente medico – arriverà un radiologo senologo dedicato allo screening del carcinoma mammario. È inoltre in fase di installazione, penso per l’autunno, un mammografo digitale a Bragarina, che permetterà quindi di avere due grossi poli di screening – l’altro a Sarzana -, in modo da destinare alla Senologia del Sant’Andrea le procedure di secondo livello. Avere un nuovo mammografo dedicato allo screening è molto importante, significa poter ridurre le liste di attesa, garantire maggiormente il distanziamento e decongestionare i poli ospedalieri. Un altro acquisto – è iniziato lo smontaggio lunedì (della scorsa settimana, ndr) – riguarda un acceleratore lineare per Radioterapia, che essendo nuovo non sarà soggetto a quei guasti che negli ultimi due-tre anni hanno colpito il vecchio strumento. Inoltre, permetterà trattamenti conformazionali: significa che i radioterapisti vanno a disegnare il bersaglio della terapia quasi come un pittore, selezionando le cellule tumorali e lasciando il più possibile indenni i tessuti normali. Ciò significa la possibilità di trattamenti personalizzati. Queste sono cose importanti, che consentono spunti di ottimismo”.