LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
L'omelia prima del pellegrinaggio

“San Venerio ci parla ancora dal suo deserto di acqua”

La figura del santo protettore del Golfo dei Poeti

Il vescovo Ernesto Palletti

San Venerio non ci insegna soltanto ad andare all’isola del Tino, dove ha vissuto: ci insegna a guardare ad un incontro, quello con dio”: lo ha detto il vescovo Luigi Ernesto Palletti nell’omelia della messa solenne con la quale, venerdì pomeriggio, ha aperto nella cattedrale di Cristo Re le celebrazioni in onore del santo eremita patrono del Golfo della Spezia. Il vescovo ha fatto riferimento alle letture proposte dalla liturgia, sottolineando come esse, unite al richiamo storico alla vita del santo, indicassero tre diversi “deserti”. Il deserto di sabbia e di roccia nel quale si trova il profeta Elia, chiamato all’ascolto diretto della parola divina; il deserto di acqua quale quello che, tanto più ai tempi di Venerio, circondava l’isola del Tino; il deserto nel quale si immerge Maria, sorella di Lazzaro, ponendosi all’ascolto della parola di Gesù, entrato nella loro casa.

E’ il tema dell’incontro quello che accomuna tali diverse forme di deserto, un “incontro “ ovviamente di carattere spirituale. “Ascoltare, del resto – ha osservato monsignor Palletti -, vuol dire sempre fare deserto, silenzio, rimuovere ciò che ci porta fuori da quell’incontro”. Un deserto, dunque, che non è un “luogo”, ma una “situazione”, e che come tale travalica il tempo e lo spazio, e che ci accomuna con gli uomini di tutte le generazioni. Per questo Venerio, con la sua esperienza, continua a parlarci oggi: “Modi diversi di vivere il deserto – ha detto ancora il vescovo – ci portano all’incontro con qualcuno. I luoghi sono diversi, ma l’incontro è lo stesso, perché non cambia colui che viene incontrato”.

Ed è, questa persona, l’unico dio, che chiede di essere ascoltato, accolto, custodito dentro di noi. L’incontro, come racconta il brano biblico di Elia, avviene talora in maniera singolare: chi avrebbe potuto immaginare dio avvolto “nella brezza sottile e silenziosa” che investe il profeta? “L’uomo – ha concluso il vescovo – è polvere, ma è così importante da far sì che un dio onnipotente venga a chinarsi su quella polvere. Venerio, patrono del Golfo, lo ricorda alle nostre genti: facciamo dunque di poter godere sì della sua intercessione ma anche, e in modo particolare di imparare quello che ha voluto insegnarci”. La celebrazione, svoltasi alla presenza delle autorità civili e militari e con molti sacerdoti concelebranti, non ha potuto essere seguita dalla tradizionale processione sino alla marina. La reliquia del santo è stata quindi portata in un secondo tempo all’isola del Tino.