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Ancora alla ricerca dei primi tre punti

SOLO APPLAUSI AMARISSIMI, LO SPEZIA GIOCA MA VINCE L’UDINESE

L'esordio casalingo delle aquile coincideva con il ritorno allo stadio dei tifosi che hanno applaudito le giocate di Antiste e i tentativi di Verde: ma dove non arriva Silvestri ci pensa Nuytinck, che ricaccia fuori una palla sulla linea di porta. Poi la beffa di Samardzic che affossa ma non deve togliere fiducia ad un gruppo che ha appena cominciato.


SPEZIA-UDINESE 0-1

Marcatori: 44’st Samardzic

SPEZIA (4-3-3)

Zoet; Salva Ferrer, Hristov, Nikolaou, Bastoni (40’st Reca); Maggiore, Sala (24’st Bourabia), Kovalenko (16’st Agudelo); Antiste, Gyasi (40’st Salcedo), Colley (16’st Verde). A disp. Zovko, Provedel, Manaj, Verde, Reca, Salcedo, Bertola. All. Thiago Motta

UDINESE (3-5-2)

Silvestri, Becao, Nuydinck, Samir; Molina (40’st Soppy), Pereyra, Walace (16’st Makengo), Arslan (40’st De Maio), Larsen, Deulofeu (36’st Samardzic), Pussetto (16’st Gomes Betuncal). A disp. Padelli, Piana, Perez, Zeegelaar, Jajalo, Forestieri, Ianesi, De Maio. All. Luca Gotti

Arbitro: Marco Guida di Torre Annunziata

Assistenti: Luigi Rossi di Rovigo, Domenico Palermo di Bari

Iv Uomo: Daniele Minelli di Varese

Var: Paolo Valeri di Roma 2; AVar: Colarossi di Roma 2

Ammoniti: Pussettto, Nikolaou, Arslan

Recupero: 4’(pt), 6′(st)

PRE-PARTITA

14.35 – Finalmente, Picco, finalmente pubblico, finalmente la serie A dal vivo con il contorno di sempre. Un’attesa che scomoda i bei tempi, i biglietti in vendita, il presente agli abbonati, le code ai botteghini: tutto quello che era mancato, è tornato al suo posto con una curva in più, la Piscina, che torna a gremirsi anche di tifosi spezzini dopo che negli anni ’80 era stato il settore degli ultras per almeno un decennio. Da Udine si contano un centinaio di supporters, che siedono vicini ai “rivali”, divisi soltanto da una vetrata. Si torna davanti al proprio pubblico che manca dall’impianto di Viale Fieschi dal 4 marzo 2020: quel giorno gli aquilotti batterono il Pescara.

14.40 – Uno sguardo alla formazione per capire che Thiago Motta dà una chance a Sala: non come terzino o come mezz’ala, ma come regista davanti alla difesa, a supporto di Maggiore e Kovalenko mentre davanti il francesino Antiste si prende subito una maglia da titolare, all’esordio davanti al pubblico amico, dopo l’assaggio all’Olimpico. Nel tridente confermati Ima Gyasi e Colley, mentre nel pacchetto arretrato, senza Erlic, si passa alla difesa a quattro con Hristov e Nikolaou al centro.

PRIMO TEMPO

Ritrovarsi con due curve amiche 17 mesi dopo l’ultima volta allo stadio, ricominciare come fossimo in una domenica pomeriggio quasi come voler ritornare alle origini di un calcio che oggi si fatica a riconoscere. C’è una grande voglia di Spezia, una grande voglia di tifare e spingere alla vittoria una squadra piena di ragazzi che parte subito con il piede sull’acceleratore e al 6′ manda Bastoni al cross, tagliato nel cuore dell’area con un mancino speranzoso che trova Antiste pronto alla spizzata: il suo colpo di testa non inquadra la porta ma basta e avanza ad elettrizzare i 5000 del “Picco” e una Ferrovia pronta al tuffo collettivo. L’Udinese ha forza fisica e anagrafe e replica come fa una squadra di serie A, alzando il baricentro e rendendo pan per focaccia sulla fascia mancina dove Bastoni sbaglia la misura del passaggio, propiziando una ripartenza che poteva fare male ma che Hristov sbroglia con mestiere, facendo perfettamente la diagonale difensiva, tanto da anticipare anche Zoet, in uscita. Tutto bello fino all’11’ quando Salva Ferrer calcia debolmente all’indietro verso Zoet, Pussetto s’inserisce nel tentativo di anticiparlo e cade a terra: Guida non ha dubbi e indica il rigore ma Valeri lo richiama perché quello dell’attaccante friulano sembra più un tuffo e infatti il fischietto di Torre Annunziata cambia valutazione e lo ammonisce per simulazione. Un momento che da negativo diventa improvvisamente positivo e che il Picco vive come fosse un gol. Ma è l’Udinese a gestire per lo più il possesso della sfera, concedendo allo Spezia soltanto qualche ripartenza, soprattutto in zona Colley, il più cercato dai compagni. E’ Antiste la punta centrale, insieme a Sala regista, le novità tattiche decise da Motta.

Lo Spezia cresce alla distanza, si vedono i primi colpi di Antiste.

Per un Sala piuttosto a suo agio malgrado non sia il ruolo d’abitudine c’è un Bastoni che patisce Molina, forse l’elemento più in bolla dei ragazzi di Gotti: davvero un bel giocatore l’ex Rosario Central, che al 25’ scende come un treno sulla fascia e quando la crossa al centro per l’intervento di un possibile rimorchio c’è il ripiegamento provvidenziale di Antiste, bravi a disturbare la conclusione altrimenti pericolosa. E’ uno Spezia che si vede solo a tratti, mentre l’Udinese al contrario inizia a girarla sempre più veloce: con una giocata tutta di prima la palla si muove da destra a sinistra per il tiro ciabattato di Larsen che Zoet para a terra. Servirebbe più sostanza nella zona nevralgica, servirebbe un Kovalenko meno lezioso nell’orchestrare palla al piede: dal suo talento dipenderà molto della stagione dello Spezia. E se è per questo anche dall’estro di Antiste che gioca a nascondere la palla sul limite dell’area per poi scaricare su Bastoni: il suo sinistro terra-aria trova il corpo di un difensore poi sulla ribattuta è ancora lui a tentare il tiro, stavolta decisamente fuori bersaglio. Sono momenti che cambiano l’inerzia: spinti dalla voce collettiva di un Picco indiavolato ora lo Spezia cerca ostinatamente il vantaggio.

Bastoni fatica da difensore ma quando attacca è una spina nel fianco. L’Udinese si abbassa.
Brilla di luce propria Antiste, l’Udinese sembra più preoccupata dall’arrembanza degli avversari che trovano ancora autostrade deserte con il solito Bastoni che ha smesso di inseguire Molina preferendo farsi egli stesso inseguire: inserimenti giusti, corsa dosata è una botta da trenta metri che trova ancora il corpo di un difensore: difficilmente Silvestri avrebbe potuto fare qualcosa. E’ una gara che ha svoltato prima della mezz’ora e al minuto 37 lo Spezia protesta per un presunto tocco di mano in area sul tiro di Colley. Fischi sonori per Guida e per un attimo il Picco torna ad essere la bolgia d’un tempo: anche capitan Maggiore va a chiedere spiegazioni, quando il fischietto campano ferma una ripartenza aquilotti fischiando un fallo a Gyasi che lascia attoniti. Il soliloquio spezzino si ferma al 40’ quando l’Udinese torna a bussare dalle parti di Zoet, bravissimo ad allungarsi sulla sinistra per bloccare la conclusione di Deulofeu, abile a trovarsi un carrugetto da dove calciare in porta. In pieno recupero ci prova anche Sala dai venticinque metri: conclusione interessante, alta non di molto. Intervallo, lampi di Spezia.

SECONDO TEMPO

I ventidue che avevano finito sono quelli da cui si riparte: entrambi gli allenatori evidentemente sono soddisfatti dei primi 45 minuti. Si calcolano le riserve energetiche soprattutto dall’ora di gioco in poi visto che i 30°, ancorché ventilati, si fanno sentire tutti. Si ricomincia con una giocata di prestigio di Antiste che lanciato sull’out di sinistra, tenta di liberarsi del diretto marcatore con un tacco a seguire di rara bellezza, prima di franare al suolo sul contatto: nessun rigore da reclamare ma il francesino rimane a terra dolorante, facendo per un attimo pensare al peggio. Ora l’Udinese lascia l’iniziativa ai bianchi, preferendo gettarsi in contropiede non appena possibile mentre dall’altra parte Kovalenko sembra essere uscito dal torpore del primo tempo: il taglia e cuci è nelle sue corde, da lui si attendono quelle giocate che possono farti vincere la partita anche in una situazione di equilibrio.  Lo Spezia può contare sempre sul suo capitano, alla caccia di ogni errore come al 13′ quando approfitta di un disimpegno lezioso della difesa dell’Udinese per gettarsi verso la porta: prova a spostarsela sul destro ma l’impatto con la sfera è da dimenticare. Grande parata di Zoet al 14′: disturbato da una selva di corpi, riesce a non perdere di vista la traiettoria del destro a rientrare di Deulofeu, rifugiandosi in corner. Proiettili a salve invece quelli di Colley che arriva stanco alle conclusioni dopo aver corso tantissimo. Un minuto dopo lascerà il campo insieme a Kovalenko, per dare spazio a Verde e Agudelo.

Adrenalina da vendere: Verde e Agudelo caricano ‘a palla’ i compagni.  Ma Silvestri dice no.

Doppio cambio Spezia appena passata l’ora di gioco: Colley, fumoso alla distanza, e Kovalenko, distante dal giocatore che calcava i maggiori palcoscenici del calcio europeo, lasciano, dentro Verde e Agudelo. L’ex Aek va a fare la punta centrale, con Antiste a sinistra, mentre il colombiano fa il mediano puro, presidio permanente del centro-destra. I pugni di Silvestri fermano la conclusione a mezz’altezza di Agudelo: il neo-entrato, primo sulla seconda palla in arrivo, ha avuto il tempo per prendere la mira ma il portiere ospite la vede partire e rende semplice una parata che poteva non esserlo. Decisamente più telefonata la bottarella di Verde dalla carreggiata centrale ma lo Spezia adesso ha la rabbia di chi vuole passare e conquistare i tre punti. Che cosa è successo? Che i nuovi entrati hanno regalato un’aggressività contagiosa, quella che al 24′ porta i bianchi in porta con un’azione tutta di prima: il cross basso di Gyasi, trova Agudelo al centro dell’area, per la sponda più bella possibile: la botta di Verde sembra pre-destinata ma Silvestri c’è e salva l’Udinese dalla capitolazione. Il Picco si dispera, avrebbe tanto voluto schizzare come un’anguilla ed esultare ad un gol da manuale.  Nel frattempo un positivo Sala chiede il cambio, sopraffatto dai crampi: prima assoluta per Bourabia, la sua esperienza può aiutare nell’ultimo quarto di gara.

La dura legge del gol: tante occasioni fallite, alla fine segnano gli altri.

Era immaginabile che il gran caldo avrebbe influito una volta che la gara avesse raggiunto la sua parte finale ed è in queste fasi convulse che una squadra giovane come quella di Thiago Motta deve capire i momenti e le circostanze: Pereyra fa grandi cose sulla fascia destra, invita alla corsa il neo-entrato Betuncal e sul cross basso al centro fortunatamente l’Udinese difetta nella mira. Quella che certo non manca a Verde che al 39′ fa gridare al gol uno stadio intero ma sulla sua conclusione c’è la testa provvidenziale di Nuytinck che la toglie dal sacco: era stato Agudelo a sgraffignare una palla alla difesa per poi allargare coi tempi giusti proprio su Verde. Mani nei capelli per tutti, tempo ormai agli sgoccioli e beffa dietro l’angolo: corre infatti il 44′ che l’Udinese, praticamente sparito dal campo sino ai cambi, trova un gol pesantissimo con Samardzic che si destreggia per vie centrali e fredda un incolpevole Zoet con un destro preciso a fil di palo. Guida concede sei minuti di recupero che l’Udinese gestisce senza grossi patemi, il pubblico è ormai silente, trafitto da una rete che ammazzerebbe un cavallo di razza. I friulani gestiscono i residui minuti e portano a casa il successo, magari senza grande merito ma dal valore grande: siamo a inizio campionato e ogni passetto avanti è fieno in cascina. Con l’uscita di Sala lo Spezia sembra aver perso quel peso specifico che Bourabia non ha saputo confermare, il resto lo fa anche un po’ la sorte che oggi gira le spalle alle Aquile. Sono comunque applausi, amari, ma applausi.

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