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Storia per tutti

Acclamato o attaccato, Barbero è sempre il più amato del Festival

Il professore stasera chiuderà questa edizione della manifestazione sarzanese dopo le polemiche politiche e fra l'affetto di un pubblico fedelissimo che dal 2007 ne ha fatto icona dei tre giorni dedicati alla creatività.

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“Ricordi quando Barbero parlava qui alla Firmafede ed eravamo in pochi?”. Memorie di frequentatori di lungo corso del Festival della Mente, diventato dal 2007 in avanti (quarta edizione) anche un po’ la manifestazione dello storico che ormai da anni riempie non solo il tendone di piazza Matteotti ma anche gli spazi circostanti – forse un po’ troppo in questi giorni – in una Sarzana che a tarda sera si riunisce per ascoltare le sue lezioni.
Un vero e proprio rito della kermesse, consolidato nel tempo e caratterizzato dalla spasmodica caccia al biglietto che in questa edizione – segnata da una riduzione delle poltroncine causa distanziamento – si è consumata nel giro di pochi minuti dall’inizio dalla prevendita.
Un successo incredibile, con tanto di autografi e foto per le strade cittadine, che si spiega non solo con la continuità data dall’organizzazione del Festival ma anche con il modo unico e accattivante del professore di raccontare episodi della storia che pochi, altrimenti, si sognerebbero di andare ad approfondire con tanta attenzione in una fresca notte di settembre.
Guerre civili o mondiali, rivolte e reti clandestine sono invece diventate – fortunatamente – capitoli imprescindibili da apprendere nei tre giorni sarzanesi dedicati ai processi della creatività, sia per i locali che per i molti e fedelissimi turisti della cultura che anche quest’anno, nonostante tutto, hanno raggiunto la città.
Un Barbero letteralmente acclamato dalla sua gente ad ogni presenza al leggio anche nei primi due appuntamenti di quest’anno, che lo hanno visto arrivare nel pieno di una polemica nazionale per alcune dichiarazioni sulle fobie – oggi spiegate in modo ancor più chiaro – che hanno stuzzicato anche la politica cittadina senza però intaccare l’atmosfera attorno ai suoi interventi. Con buona pace di chi non ne apprezza l’approccio un po’ troppo “pop” o non vorrebbe più vederlo su quel palco dal quale stasera chiuderà fra gli applausi un’altra edizione del Festival.

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