LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Nomine in atc

La lettera: "Noi commercialisti vogliamo essere utili, ma dobbiamo uscire dall’anonimato"

Import 2021

“Ho assistito alla discussione sorta a seguito della nomina di un componente del Consiglio di Amministrazione di ATC.
Ovviamente nulla da osservare sulla formale legittimità della nomina ma da un punto di vista sostanziale vorrei esprimere alcuni concetti.
La funzione politica dovrebbe essere intesa come attività di indirizzo e guida dell’azione amministrativa ai fini del conseguimento delle finalità istituzionali, nell’esclusivo interesse pubblico.
Alla politica, infatti, dovrebbe essere affidato il compito definire gli orientamenti e le priorità, fornendo gli indirizzi per l’affermazione della buona amministrazione anche attraverso la scelta dei componenti di “governance”.
La politica, in buona sostanza, dovrebbe affermare i principi di legalità, imparzialità e correttezza, soprattutto quando la carica da rivestire è relativa ad aziende complesse come quelle per la gestione dei trasporti urbani.
Vi sono Categorie professionali, i Dottori Commercialisti ne sono un esempio, che al fine di amministrare le aziende seguono importanti percorsi di studio e che per operare debbono superare non facili esami di Stato a tutela della fede pubblica.
Tra l’altro la competenza ad amministrare le aziende è prevista dalla legge istitutiva della professione dei Commercialisti, D. Lgs. 39/2005 n.139, che pone nell’oggetto della professione, tra le altre attività, “l’amministrazione di aziende”.
Ora, senza nulla togliere alla Consigliera nominata che sicuramente potrà dimostrare la sua capacità manageriale nel corso del mandato, mi domando perché i criteri prescelti per le nomine pubbliche, in generale, spesso non riconoscano le professionalità specifiche acquisite e non tengano in considerazione il merito conseguito nello svolgimento della propria attività professionale.
È fatto noto che riconoscere e premiare il merito, oltre a valorizzare le competenze, di solito consente un aumento della produttività e dell’efficienza dell’intero sistema-Paese.
Per ottenere questi risultati occorre avere una maggiore cultura manageriale, nel privato come nel pubblico, adottare criteri di valutazione trasparenti e, soprattutto, agganciare le valutazioni a percorsi formativi ad hoc.
Le ragioni di questa situazione affondano le proprie radici nella cultura che penalizza la valorizzazione del merito e delle competenze a vantaggio di altre modalità, purtroppo prevalenti, di promozione sociale, come l’appartenenza e le relazioni.
Il risultato che si produce è un sistema bloccato che non riusce né a valorizzare le eccellenze, né a garantire pari opportunità, ma sostanzialmente scontenta tutti, ad esclusione di chi da questa situazione lucra consistenti rendite di posizione.
La nostra Categoria deve farsi sentire, adoperarsi perché i propri valori vengano affermati, aiutare i giovani Colleghi che, purtroppo, si trovano a vivere una situazione più difficile rispetto a quella vissuta dai loro genitori e che troppo spesso debbono scontrarsi con una realtà che stenta a riconoscere le loro competenze.
Questo significa tentare di portare la nostra Categoria fuori dall’anonimato in cui troppo spesso sono relegati i liberi professionisti nelle relazioni socio-economiche di questo Paese, per poter più facilmente raggiungere obiettivi altrimenti irraggiungibili.
Credo che ciascuno di noi, per quel che può, debba far sentire la sua voce e non per tornaconto personale ma nella logica di essere parte attiva in un processo di vero cambiamento.
I commercialisti non vogliono esserci e basta, i commercialisti vogliono essere utili così come hanno sempre dimostrato rendendo disponibili le loro straordinarie competenze”.

Roberto Marrani
Dottore Commercialista
ODCEC La Spezia