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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Capitan Tarabotto e la triste fine del suo Rex

di Alberto Scaramuccia

L'installazione dedicata al Rex

Sono convinto che non pochi ricordino la lunga scena di Amarcord in cui l’intero popolo di Rimini si accalcò off shore con ogni natante possibile per assistere in piena notte al passaggio del transatlantico Rex che appare ai loro occhi mitico e mistico, manco fosse un’astronave aliena mentre nel buio scintilla il suo gran pavese di mille lucine che lo percorrono da capo a piedi.
Il Rex era un vanto dell’Italia d’allora che si propagandava per le imprese compiute sotto l’egida del Tricolore in ogni campo dell’umana attività, dalla scienza allo sport.
Il Rex diventa famoso e venerato quando nell’estate ‘33 compie la più veloce traversata dell’Atlantico. Lasciata Genova il 10 agosto, per andare da Gibilterra al faro di New York, 3.181 nodi pari a 5.894 chilometri, impiega 4 giorni, 13 ore e 58 minuti.
Per questa impresa al Rex fu conferito il Nastro Azzurro, fregio prestigioso che in epoca che camminava i primi timidi passi nel trasporto aereo, rappresentava il massimo riconoscimento della qualità dello sviluppo tecnologico raggiunto: un suggello che divenne propaganda.
A noi la storia interessa anche perché a comandare il Rex era il lericino Francesco Tarabotto che all’epoca del raggiungimento del primato contava 56 anni e un’esperienza sul mare più che quarantennale. A sfidare le onde, infatti, aveva cominciato ben presto accoppiando alla gavetta sulle navi a vela gli studi che lo portano a diplomarsi diciannovenne Capitano di lungo corso. Fa la sua parte nella prima guerra mondiale traghettando truppe italiane e francesi verso la linea del fuoco e riportando in Italia migliaia di prigionieri di guerra, ma la sua vita è il mare che lo ammalia con il suo immenso fascino fino a quando non scompare ultranovantenne a Genova.
Tarabotto non è, tuttavia, una gloria soltanto italiana ma anche di Lerici. Il borgo che gli ha dato i natali lo elenca fra i suoi concittadini illustri ed una bella targa è apposta sulla sua casa natale. In via Roma, davanti alla passeggiata a mare.
A sessant’anni il Nostro aveva abbandonato la vita attiva sul mare ma il Rex aveva continuato a navigarci sopra. Con l’inizio del secondo conflitto mondiale e l’iniziale neutralità italiana, è l’unico grande transatlantico che mantiene i collegamenti con l’America. Quando, però, si avvicina l’entrata in guerra dell’Italia, il Rex è fermato. Compiuta l’ultima traversata nel maggio del ’40, si ancora a Genova. Portato a Trieste per maggior sicurezza, dopo l’8 settembre è preso dai Tedeschi che lo fanno incagliare a Capodistria dove gli aerei inglesi lo bombardano. Muore dopo 4 giorni d’incendio.

ALBERTO SCARAMUCCIA

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