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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Un piano per deviare la Magra nel Golfo

di Alberto Scaramuccia

Il fiume Magra

Se non proprio giusto, era comunque plausibile che la Spagna fosse ingolosita all’idea di avere il Golfo sotto il proprio completo controllo, al di là dei salamelecchi di facciata che la corte di Madrid e il Senato della Serenissima Lanterna, stati alleati ma non troppo, si scambiassero. Il fatto era che nel contesto europeo del Seicento la Lunigiana, di cui il Golfo costituiva l’approdo naturale, era un’area strategicamente importante per il movimento delle truppe dalla Padania al Centro-Sud. Anche fatti molto distanti dalla politica ed apparentemente estranei al problema, mostrano invece quanto la situazione era critica e quanto fossero giustificati i timori di Genova.
Correva l’anno di grazia 1640 quando nel primo autunno “Marco De Franchi Nobile Genovese” presenta al Governo della Repubblica un progetto per deviare il corso della Magra per farla sfociare nel Golfo, creando un nuovo letto. Lo scopo del piano è di recuperare una nuova distesa su cui impiantare una piantagione di grano che contribuisca a risolvere i problemi annonari della Repubblica che era obbligata ad acquistare cereali su mercati non propri, esborso non indifferente che andava a pesare sulle finanze statali. De Franchi stima che all’aumento di terre coltivabili che sarebbe notevole, si eliminerebbe il rischio rappresentato dalle frequenti esondazioni e si aggiungerebbe un incremento delle entrate fiscali dato che i traffici che al momento si concludevano al di là di Bocca di Magra, si sarebbero stipulati dentro il Golfo. Inoltre, le nuove terre sarebbero servite anche per il movimento delle truppe.
Per sé, nel caso che cosa vada in porto, De Franchi chiede la decima parte dei proventi.
Il Senato genovese pare interessato e informa i governanti della Spezia e di Sarzana per avere il parere delle due comunità. La spezzina incarica due persone di studiare la questione, ma poi della cosa non se ne sa più nulla. L’assoluta mancanza di notizie fa supporre a Ubaldo Mazzini che il progetto venisse archiviato nella seconda metà del 1641: o per opposizione dell’Ente pubblico o perché il progetto collideva con interessi privati, senza poi contare i costi che la realizzazione dell’opera avrebbe comportato.
Ma forse, ipotizza il Nostro, ciò che stuzzica l’interesse del Senato è la motivazione militare che De Franchi esplicita dicendo che, si fosse interrata una parte del Golfo, ne sarebbe derivata una “fortezza” per cui le truppe di un’eventuale potenza occupante non avrebbero potuto godere della stessa libertà di manovra di cui beneficiavano nel momento in cui De Franchi propone il suo progetto.

Continua…

ALBERTO SCARAMUCCIA