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Finale di moonland

Sarzana acclama Manu Chao e lui risponde con un concerto storico

Serata di grandi emozioni in piazza Matteotti con l'ex Mano Negra che inizia ricordando i fatti del 21 Luglio e poi regala oltre due ore di canzoni travolgenti.

“Ciao Sarzana, è bello essere qui cento anni dopo la resistenza contro il fascismo”. Manu Chao si è preso così Piazza Matteotti, ancora prima di attaccare il primo pezzo, ricordando i fatti del 21 Luglio 1921 appena celebrati da una città che questa sera ha vissuto uno di quegli eventi che valgono una stagione intera.
Con una piazza gremita – nei limiti di quanto concesso dalle norme – le persone alle finestre, i locali pieni e la gente assiepata anche nelle vie limitrofe. Ma soprattutto con un’atmosfera carica di attesa ed entusiasmo che non si respirava da tanto tempo, periodo pre covid incluso.

Merito del neo sessantenne cittadino del mondo, riapparso in Italia per il ventennale del G8 e invitato a chiudere con un sold out da ricordare la terza edizione di Moonland, festival che in una settimana ha rimesso Sarzana al centro dell’attenzione del pubblico dei concerti. Un carisma intatto il suo, capace di riportare tutti indietro alla spensieratezza ma anche alle ferite di inizio Millennio.
Ricordi più che nostalgia, ed emozioni da trasmettere ai figli che tanti hanno voluto con loro per vedere dal vivo l’iconico inventore della patchanka, capace di trascinare tutti per oltre due ore anche in versione acustica, accompagnato da Luciano Falico alla chitarra e Mauro Mancebo alle percussioni, con l’aggiunta in alcuni brani del trombettista spezzino Andrea Paganetto, ingaggiato all’ultimo minuto.
Una platea carica fin dai primi minuti ma che si infiamma quando Manu attacca “La vida tombola” dedicata a Diego Armando Maradona e subito dopo “Mr.Bobby” per Marley a cui dedica anche “Iron, lion, Zion”.
Con l’immancabile tema di Pinocchio a scandire ogni pezzo la scaletta passa in rassegna tutti i brani più famosi e coinvolgenti come “Malavita”, “King of the bongo” e gli altri di “Clandestino”, album che segnò un’epoca conquistando anche le classifiche.
Con la gente ormai tutta in piedi da un po’ sventolano in prima fila le bandiere di Palestina e Paesi Baschi, magliette dell’Argentina e del Boca Juniors, mentre sul palco Manu Chao suona con con un fazzoletto partigiano adagiato vicino alla chitarra. Un coro in ricordo di Carlo Giuliani diventa così una dedica che precede “Como que no”, mentre dopo l’ennesimo saluto il cantante torna sulle note di Bella ciao per regalare l’ultima “Licor Cafè” ad una piazza entusiasta ed emozionata per la grande serata vissuta.
“Grazie Sarzana antifascista” saluta definitivamente Manu Chao, dando la sensazione di poter continuare senza problemi fino a notte fonda, con lo stesso sorriso e la voglia di regalare canzoni alla sua gente, testimone di un concerto storico.

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