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A tre anni dalla burrasca

Due capannoni verso la bonifica, ma i marolini chiedono più certezze

La rimozione dei tetti di eternit dal 166 e 177 a gara entro fine anno. Saccone: "Nero su bianco", ma Murati Vivi e Mutuo Soccorso: "Anni che sentiamo promesse, non si è mossa un tegola".

Una fumata bianca di alza dalla Banchina Scali

La Marina Militare manda una nota per aggiornare la città sulla questione dei capannoni con il tetto in eternit all’interno dell’arsenale. Non ritiene di dover fare presenza alla riunione della seconda commissione che torna ad occuparsi del materiale presente di fronte al borgo di Marola, che tanto preoccupa la popolazione residente dopo l’incidente del 2018 che ha determinato una dispersione a causa di una nottata di burrasca.
La comunicazione è firmata dal comandante marittimo Nord, l’ammiraglio Giorgio Lazio: “Le norme prevedono un programma di controllo e manutenzione consistente in monitoraggio per evitare la dispersione”, si ricorda nel testo. I manufatti “sono innocui ai sensi delle leggi vigenti, ma la Marina intende comunque rimuoverli” e ancora “l’affidamento di gara per i lavori avverrà entro la fine dell’anno”. Riguarderà i capannoni 166 e 177

“E’ qualcosa di straordinario nelle mia esperienza di amministratore! – esulta Patrizia Saccone dopo la lettura del testo – Conferma come l’ammiraglio Lazio si un uomo di valore. Le associazioni presenti saranno sicuramente soddisfatte”. Non sarà così.
“Forse viviamo su pianeti diversi”, farà in tempo a dire Lorenzo Pavoni dei Murati Vivi prima che la connessione renda impossibile comunicare oltre. “Ci dispiace non condividere questo entusiasmo – aggiungerà più tardi William Domenichini -. Siamo abituati a leggere gli atti e le dichiarazioni che vengono di conseguenza. Nonostante lo Stato abbia già stanziato fondi, poi recepiti dal bilancio della Marina, ad ora non si è mossa una tegola! (mostra in diretta i tetti dei capannoni di fronte a Marola, ndr). Il nero su bianco non è garanzia di nulla e tantomeno foriero di particolari entusiasmi per noi”.
E ancora: “Dal dicembre 2019 nulla è avvenuto, malgrado le promesse della Marina Militare che indicava l’inizio della rimozione nei primi mesi del 2020 – è il pensiero del presidente della Società di Mutuo Soccorso, Domenico Del Buono -. Per noi quella nota è irricevibile. Davanti a Marola ci sono coperture di amianto che risalgono al 1982, il rischio che vada degradandosi nel tempo è concreto”. Si fa notare come per la base sotterranea dell’Acquasanta, violata dagli Urbex e finita su Youtube con clamore mediatico, uno stanziamento da un milione di euro sia arrivato in pochi mesi.

“La Marina Militare, se ho ben capito, si è sottratta alla stipula di un protocollo d’intesa che codificasse degli impegni precisi – ricorda il commissario Guido Melley, che ha chiesto ancora una volta la commissione sul tema -. Noi stessi potevamo fare di più, ricordo sempre quanto poco si sia riunita la commissione ambiente e sempre su nostro impulso. E’ mancata la decisione strategica ed è quanto oggi chiediamo alla giunta. Sentite vostra questa partita oppure sarà lasciata giocare alla sola forza armata?”.
“Il tema amianto è molto sentito da questa amministrazione. Abbiamo avviato un censimento su tutti gli immobili comunali, abbiamo avviato la rimozione dai cimiteri – assicura l’assessore Kristopher Casati -. Sull’arsenale non abbiamo competenza diretta, ma l’impegno esposto dall’ammiraglio Lazio è nero su bianco. Senza voler giustificare nessuno, ma il Covid ha creato difficoltà a qualsiasi amministrazione. Sarà nostra cura continuare, e già lo abbiamo fatto tramite il nostro gabinetto, ad essere di stimolo per la Marina Militare. Sperando che questa volta i tempi siano certi”.

“E’ grave l’assenza della Marina Militare”, attacca Massimo Lombardi, che denuncia “una criticità della rappresentanza democratica. Facile mandare una comunicazione, ma poi sottrarsi alle domande. Ciò invece in cui manchiamo noi, e lo dico al di là delle appartenenze politiche, è nel fare sì che la mozione passata in consiglio comunale diventi fattiva. Sarebbe importante avere un tavolo di riferimento a cui chiedere delucidazioni sulle tempistiche”. Le associazioni, conclude il commissario, agiscono senza fini politici ma a favore di tutti i cittadini.
“Vedo oggi la stessa situazione che vedevo nel 2012 quando, noi ambientalisti, contestavamo l’amministrazione Federici – dice Massimo Caratozzolo -. Non possiamo continuare ad accettare che vengano fatti proclami fini a sé stessi. Ci sono persone che hanno un serio problema, che può riguardare la loro salute e quella dei loro figli”.
A questo punto la presidente Saccone si impegna ad avere accesso alle comunicazioni intercorse tra amministrazione e Marina, da mettere a disposizione del dibattito. “Bene ha fatto ad esprimere entusiasmo – la soccorre Emanuele Corbani -. Quali sono le competenze di questo ente nel sollecitare la Marina e quali sono i poteri coercitivi che potrebbe mettere in campo?”. La presidente Saccone propone infine di “organizzare la prossima commissione ambiente da Marola se gli impegni presi dalla Marina Militare con questa nota non troverà conseguenza nei fatti”. Prossimo appuntamento a fine ottobre.

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