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Auditi avvocato e giurista

Europa, Provincia, assenze: digestore in commissione a S. Stefano

Ratti: "Liguria popolare ancora assente". Zangani: "Ragionare seriamente su impianto a servizio provincia". Sisti: "Il tonnellaggio non conta, no all'ipotesi Saliceti".

Un render del biodigestore a Saliceti

Tecnica e politica ieri pomeriggio nella seduta online della Commissione speciale ambiente recentemente istituita su unanime pronunciamento del consiglio comunale di Santo Stefano. Tema all’ordine del giorno il progetto del biodigestore di Saliceti, con audizione dell’avvocato Piera Sommovigo e del giurista ambientale Marco Grondacci, professionisti che stanno seguendo l’ente nell’opposizione alla realizzazione dell’impianto. A orchestrare gli interventi, il presidente della commissione Silvio Ratti, esponente della Lega, che nelle prime battute ha osservato: “In commissione sono rappresentate tutte le forze politiche presenti in consiglio, ma come al solito manca Liguria popolare, che non ha ancora partecipato a sedute della commissione. Come presidente non mi fa piacere, perché l’ambiente è di tutti. Normalmente ci siamo io, Zangani e Stelitano (presenti anche nella seduta di ieri, ndr), gli altri avranno pur motivazioni per non partecipare, ma credo che uno sforzo debbano farlo tutti”. Ha aperto il dibattito un focus sui due ricorsi al Tar (decretati inammissibili dal tribunale) a cura dell’avvocato Sommovigo, che ha sottolineato come sia “un errore parlare di infondatezza dei ricorsi, perché non è stato affrontato il merito delle questioni. Magari fosse stato fatto, perché avremmo avuto un’idea dell’orientamento del giudice amministrativo”. Orientamento su considerazioni che troveranno comunque “un esame nel merito essendo nel ricorso pendente inerente il verbale di chiusura della conferenza dei servizi e nell’attuale atto di motivi aggiunti che stiamo predisponendo nei confronti del provvedimento autorizzatorio”. Sommovigo ha poi illustrato le ragioni per cui si è deciso di intraprendere la via dei ricorsi – una risposta a Ratti, che ha ricordato un intervento dell’avvocato in consiglio comunale in cui la legale aveva, in via generale, escluso un’azione del genere -, tra cui il fatto che, rispetto al frangente ricordato dal consigliere, le carte poi impugnate ancora non erano state sfornate.

La commissione, seguita anche dal presidente di Recos, Michele Stretti, è proseguita con l’intervento del consigliere di opposizione Angelo Zangani. L’esponente socialista ha affermato che “l’ipotesi è stata quella di un impianto legato al fabbisogno provinciale, al massimo assieme a quello del Tigullio, fino alla delibera con cui nell’agosto 2018 il consiglio provinciale ha approvato il piano rifiuti. Allora furono le dimissioni del consigliere Natale a permettere al presidente Cozzani di far passare la pratica. Da quel momento si cominciò a parlare di biodigestore come impianto di livello regionale. Se la politica su Saliceti ha sbagliato, deve avere il coraggio di tornare indietro. Se si ritiene, come lo ritengo io, che a Saliceti debba esserci un impianto che tratti i rifiuti provinciali, si faccia questa scelta, come accadde nel 2000 con il Tmb. La programmazione spetta alla politica, non ai tribunali. Ma la politica ha fallito, un fallimento che prima di tutto è quello di un sindaco se non è in grado di tutelare il suo territorio”. Una puntura alla prima cittadina Sisti accompagnato un attimo dopo da un attacco all’assessore all’Ambiente Giannarelli “oggi assente, naturalmente, come sempre quando ci sono importanti riunioni di questo tipo”, Giannarelli che, ha affermato Zangani, “nel corso di una assemblea pubblica a Vezzano disse che in realtà del progetto si sapeva da mesi. E non è stato fatto nulla, si è lasciato che le cose andassero avanti. E se i comitati non avessero sollevato il problema, noi a livello ci saremo trovati quel ‘fungo’ in mezzo alla piana senza saperne nemmeno la ragione. Ad ogni modo non credo che le soluzioni possano arrivare dai tribunali. Ci saranno sicuramente dei ritardi, ma difficilmente la scelta su Saliceti sarà rivista”. L’ex assessore, ricordato di aver intuito che a Saliceti si muoveva qualcosa quando è venuto a sapere delle prime vendite di terreni, ha infine espresso apprezzamento per l’iniziativa politica intrapresa da Peracchini in Provincia – l’ordine del giorno approvato a fine maggio-, osservando altresì che “una strada per un digestore di taglia provinciale a Saliceti, con tutti gli accorgimenti, andrebbe presa in seria considerazione”.

“La politica ha fallito – così la sindaca Paola Sisti – quando ha lasciato che una società privata, che legittimamente persegue il suo business, stravolgesse la pianificazione che la politica aveva fatto, cioè un biodigestore da 30mila tonnellate a Boscalino, e questo in barba anche al Puc di Vezzano, che per l’area in oggetto prevede destinazione agricola. Qualcuno lo sapeva e ha taciuto? No, io come lei, Zangani, ho capito cosa stava succedendo sentendo che i cittadini stavano vendendo i terreni. Quello che serviva in quel momento era un tavolo con Regione, Provincia, Comuni interessati per capire se, stanti le condizioni cambiate dall’azienda, il territorio poteva sopportare l’impianto. Ma quel tavolo non c’è mai stato, ecco il fallimento della politica. E non è vero che noi ci siamo svegliati solo a seguito delle istanze dei cittadini, ma è chiaro che i rappresentati istituzionali non possono fare scelte così importanti senza considerare tali istanze. Io non mi sento né sconfitta né colpevole, in mano abbiamo strumenti per fermare questo progetto che il nostro territorio non può sopportare. Anche nei dispositivi del Tar troviamo ragioni con cui possiamo ulteriormente difenderci, e ricordo che dopo il Tar eventualmente c’è il Consiglio di Stato. Non do per scontata la sconfitta della lotta contro il biodigestore”. E in merito alle ipotesi di ridimensionamento collegate al menzionato documento politico approvato in Provincia, la prima cittadina ha sottolineato il suo no all’impianto a Saliceti “anche fosse da 30mila tonnellate. Non cambio posizione per un eventuale ridimensionamento, perché la nostra lotta è soprattutto motivata dal fatto che la nostra zona è già compromessa da innumerevoli emergenze”.

“So per certo che Recos o comunque Iren già prima del 2018 era andata in Regione a presentare informalmente l’ipotesi progettuale di Saliceti. Cose a livello di corridoi e le voci di corridoio non puoi utilizzarle più di tanto, perché nei corridoi non si producono atti”, ha detto il giurista Grondacci, che ha toccato altresì il tasto della petizione a tema digestore recentemente affrontata in sede di Direzione ambiente della Commissione europea: “E’ vero che la commissaria ha sostenuto che la pianificazione non attiene strettamente al diritto comunitario, bensì alle autorità nazionali, ma è vero anche che ha sollevato il tema della valutazione di incidenza, in quanto Saliceti è vicino a un sito di importanza comunitaria, al Parco, alle falde. Su questo e altri aspetti la commissaria non ha chiuso la porta e il fatto che ora la Commissione chiederà ulteriori informazioni alla Regione a me pare un dato significativo”. Un passaggio infine sull’odg promosso dal consiglio provinciale: “Un documento politico non basta. Occorrono anche atti amministrativi. Qui se si vuole tornare indietro occorre una modifica, quantomeno non sostanziale, del Paur, cioè dell’autorizzazione che è stata data a Recos”. Quindi l’appuntamento alla prossima seduta, che dovrebbe prevedere l’audizione di rappresentanti di Iren.