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Sedici spettacoli per Piazza Europa: grandi nomi per tutte le età

Il cartellone estivo si chiamerà La Spezia estate festival. Il primo appuntamento sarà per il 19 luglio e proseguirà fino al 18 agosto.

Flavio Albanese, Sergio Rubini, Glauco Mauri e Roberto Sturno, Chiara Francini, Edoardo Leo, Lino Guanciale e poi ancora Paolo Rossi, Alessio Boni. Non mancherà anche una forte componente spezzina con un omaggio a Franco Battiato con Gloria Clemente e alla poesia con i Mitilanti. Sono solo alcune figure che si alterneranno palco, che verrà allestito in Piazza Europa in occasione, del “La Spezia estate festival”, il cartellone di eventi estivi che conterà 16 spettacoli teatrali e che si alternerà con l’offerta delle 48 proiezioni del cinema sotto le stelle e il festival internazionale del Jazz. Molti di questi spettacoli saranno gratuiti ed è prevista la formula, come per la rassegna musicale, del pacchetto a un prezzo particolare: con 36 euro si potranno acquistare i biglietti per lo spettacolo di Paolo Rossi, Lino Guanciale, Alessio Boni, Sergio Rubini.
Riparte così l’offerta culturale spezzina in vista di questa estate che, si spera, possa essere di rinascita. Con il cinema si parte dal 15 giugno mentre con il teatro il primo appuntamento sarà per il 19 luglio e accompagnerà gli spezzini fino al 18 agosto.
Il sindaco della Spezia Pier Luigi Peracchini ha dichiarato: “Ripartiamo alla grande. Lo facciamo per dare speranza ai nostri concittadini. Contiamo 16 spettacoli dedicati al teatro e 48 proiezioni cinematografiche. Le soprese non finiscono qui, la prossima settimana definiremo gli ultimi dettagli”.
“Fondazione Carispezia – ha dichiarato il presidente Andrea Corradino – anche quest’anno non farà mancare il suo supporto. Il programma è molto importante e interessante. Abbiamo cercato di fare al meglio delle nostre possibilità: pensiamo anche alla piattaforma online realizzata per i concerti pianistici. L’obiettivo è stato sostenere una rassegna che sia degna di questo nome dedicata alla cittadinanza”.
In questo frangente si inserisce anche il sostegno della Autorità di sistema portuale del Mar Ligure orientale, questa mattina rappresentata da Monica Fiorini.

La Spezia Estate Festival è promossa da Comune della Spezia e Società dei Concerti ETS con il patrocinio e il sostegno di Regione Liguria con il sostegno di Fondazione Carispezia e AdSP Main sponsor Iren SPA con il contributo di Mbda.

Il prorgramma completo

Si comincerà lunedì 19 luglio inaugurando un cartellone estivo importante e partendo da un assunto semplice e profondo: le restrizioni relative alla pandemia da Covid-19 hanno messo a dura prova l’innocente libertà dei più piccoli. Per questo motivo è parso naturale dare un segnale dal valore simbolico, ricominciando proprio dalla Compagnia del Sole, con lo spettacolo di apertura “Pinocchio”, di e con Flavio Albanese, un artista d’eccellenza considerato unanimemente uno dei più interessanti attori nel campo dello spettacolo per ragazzi.
La Compagnia del Sole nasce tra Roma e Bari nel gennaio del 2010 fondata da Marinella Anaclerio e Flavio Albanese con il proposito di creare un gruppo di lavoro che elabori progetti artistici e culturali a tutto tondo. Caratteristica che li accomuna è la passione per la drammaturgia contemporanea unita all’amore per la tradizione. Sguardo che li porta spesso alla contaminazione e ad alternare costantemente un testo classico ad uno contemporaneo. La pluriennale attività come attori, registi, pedagoghi e direttori di festival e rassegne, in Italia ed in vari paesi europei, con collaborazioni continuative con strutture come Il Piccolo Teatro di Milano ed il Teatro Stabile di Ancona, consente loro di condurre progetti da più punti di vista con strategie differenziate, creando un ponte interlocutorio tra struttura teatrale proponente e pubblico fruitore.
Martedì 20 luglio sarà la volta di Sergio Rubini, che con “Ristrutturazione” ci racconta una moltitudine di personaggi competenti e incapaci, leali e scorretti, scansafatiche ed operosi fino all’esaltazione, che si avvicendano nella vita di uno sfortunato proprietario di una casa da ristrutturare stravolgendola senza pietà. E questa vita sconvolta lo è ancora di più se i padroni di casa sono due, un Lui e una Lei, con i loro diversi punti di vista, la loro diversa capacità di resistere all’attacco quotidiano delle truppe corazzate che trasformano il loro “nido” in una casa occupata.
Sergio Rubini esordisce al cinema nel 1985 con Figlio mio, infinitamente caro… Nel 1987 é protagonista di Intervista di Federico Fellini. La sua esperienza nel cinema subisce una svolta nel 1989, anno in cui incontra l’autore e sceneggiatore Umberto Marino, con cui inizierà un lungo sodalizio artistico. Nel 1990 esordisce come regista con La stazione, film tratto da un’opera teatrale dello stesso Marino con cui vince come miglior film alla Settimana internazionale della critica al Festival di Venezia, cui seguono La bionda (1993), la commedia Prestazione straordinaria (1994), Il viaggio della sposa (1997), Tutto l’amore che c’è (2000), L’anima gemella (2002), L’amore ritorna (2004), La terra (2006), Colpo d’occhio (2008), L’uomo nero (2009), Mi rifaccio vivo (2013) e Dobbiamo parlare (2015). Da diversi anni è docente di recitazione cinematografica presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica; tra i suoi progetti didattici più importanti si ricordano i lungometraggi 6 sull’autobus (2012) e Fuori sede (2016), realizzati con gli allievi di recitazione e regia dell’accademia.
Mercoledì 21 luglio, Glauco Mauri e Roberto Sturno daranno voce alle immortali opere di Shakespeare, con il loro “Canto dell’usignolo”: l’omaggio al grande poeta inglese, genio della cultura europea che da quattrocento anni ci parla dell’essere umano nella sua essenza. Accompagnati dalle musiche composte da Giovanni Zappalorto, eseguite in scena dallo stesso Zappalorto al piano e Marzio Audino alle percussioni, con gli elementi scenografici di Marta Crisolini Malatesta, gli attori danno vita ad un caleidoscopio che attinge alle pagine più belle dei capolavori del Bardo di Avon, dall’amore esternato ne I Sonetti, sentimento universale al di là dei generi, a Enrico V, da Come vi piace a Macbeth, da Riccardo II a Timone d’Atene, da Giulio Cesare a Re Lear e alla magia di Prospero de La tempesta.
La Compagnia Mauri-Sturno nasce nel 1981, quando Glauco Mauri e Roberto Sturno fondano la Compagnia Glauco Mauri, divenuta poi Glauco Mauri-Roberto Sturno; Il signor Puntila e il suo servo Matti di Bertolt Brecht, da loro interpretato, con la regia di Egisto Marcucci, è il primo spettacolo prodotto. In 40 anni di ininterrotta attività la Compagnia porta sulle scene alcuni degli spettacoli di maggior successo del teatro italiano, premiati numerose volte con il “Biglietto d’oro Agis”, e molteplici sono stati i premi assegnati a Glauco Mauri e Roberto Sturno per i loro meriti artistici. Fra le sue oltre 40 produzioni: Re Lear e La Tempesta di Shakespeare, Edipo Re – Edipo a Colono di Sofocle, Faust di Goethe, Delitto e castigo e L’idiota di Dostoevskij, Enrico IV e Tutto per bene di Pirandello, Il Bugiardo di Goldoni, Don Giovanni di Molière, Il rinoceronte di Ionesco, Philoktet di Heiner Müller, Una vita nel Teatro di David Mamet e I quaderni di conversazione di Ludwig van Beethoven, scritto, interpretato e diretto da Glauco Mauri.

Si prosegue giovedì 22 luglio con “La Sirenetta”, protagonisti Riccardo Buffonini (candidato premio Ubu miglior attore under 35 nel 2018 e Premio Hystrio Mariangela Melato 2019), Giacomo Ferraù, Libero Stelluti, Giulia Viana e con Arturo Cirillo che presta la sua voce alla strega del mare. La produzione di Eco di Fondo, uno dei gruppi più interessanti della nuova generazione teatrale lombarda, usa la metafora della sirena per parlare della forza inesausta di un essere umano al fine di essere accettato dai simili per ciò che è, in un intelligente progetto commovente e ironico al tempo stesso.
Mai, come nel caso de La Sirenetta, mito e fiaba si incontrano così visceralmente da creare quasi un terzo genere, sospeso tra la forza dell’archetipo peculiare del mito e l’illimitata, onirica, fantasia fiabesca. La Compagnia Eco di Fondo ha per l’appunto intrapreso da tempo un progetto di ricerca finalizzato a rileggere i miti e le fiabe più famose come metafore di temi di attualità.

Venerdì 23 luglio, il palcoscenico di piazza Europa ospiterà Edoardo Leo, con “Ti racconto una storia”, affabulazione di appunti, suggestioni, letture e pensieri che l’attore e regista romano ha raccolto dall’inizio della sua carriera ad oggi. Venti anni di ricordi e risate, trasformati in uno spettacolo coinvolgente, che cambia forma e contenuto ogni volta, in base allo spazio e all’occasione. È uno spettacolo che fa sorridere e riflettere, che racconta spaccati di vita umana unendo parole e musica. Una riflessione su comicità e poesia per spiegare che, in fondo, non sono così lontane. In scena, non solo racconti e monologhi di scrittori celebri (Benni, Calvino, Marquez, Eco, Benni, Piccolo…), ma anche articoli di giornale, aneddoti e testi di giovani autori contemporanei e dello stesso Leo.
Edoardo Leo, attore e regista, è noto al pubblico televisivo per i ruoli nelle fiction Un medico in famiglia e Ho sposato un calciatore. In teatro alterna produzioni classiche (Troilo e Cressida) a testi contemporanei tra i quali la versione teatrale del film Birdy-Le alì della libertà e quella de Il dramma della gelosia (tratto dall’omonimo film di Ettore Scola) diretto da Gigi Proietti. Al cinema è protagonista, fra gli altri, di Smetto quando voglio (2014), Noi e la Giulia (2015), da lui stesso diretto, e Perfetti sconosciuti (2016).
Sabato 24 luglio Alessio Boni e Omar Pedrini presenteranno “66/67-Un concertato di Alessio Boni e Omar Pedrini”, uno spettacolo che porta in scena pezzi di storia collettiva e condivisa dai due artisti desiderosi di far scoprire o riscoprire canzoni che sono poesie troppo spesso perdute. Lo scopo di questo “Concertato” è di raccontarne il contesto, spiegare il testo di una canzone, per poi farlo apprezzare a pieno con musica e canto. Sul palco anche Stefano Malchiodi alla batteria, Larry Mancini al basso, Carlo Poddighe alle tastiere. I testi sono a cura di Alessio Boni e Nina Verdelli.
Alessio Boni è attore di cinema, tv e teatro: lega i suoi primi passi a grandi nomi come Luca Ronconi, Giorgio Strehler, Liliana Cavani e Carlo Lizzani. La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana segna la svolta nella sua carriera, con il Nastro d’argento come miglior attore protagonista 2004, ex aequo con i coprotagonisti Fabrizio Gifuni e Luigi Lo Cascio. È interprete di fiction tv amatissime dal pubblico (Walter Chiari, La compagnia del cigno fino al recente La strada verso casa) e di molti spettacoli teatrali come Il Dio della carneficina per la regia di Roberto Andò, Anime in fuga e I duellanti, entrambi al fianco di Marcello Prayer e Don Chisciotte, di cui cura anche la regia.
Omar Pedrini, cantautore, chitarrista ex leader, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei Duemila, di una delle più importanti rock band italiane, i Timoria., ha avuto esperienze da attore a teatro e cinema, ha scritto un libro di poesie e nel 2017 è stata pubblicata la sua prima biografia scritta da Federico Scarioni.
Lunedì 26 luglio Chiara Francini e Andrea Argentieri saranno di scena con “L’amore segreto di Ofelia”, di Steven Berkoff, regia e video di Luigi De Angelis e drammaturgia di Chiara Lagani. Un raffinatissimo lavoro che si pone domande sulla distanza, sulla potenza dell’amore che cresce dalla separatezza, che nella lontananza sembra potersi fortificare, che nella libertà che l’amante dà all’amato o all’amata si compie come atto di fiducia, ma anche di desiderio.

Chiara Francini, fiorentina, è una delle attrici di cinema e televisione più apprezzate nel panorama nazionale italiano. Ha debuttato in tv nei programmi BlaBlaBla e Stracult. Nella sua carriera da attrice, ricordiamo Radio Sex, di Alessandro Baracco, Una moglie bellissima”, di Leonardo Pieraccioni e Il mattino ha l’oro in bocca, di rancesco Spatierno. La grande popolarità, però, arriva con il personaggio di Bea nella fiction Tutti pazzi per amore 2, di Riccardo Milani. Nello stesso periodo, ritorna anche in tv, con Colorado, che le ermette di consolidare il suo personaggio comico. In seguito ottiene un programma tutto suo, Love Me Gender su Real Time.

Andrea Argentieri, attore riminese, ha vinto il Premio Ubu 2019 come migliore attore o performer under 35 per Se questo è Levi firmato da una formazione fra le più originali della ricerca teatrale italiana, la ravennate Fanny & Alexander fondata nel 1992 da Luigi De Angelis e Chiara Lagani.

Venerdì 30 luglio Lino Guanciale, con “Non svegliate lo spettatore”, renderà omaggio alla vita e alle opere di Ennio Flaiano, scrittore e sceneggiatore di numerose pellicole dirette da Federico Fellini, Alessandro Blasetti e di altri capolavori della cinematografia italiana. Lo spettatore sarà proiettato nel mondo della letteratura, del cinema e del teatro attraverso la recitazione di Guanciale, accompagnato dal commento musicale di Davide Cavuti. Il rapporto tra il cinema, il teatro, la letteratura e la musica diventa la chiave di lettura per penetrare i valori di interscambio tra cultura-formazione-apprendimento, affinché siano da stimolo per la ricerca e l’approfondimento delle opere dei grandi scrittori spesso dimenticati.
Lino Guanciale, attore teatrale, cinematografico e televisivo, inizia la sua carriera in palcoscenico diretto da registi quali Luca Ronconi, Gigi Proietti e Claudio Longhi. Al cinema è nel cast de Il gioiellino (2011) con Toni Servillo e Sarah Felberbaum. Conquista la popolarità televisiva con le fiction Rai Una grande famiglia, Che Dio ci aiuti e Il commissario Ricciardi.

Sabato 31 luglio Alberto Fasoli sarà protagonista de “La gloria”, ultimo lavoro di Giuseppe Berto datato 1978, ritenuta una delle grandi opere del nostro Novecento. La gloria è un monologo di un’anima inquieta, di un traditore “per necessità”: racconta infatti la storia di Giuda Iscariota, la tragedia di un uomo, strumento, forse consapevole, del disegno divino. In questa sua ultima opera audace, Giuseppe Berto racconta in prima persona la disperata ricerca della rivelazione divina, il tradimento compiuto, paradossalmente, per l’assoluta dedizione a una causa, il peso di una predestinazione sofferta. La gloria racchiude i temi che attraversano l’intero corpus della produzione dello scrittore: la commistione di bene e male, la colpa insita nel fatto stesso di esistere, la necessità di “misurarsi ogni giorno con l’eternità o con l’assenza di eternità”.
Alberto Fasoli, veneziano di nascita e milanese di adozione, nel corso degli anni ha collaborato con il Teatro Stabile del Veneto, con la Compagnia del Teatro Carcano di Milano, con il Teatro Stabile di Bolzano, con lo Stabile di Catania, con Nuova Scena-Teatro Stabile di Bologna, con il Piccolo Teatro di Milano, portando in scena testi goldoniani, grandi classici e testi di drammaturgia contemporanea. Ha recitato in fiction, sit-com, format televisivi e spot pubblicitari: Centovetrine (2004 e 2006), Camera Cafè (2004), Europa connection (1994).

Mercoledì 4 agosto il Festival ospiterà il gruppo di musicisti “Battiato libero”, in scena con l’omonimo progetto musicale che si muove dentro un’impronta solenne, nel tentativo però di sganciarla da ogni vincolo sonoro o presunzione intellettuale. Il gruppo è composto da Pietro Sinigaglia (voce principale, corno francese), Gloria Clemente (arrangiamenti originali, pianoforte e tastiere, voce), Andrea Cozzani (basso elettrico), Paolo Meneghini (batteria), Davide L’Abbate (chitarra elettrica).

Battiato Libero è il musicista che gioca, l’attenzione armonica e l’interplay del jazz, l’impatto ritmico della tradizione pop, i suoni delle chitarre, le parole, la voce. È il coraggio di trasformare un’eredità preziosa in una cosa sempre diversa, nuova. Battiato Libero è l’ennesima ricerca di un centro di gravità permanente, di equilibrio, in questo strano tempo immobile.
La band di Battiato Libero, è formata da musicisti di grande esperienza che, accanto a progetti personali e collaborazioni importanti, (da Zucchero ai Planet Funk, da Neri Marcorè a Giorgio Albertazzi, Caterina Guzzanti, dal Teatro Stabile e il Teatro Archivolto di Genova, con Hyperion Ensemble) hanno già condiviso tra loro molti altri progetti monografici su musicisti d’autore tra cui: A forza di essere vento (F. De André), Com’è profondo il mare (L. Dalla), Se ci fosse un uomo (G. Gaber), Mitico tango ( A. Piazzolla, con la collaborazione dei ballerini argentini Adrian Aragon ed Erica Boaglio). Gli arrangiamenti di tutti i progetti sono della pianista Gloria Clemente, che ha collaborato, come arrangiatrice e direttrice d’orchestra con l’Orchestra Toscanini, Andrea Liberovici, il Solis Strings Quartet ed Eugenio Bennato.

Venerdì 6 agosto Mediterranean Dance Company proporrà al pubblico della danza e della musica la creazione “Carmen Suite” (musiche di G. Bizet, coreografie di Jvan Bottaro e regia di Alessandra Panzavolta). Nel nome stesso di Carmen è già insita l’importanza del soggetto trattato, e cioè una figura femminile ormai diventata archetipo della liberazione ed indipendenza della donna. In questa creazione curata dal giovane coreografo Jvan Bottaro, per la regia della danzatrice e coreografa Alessandra Panzavolta, viene delineata una Carmen moderna con un carattere forte e sensuale. La forma in “suite” narra tutta la storia in maniera cronologica, mettendo in risalto solo i momenti cruciali della vita di Carmen.
Una donna che sceglie a pieni mani la propria vita ed incontra, accetta ed affronta il proprio destino facendo della libertà la sua ragione di esistere e coinvolgendo a poco a poco le vite degli altri personaggi. Mediterranean Dance Company è formata da giovani danzatori professionisti provenienti da vari paesi del Mediterraneo, stimolando cosi l’inclusione attraverso l’arte della danza.

Alessandra Panzavolta, dopo avere iniziato gli studi di danza classica e moderna alla prestigiosa Scuola di Danza del Teatro alla Scala di Milano, continua e termina la sua formazione alla Royal Academy of Dancing di Londra, sotto la direzione artistica di Margot Fonteyn. Inizia a danzare come solista a quindici anni e debutta come prima ballerina nel Tavolo verde di Jooss al Teatro Filarmonico di Verona.
Dal 2001 al 2006 è Direttore della produzione e programmazione al Teatro de la Maestranza di Siviglia. Gli ultimi impegni la vedono presente al Teatro Olimpico di Vicenza, al Teatro Real di Madrid, al Teatro Comunale di Modena, al Teatro La Fenice di Venezia, all’INDA di Siracusa, all’Opera di Baltimora, al Kennedy Center di Washington, al NCPA di Pechino.

Sabato 7 agosto Paolo Rossi presenta “Pane o libertà/Stand up Shakespeare”.
Nella sua lunga carriera da autentico “irregolare” della scena, Paolo Rossi ha incontrato molte volte Shakespeare e i suoi inconfondibili personaggi. Innamorato, come tutti i veri teatranti, di una scrittura che è da sempre fonte di ispirazione inesauribile, torna al genio di Stratford per divertirsi e divertirci, portando quella vena di lucida follia che rende ogni sua incursione sul palco un autentico happening dagli esiti del tutto imprevedibili. Pane o Libertà / Stand-Up Shakespeare è uno spettacolo che unisce stand-up comedy a commedia dell’arte, giunge a varcare l’universo shakespeariano ma sempre con profonde stoccate di contemporaneità. Un viaggio sinuoso che Rossi intraprende – assieme alla fidata band I Virtuosi del Carso – un percorso narrativo sempre controcorrente.
Paolo Rossi esordisce in teatro alla fine degli anni ’70 con L’Histoire du Soldat, per la regia di Dario Fo. Con la compagnia del Teatro dell’Elfo, nel 1983, è fra gli interpreti di Nemico di Classe, diretto da Elio De Capitani. Prosegue la sua carriera con l’Elfo come interprete di alcuni spettacoli per la regia di Gabriele Salvatores. Dalla fine degli anni’80 Paolo Rossi, a fianco di Claudio Bisio e Silvio Orlando, partecipa artisticamente alla nascita e al successo del teatro cabaret Zelig, aperto da Giancarlo Bozzo e Gino e Michele. In tv è fra i protagonisti di trasmissioni cult come Su la testa! , Il laureato, Scatafascio, Che tempo che fa, Parla con me.

Lunedì 9 agosto saranno di scena i Mitilanti con lo spettacolo di poesie “Preferisco il rumore del mare”, con accompagnamento musicale di Manuel Picciolo.
Il lavoro: quello sottopagato, quello stressante, di mobbing, quello che gratifica e nobilita l’uomo, quello insignificante. Il lavoro e i suoi strumenti, le sue storture, le sue iatture. La sua anima salvifica. Le storie che si nascondono dietro il lavoro e nelle vite di chi lavora. Con le loro voci, i Mitilanti mettono in scena uno spettacolo reso talvolta ironico, talaltra greve, talaltra ancora ineluttabile, dall’incontro tra la poesia, la musica di Manuel Picciolo (in arte Mappo) e le immagini.
I Mitilanti, composti da Andrea Bonomi, Andrea Fabiani, Filippo Lubrano, Alfonso Pierro e Francesco Terzago, sono un collettivo di poeti spezzini dediti alla divulgazione della scrittura in versi. Si sono distinti per la produzione di numerosi eventi riguardanti la poesia performativa e l’oralità: poetry slam, reading, open mic. La loro ultima performance (replicata tre volte) è stata “Poetry Take Away” e “Poetry delivery”: servizio di poesie da asporto e in consegna a domicilio, studiato appositamente per la situazione pandemica.
Manuel Picciolo è un polistrumentista spezzino, primo classificato alla sezione Nuove Proposte del Premio Lunezia 2015 con la canzone “Pregherò”. Coi Mitilanti ha curato le musiche e preso parte agli spettacoli “Poeta Non è Un Lavoro” e “Sail In”.

Martedì 10 agosto Beatrice Schiros, Leonardo Bianconi, Damiano e Alessandro Scalabrini, con la regia di Gabriele Tesauri, presentano “Dènsing – Balere con la “esse” pesante”, commedia originale di Enrico Saccà
Dènsing è una commedia brillante a passo di valzer, un’indagine-mazurka sul mondo delle balere, una sfilata-polka dei suoi personaggi più rappresentativi: il ballerino appassionato e il piacione di professione, la vamp bella & impossibile e la compagnona da balli di gruppo, il gestore ambizioso e il barista disincantato, il vitellone di provincia e il musicista da orchestrina. Al centro di tutto c’è sempre lei, la balera, nelle sue mille evoluzioni dal secondo dopo guerra ad oggi: da ritrovo di campagna a sala da ballo, da locale di tendenza a divertificio multi-pista; il tutto sulle note cadenzate del liscio, da pronunciare rigorosamente con una doppia “esse” pesante.

Beatrice Schiros, diplomata alla Scuola del Teatro Stabile di Genova, ha lavorato con registi quali Marco Sciaccaluga, Giampiero Solari, Gabriele Vacis, Tonino Conte. In televisione è nel cast delle serie Camera cafè, Fuoriclasse, Bentornato Nero Wolfe, I Capatosta, Provaci ancora Prof., DOC con Luca Argentero. Al cinema ha lavorato, tra gli altri, nei film La pazza gioia di Paolo Virzì. Vince il premio Mariangela Melato come migliore attrice per lo spettacolo Thanks for vaselina di Carrozzeria Orfeo, Premio Hystrio per lo spettacolo Animali da bar di Carrozzeria Orfeo, Migliore Attrice al Roma Web Festival 2017 per la serie web Caronte.

Leonardo Bianconi, diplomato alla scuola di teatro Galante Garrone di Bologna, in teatro lavora con diversi registi: Daniele Salvo, Andrea Adriatico, Pierpaolo Sepe, Gabriele Tesauri. Le esperienze più significative lo legano alla collaborazione con il regista e fondatore di Teatri di Vita, Andrea Adriatico. Negli anni ha collaborato inoltre con diversi registi e realtà teatrali del panorama nazionale: Pierpaolo Sepe, Bob Wilson, Romeo Castellucci, Gabriele Marchesini – Teatri di vita, Menoventi, Noveteatro, Teatro Comunale di Bologna, ERT -Emilia Romagna teatri. Nel 2018 è autore e interprete della performance M il nostro di Predappio prodotto da Teatri di Vita. Nello stesso anno lancia il progetto #narrandoBO. Il 19/01/2020 a Bologna è stato il presentatore ufficiale dell’evento “6000 Sardine, Bentornati in mare aperto”.

Lunedì 16 agosto Roberto Alinghieri sarà ospite in piazza Europa con “Magellano, del bisogno di andare – Storia del più incredibile viaggio di tutti i tempi”.

Attraverso la narrazione di Alinghieri, le sue parole, quelle di Antonio Pigafetta (biografo e compagno di viaggio di Magellano) e quelle di Stefan Zweig (massima autorità storica del viaggio del grande esploratore), ripercorriamo la più grande avventura umana, quella della prima circumnavigazione del globo, compiuta da Ferdinando Magellano. La lettura è accompagnata dalle musiche dell’epoca, suonate e cantate da Stefano Cabrera (Gnu Quartet) e Flavia Barbacetto (Blue Dolls), quelle che, con ogni probabilità, cantava e suonava l’equipaggio per sconfiggere la malinconia: l’Ave Maria di Tomás Luis de Victoria, le pavane, Mas vale trocar di Tomás Luis de Victoria, e tante altre.

Roberto Alinghieri, attore, autore, regista, si diploma presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 1985. Ha collaborato con alcuni tra i maggiori nomi del panorama artistico italiano ed internazionale, da Roman Polanski ad Andrej Konchalovskij a Matthias Langhoff a Otomar Krejca a Luca Ronconi. E ancora Mariangela Melato, Franco Branciaroli, Gabriele Lavia, Umberto Orsini, Marco Sciaccaluga, Luca Barbareschi, Elisabetta Pozzi, Elio De Capitani, Laura Marinoni e moltissimi altri. Nel 2008, per la sua interpretazione del Conte d’Almaviva ne “Le nozze di Figaro” vince il Premio Persefone, riservato a personalità del mondo artistico che si sono particolarmente distinte negli spettacoli trasmessi da Rai Due Palcoscenico e Mediaset Premium. Nelle estati dal 2014 al 2019 – all’interno del progetto Odissea, un racconto Mediterraneo, diretto da Sergio Maifredi – ha girato l’Italia interpretando i Canti XI e XVII dell’opera di Omero. Nel 2019 è in tournée negli antichi teatri greci di Siracusa e di Cipro con la Lisistrata di Aristofane con Elisabetta Pozzi per la regia di Tullio Solenghi. e nei teatri italiani con Borkman di Ibsen, con Gabriele Lavia e Laura Marinoni per la regia di Marco Sciaccaluga.

Mercoledì 18 agosto Mario Perrotta chiuderà la rassegna con “In nome del padre”, finalista nel 2019 ai Premi Ubu come Migliore nuovo testo o scrittura drammaturgica. Lo spettacolo è nato da un intenso confronto con lo psicanalista Massimo Recalcati, che alle relazioni familiari ha dedicato gran parte del suo lavoro. Un padre. Uno e trino. Niente di trascendentale: nel corpo di un solo attore tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. Sulla scena li sorprendiamo ridicoli, in piena crisi di fronte al “mestiere più difficile del mondo”. La rappresentazione che voleva i padri come bussole infallibili nel guidare la vita dei figli o come bastoni pesanti per raddrizzare la spina dorsale si è, per Recalcati, esaurita irreversibilmente, portando in superficie l’esigenza di nuove rappresentazioni del padre.
Mario Perrotta è attore, regista e drammaturgo.
Ha conseguito nella sua carriera, fra le tante menzioni e riconoscimenti:
• 2009: Premio Hystrio alla drammaturgia per Odissea.
• 2011: Premio Ubu speciale per Trilogia sull’individuo sociale.
• 2013: Premio Ubu come Miglior attore protagonista per Un bès – Antonio Ligabue.
• 2014: Premio Hystrio-Twister come Migliore spettacolo dell’anno a giudizio del pubblico per Un bès – Antonio Ligabue.
• 2015: Premio della Critica – Associazione Nazionale Critici di Teatro per l’intero Progetto Ligabue.
• 2015: Premio Ubu come Miglior progetto artistico e organizzativo per l’intero Progetto Ligabue.

La Spezia Estate Festival è promosso da Comune della Spezia e Società dei Concerti Onlus con il patrocinio e sostegno di Regione Liguria, con il sostegno di Fondazione Carispezia e AdSP, main sponsor Iren SPA, con il contributo di MBDA

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