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Le critiche

Palmaria, anche per l’Europa serve la valutazione ambientale

La petizione presentata dalle associazioni ambientaliste è stata illustrata dall'avvocato Lanznaster. La pratica resta aperta e verranno chieste integrazioni a Regione e ministero.

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L’Europa vuole vederci chiaro e mantiene aperta la petizione che riguarda il masterplan predisposto per l’isola Palmaria dalla Regione Liguria. Nei prossimi giorni una lettera volerà da Strasburgo a Genova con la richiesta di ulteriori informazioni sulla pratica che nel corso della seduta odierna della commissione per le petizioni del Parlamento europeo ha collezionato ben poche lusinghe.

Pochi giri di lancette dopo la messa in onda della discussione relativa al progetto per il biodigestore di Saliceti (clicca qui) è stato il momento del decimo punto all’ordine del giorno, la petizione numero 1.346 presentata contro l’adozione del piano d’azione per la riqualificazione dell’isola.
Dolors Montserrat, presidente della commissione per le petizioni, ha dato in apertura la parola a Francesca Lanznaster, avvocato ed ex candidata alle regionali per la Lista Sansa, che ha parlato a nome delle associazioni Palmaria sì, masterplan no, Legambiente, Lipu e Wwf Liguria.
“Il piano proposto – ha esordito – stravolge l’attuale assetto territoriale e ambientale dell’isola. Riteniamo che la procedura di approvazione del masterplan violi la norma comunitaria, che non risulta applicata correttamente dalle amministrazioni per quel che riguarda la valutazione degli impatti ambientali e per la partecipazione del pubblico. Il masterplan avrà un impatto rilevante, coinvolgendo oltre la metà del territorio e comprendendo aree di conservazione terrestri e marine. Nonostante siano passati due anni dalla sua approvazione il piano non è stato sottoposto a nessuna valutazione ambientale, né strategica né di incidenza. Invece le amministrazioni stanno già lavorando a un’intesa, che si porrà in maniera sovraordinata rispetto ad altri piani. A nostro avviso è ancora più grave il fatto che non sia stata fatta la valutazione della capacità di carico dell’isola, che avrebbe invece dovuto essere la prima cosa da cui partire. E inoltre è stata preclusa una partecipazione efficace: basti pensare che lo scenario 5bis è stato pubblicato dopo l’approvazione del masterplan”. Lanznaster ha poi specificato che secondo i firmatari ci sono analogie con altre procedure di infrazione avviate verso l’Italia in materia di carenza di misure di conservazione, di consultazione del pubblico e di mancata prevenzione del danno ambientale. “Aiutateci a salvare la nostra amata isola Palmaria”, ha concluso.

L’europarlamentare del Pd Brando Benifei ha parlato di un “piano concreto di trasformazione dell’isola, non solo per la modifica della destinazione di alcune aree, ma anche per la modifica dell’assetto ambientale con l’edificazione di strutture turistiche e ricettive, nonostante sull’isola siano presenti diversi livelli di tutela, tra cui anche zone tutelate dalla stessa Ue”. Benifei ha ricordato che il masterplan coinvolge il 62 per cento della superficie della Palmaria e ha detto che “la Regione ha tentato di aggirare gli obblighi previsti dalla Valutazione ambientale strategica attraverso una procedura inusuale, quella del masterplan concordato tra le istituzioni. Un intervento di questo genere – ha proseguito – deve essere assoggettato a Vas e le dichiarazioni della giunta regionale fanno pensare che sia necessario un intervento europeo per garantire che l’opera sia sottoposta alle dovute verifiche, che cittadini e associazioni si possano esprimere prima che sia approvata garantendo il diritto alla partecipazione. Non possiamo creare un precedente che permetta alle istituzioni di aggirare le norme europee in ambito ambientale, ne andrebbe della credibilità dell’Ue soprattutto in questo momento in cui siamo così fortemente impegnati sui temi del clima e della transizione energetica”.
L’europarlamentare spezzino ha chiesto ufficialmente che la petizione sia mantenuta aperta per valutare gli sviluppi, che vengano contatti Regione e ministero per invitare all’abbandono del progetto e che si acquisisca il parere della commissione per l’ambiente e la sanità pubblica del Parlamento europeo per una prossima discussione sul tema.

Un parere critico rispetto al masterplan è stato espresso anche da Clelia Antico, della direzione generale Envi della Commissione europea. “La preoccupazione principale dei firmatari è che i contenuti del masterplan siano trasfusi nell’intesa senza essere sottoposti a una valutazione e senza un reale contraddittorio. Tale preoccupazione è alimentata anche da una certa confusione a livello procedurale e terminologico: il procedimento scelto – ha spiegato Antico – è atipico, anche nella denominazione, e i contenuti sono vaghi, ma potrebbero avere gravi conseguenze, secondo i firmatari. Inoltre nella documentazione del piano si parla alternativamente di scoping e verifica di assoggettabilità a Vas e pertanto la Commissione comprende le preoccupazione espresse. Il masterplan parrebbe essere un atto volontario e se i contenuti venissero trasfusi sarebbe opportuno chiedere che si valutino gli impatti ambientali. Inoltre siamo in un’area di interesse comunitario e pertanto qualsiasi piano o progetto che potrebbe avere effetti necessita di valutazione di incidenza. È compito della autorità nazionali dare applicazione a queste normative e questo caso sembra un esempio di cattiva applicazione del diritto dell’Unione. La valutazione di incidenza è senz’altro necessaria”.

Dai banchi del Ppe ha preso la parola l’eurodeputato Stelios Kympouropoulos, che si è espresso in termini più generici, finendo poi per scendere nello specifico.
“Bisogna considerare la situazione ambientale prima dell’approvazione di eventuali piani. Ritengo quindi che si stia andando contro la direttiva, inoltre in una zona speciale di conservazione, nella quale deve essere valutato ogni impatto negativo. La petizione deve restare aperta ed è necessario ottenere ulteriori informazioni dalle autorità nazionali competenti”.

“Sono le stesse amministrazioni a definire il masterplan come definitivo – ha chiarito Lanznaster nella replica -, ma proprio la sua incompletezza in fatto ambientale ci fa temere che queste non saranno fatte se non come ratifica più che per la reale valutazione dei contenuti”.