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Una parte di marola scuote la testa

MuratiVivi: "Peracchini ringrazia la Marina su vicenda amianto? Dimostra di essere inadeguato a fare il sindaco"

Tetto in eternit in arsenale

“Le parole del sindaco Peracchini, sulla vicenda dell’amianto presente sulle coperture dei capannoni dell’Arsenale di fronte a Marola, assumo le tinte di una commedia grottesca che, peraltro, non fa ridere, anzi ferisce la dignità ed il buon senso dei cittadini e delle associazioni, come la nostra, che ha portato questa battaglia di civiltà in tutte le sedi istituzionali possibili, con risultati zero”. Così l’associazione Murati Vivi attacca il primo cittadino dopo le varie prese di posizione degli ultimi giorni: “Nonostante gli impegni assunti dal consiglio comunale, bene ricordare su una proposta dei Murati Vivi, il sindaco ha impiegato mesi per fare eseguire un monitoraggio che sarebbe dovuto partire d’ufficio e nei giorni seguenti allo scoperchiamento dei tetti in amianto ed ulteriori mesi per ottenere dalla Marina militare una mappatura della presenza di eternit nelle coperture dell’Arsenale, ottenibile in 10 minuti via email. Il tutto in un silenzio assordante del primo cittadino, nonostante le decine di solleciti a stringere i tempi”.

“Nel mentre – continua la nota – la Marina militare non ha mosso un dito. Passano i mesi (e i governi): Conte 2 stanzia, è bene ricordare su spinda dell’on.Traversi e dell’on.Orlando, fondi per la rimozione dell’amianto, fondi peraltro che comprenderebbero anche la bonifica della fibra killer dai navigli. I tetti in eternit sono ancora li, non c’è un cantiere aperto, nulla, eppure gli stanziamenti sono legge, già effettivi nel 2020. Il sindaco Peracchini ha mai espresso un sollecito? No. Se ciò non bastasse a calare un velo pietoso sulle esternazioni ipocrite e mistificatorie del primo cittadino spezzino, in questi mesi abbiamo sottolineato come i navigli ormeggiati di fronte a Marola appestino il golfo con le loro emissioni (solo la Marina militare può credere che da un processo di combustione si produca vapore acqueo), mantengano spesso e volentieri le strumentazioni radar accese in banchina (con probabili emissioni elettromagnetiche), abbiamo portato a conoscenza l’opinione pubblica del colore del mare quando le piogge copiose dilavano la discarica del campo in ferro. Il sindaco ha espresso un parere o un atto in tutela della salute dei cittadini?”

“Non solo il sindaco è stato silente – concludono i MuratiVivi -, ma la sua totale diserzione dal dibattito, sia istituzionali (mai una volta si fosse presentato in commissione quando fummo auditi, per tre volte) sia sociale (mai una presenza ne risposta agli inviti a dibattere pubblicamente di queste questioni). Alla luce di questo quadro disarmante e sconcertante, Peracchini rinnova il ringraziamento alla Marina militare per la disponibilità. A cosa? Ad eludere i problemi legati alla nocività della sua presenza? Probabilmente le prerogative istituzionali di Peracchinii sono la difesa degli interessi della Marina militare, in luogo della salute dei cittadini, salvo una velata ipocrisia condita con molta smemoratezza, da abbandonare a qualche comunicato stampa, ipotizzando che la gente non conosca le problematiche e creda che gli asini volano. Ebbene noi la memoria l’abbiamo e non dimentichiamo l’escursus penoso di questa vicenda, che a 2 anni dal suo inizio non solo non vede la sua conclusione, ma non traguarda nemmeno l’inizio di un cammino di risoluzione. Di fronte ad un quadro talmente desolante, raccontare una storia che non è mai accaduta, congratulandosi con chi non ha mosso un dito, ammantarsi di essersi prodigati è frutto di una tale sfrontatezza ed ipocrisia difficile da paragonare a memoria di cittadini. Riteniamo che chi ha l’onore e l’onere di amministrare si dovrebbe assumere le proprie responsabilità, in primis politiche, delle scelte compiute e non compiute, evitando di rapportarsi ai cittadini come poveri smemorati a cui si può raccontare la favole dell’uva. Apprezziamo il tentativo caro sindaco, ma evidentemente non è mestiere per lei, palesando la totale inadeguatezza al ruolo che si ricopre”.

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