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Sprugoleria

Sprugoleria

Il sudore di una comunità

di Bert Bagarre

Riviera Spezzina

A ne se pé die dea tera che a la zia atorno aa Sprugoa. che la sigia senza dee pianele, i tanti piccoli gradini che un lavoro di generazioni ha creato nelle erte scoscese che s’innalzano lungo la riviera delle Cinque Terre. Spettacolo che giustamente l’Unesco ha inserito da tempo nel patrimonio dei gioielli che l’uomo ha costruito. A vederle così, realizzarle sembra cosa facile. Prendi una zona piana, con i sassi che trovi intorno ci costruisci sopra un muro che faccia da contenimento alla terra che versi sopra, poi semini e ti ritrovi la cantina piena di Sciacchetrà.

Troppo facile e troppo bello per essere vero, a cominciare dal fatto che qualunque fianco di qualsiasi rilievo è sempre scosceso. Terreni in piano non ne trovi su per le erte. Se ne vuoi uno così, te lo devi fare lavorando di vanga e di pala. E neppure i sassi li hai a portata di mano, ma li devi portare giusto nel punto dove servono e le pietre, dovunque le si prendano, in alto o in basso, portarle è fatica. L’è aloa che te capissi che fae e pianele i ne l’é lavóo, ma travagio düo. E te capissi anche perché chi lavora nelle piane è di natura sparagnino: ha poco e quel poco che ha se l’è conquistato curvando la schiena che, estate o inverno, è sempre madida di sudore. Non si scialacqua con il frutto della fatica.

L’avverti già dai pali che reggono il vigneto coltivato sulla piana: non li vedrai mai ficcati nella terra che è poca e non può essere sprecata. Hanno trovato un’altra soluzione: i pali sono immersi non nel suolo ma nelle pietre del muretto a secco. Siccome la vanga non affonda nel sasso, lo si è appositamente bucato dandoci di punta e martello, ma con la massima cura quasi che quegli strumenti fossero bulino e sgorbia che cesellano gioiello pregiato. Il foro destinato ad accogliere il sostegno, deve essere eseguito con nitidezza e precisione. Se il palo lo si deve posizionare con facilità, l’alloggio che lo ospita deve trattenerlo con saggezza.

Il legno va tenuto ben saldo ché non deve inclinarsi da far pericolare l’intera impalcatura dei grappoli. Tuttavia, se deve reggere l’impeto del vento quando soffia impetuoso, deve al tempo stesso potersi flettere docile senza opporre resistenza che lo spezzerebbe, deve esercitare la sua elasticità per accompagnare le folate del fortunale seguendone il verso. Nei muretti si rivela una maestria antica, frutto di generazioni che se la sono passata in eredità come bene troppo prezioso per poter essere disperso. Per questo, quando gustiamo il vino di quelle piane, ne assaporiamone anche il retrogusto speciale che è il sudore di una comunità.