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Nel fine settimana arriva il "bioblitz"

Masterplan, il caso Palmaria verrà discusso in commissione europea

C'è la data, il movimento "Palmaria sì e masterplan no": "E' una prima conquista. Dalle nuove perizie emergono dati preoccupanti: nel 62 per cento dell'isola potrebbero essere prese decisioni troppo impattanti".

Giacomazzi, Lombardi, Laznaster, Sarti

Il 26 maggio l’isola Palmaria e il Masterplan verranno discussi nell’ambito della Commissione europea per le petizioni. E mentre il dibattito viene calendarizzato Legambiente e l’associazione “Palmaria sì Masteplan no” tornano alla carica presentando una mappa dell’isola valorizzata secondo il maxi progetto. E per loro c’è davvero poco per stare tranquilli, perché secondo lo studio del carteggio: il 62 per cento dell’isola sarebbe riqualificata ma con il rischio concreto che in quella parte vengano prese decisioni, in realtà, fortemente impattanti sul benessere dell’isola.
Sono questi i punti affrontati questa mattina dalle due associazioni che hanno espresso forte preoccupazione su quanto emerso dai nuovi studi, ma allo stesso tempo hanno visto nella calendarizzazione del “caso Palmaria”, in ambito europeo, una prima e importante conquista.
La portavoce dell’associazione “Palmaria sì, Masterplan no” Giorgia Lombardi ha spiegato: “Le nostre indagini hanno rilevato che il 62 per cento dell’isola verrà completamente cambiato. Ed è un dato che non può essere in alcun modo sottovalutato perché è pericoloso. Come movimento, assieme a Legambiente e ad altre associazioni ci impegneremo per il prossimo fine settimana in un bio blitz. Ci rincuora però della notizia arrivata dalla commissione europea che si riunirà il 26 maggio”.

Fabio Giacomazzi membro del movimento e di Legambiente ha spiegato il significato del bio blitz del fine settimana e perché le percentuali rilevate dallo studio della mappa sono ritenute così preoccupanti.
“Il bio blitz sarà un’occasione per riunire coloro i quali appoggiano gli ideali per la tutela dell’isola – ha spiegato -, ci saranno anche degli specialisti e porteremo avanti un modello di conoscenza alternativo. Raccoglieremo una serie di dati sulle piante e gli animali che vivono sull’isola. Questa iniziativa va oltre a quanto già fatto, ad esempio la pulizia, e si affianca alle recenti perizie che il Comune di Porto Venere ha affidato a un architetto. Sta emergendo il piano delle alienazioni non solo degli edifici ma anche dei terreni e ne è nata una mappa che in precedenza era assente nel Masterlplan, ne era presente una versione diversa per redigere il rapporto preliminare. Da quest’ultimo documento emergono dei dati: solo una piccola parte è destinata al verde e al settore agricolo. Il resto fa parte delle acquisizioni”.
“Il 62 per cento dell’isola dunque sarebbe soggetta a quella che viene ritenuta ‘valorizzazione’ – prosegue Giacomazzi -. Non possiamo che essere preoccupati perché se questo progetto andrà avanti così com’è la Palmaria ce la possiamo scordare. Il 35 per cento potrebbe essere privatizzata e in alcuni luoghi si dovrà rinunciare ad alcuni dei boschi di qualità presenti sull’isola che si sono sviluppati in assenza dell’azione antropica”.
La portavoce Lombardi ha aggiunto: “”Non siamo contrari a un miglioramento dell’isola, ma non così. Abbiamo studiato un progetto alternativo improntato sulla manutenzione e la valorizzazione in ambito ecologico della Palmaria”.
L’avvocato Francesca Lanznaster ha spiegato: “Il progetto del masteplan coinvolge il 62 per cento dell’isola ed è chiaro che è come se la coinvolgesse tutta. Nella sua versione definitiva, detta ‘Scenario 5 bis’, non è mai stato sottoposto ad alcuna forma di contradditorio: confezionato dalla cabina di regia, approvato da un organo costituito ad hoc in base alla legge regionale che costituisce le aree strategiche. Questo progetto ha bypassato ogni sede di discussione sui suoi contenuti: dal consiglio comunale, a quello regionale. Ci è stato detto che c’è stato un passaggio con l’assiciazione ‘Palmaria nel cuore’, ma sappiamo che non è così. Riteniamo che siano state accolte delle osservazioni senza però tenerne conto. E’ dal 2019 che seguiamo questa linea e i nuovi documenti sembrano essere inseriti in procedura di Vas, ma è una nebulosa. Non c’è stata alcuna comunicazione sul suo avvio secondo i crismi di legge. Non si hanno ancora tempi certi e quando sarà aperta la fase delle osservazioni. Ad oggi non sappiamo nemmeno le intenzioni della Regione in merito all’inchiesta pubblica: c’è l’unaminità da parte delle associazioni. E non ci è stato detto se verrà concessa. Non sappiamo dunque se sul masterplan si potrà intervenire in qualche modo”.
“Per queste ragioni – prosegue – abboamo scelto di sollevare la vicenda anche nell’ambito della Commissione europea per le petizioni con due distinti ordini di problematiche: una parte è sulla procedura di Vas, che alla petizione non era stata ancora attivata, l’altra sul tema della partecipazione. C’è in merito una direttiva europea che impone la partecipazione dei possibili controinteressati su progetti che potrebbero avere un impatto rilevante su un territorio. E nella mappa che abbiamo oggi è evidente. Abbiamo curato con attenzione la nostra petizione e la commissione europea si è spesa per questo percorso. Potremo partecipare alla commissione che è stata calenderizzata e potremo dare il nostro contributo”.

A chiudere gli interventi è stato Stefano Sarti: “Noi non ce l’abbiamo con il sindaco ma vogliamo porre l’attenzione sulla logica dei commissari: perché possono agire in zone di interesse speciale con dei poteri di intervento e cambiamento di quelle che sono le ricollocazioni urbanistiche, territoriali”.

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