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Nuovo ospedale

La maggioranza difende il partenariato col privato: "Il risparmio è nei tempi"

Respinta la mozione con la quale l'opposizione proponeva di ricorrere a mutui o al Recovery fund per evitare di obbligare Asl a pagare oltre 250 milioni in 25 anni a fronte di un investimento di 86 milioni da parte del privato.

Nuovo ospedale del Felettino, lavori in corso

Ancora una volta sul tema dell’appalto per la realizzazione del nuovo ospedale si è assistito al muro contro muro in Consiglio comunale. Da una parte le richieste e le proposte del centrosinistra per modificare la scelta del partenariato pubblico privato (Ppp) fatta da Regione, Alisa e Asl, dall’altra la convinzione della bontà del percorso individuato. Se la minoranza ha puntato molto sull’aspetto economico e sull’assenza di rischio di impresa per il concessionario, il centrodestra ha replicato sottolineando il risparmio in termini di tempo e ricordando l’impasse vissuta nel recente passato.
La seduta straordinaria richiesta dall’opposizione è andata in onda ieri sera sul canale YouTube dell’assemblea spezzina (non senza gli ormai abituali e insopportabili disguidi tecnici) e si è conclusa con la bocciatura della mozione dell’opposizione con il voto compatto della maggioranza: 17 i contrari del centrodestra, mentre dal centrosinistra si sono alzate 12 mani a sostegno del documento. Assente al momento del voto il consigliere comunale e sottosegretario alla Sanità, Andrea Costa, uscito recentemente dalla maggioranza e autore di un intervento che ha colpito a destra e a sinistra, compreso anche il sindaco Pierluigi Peracchini.

Nella presentazione della mozione Guido Melley, capogruppo di Leali a Spezia, ha valutato eccessivi i 22 milioni di euro che verranno versati a Ire, la partecipata della Regione, per le pratiche tecniche e il ruolo di stazione appaltante, ricordando quanto si sia avvertita l’assenza spezzina all’interno della cabina di regia che ha accompagnato l’appalto Pessina all’epilogo della revoca del contratto. “Toti mette in campo la ciccia”, ha aggiunto Melley dopo aver ripercorso le tappe di una storia iniziata oltre 20 anni fa.
Fabio Cenerini, capogruppo di Toti – Forza Italia, ha accusato Melley di voler fare proclami in vista di una prossima candidatura a sindaco e ha ricordato che il valore massimo dell’appalto, pari a 264 milioni di euro, è da intendersi prima del ribasso di gara, stimabile nel 15/20 per cento: “Non come in occasione dell’appalto Pessina, che ha offerto un ribasso dello 0,01 per cento”, ha concluso.
“Cambiare strada è doveroso dopo quello che è successo. Lo strumento del Ppp – ha aggiunto il totiano Enzo Ceragioli – segue il Codice e da vantaggi in termini di tempo, in media di un anno, riduce il rischio di ricorsi e si paga dopo la consegna. La gestione dell’ospedale resta pubblica: i parcheggi, per esempio, saranno di competenza del Comune. Solo la manutenzione, con relativi costi, sarà in capo al privato. E non c’è volontà politica di sguarnire i servizi oggi esistenti, anzi”.
L’ultima affermazione non ha convinto Marco Raffaelli, capogruppo Pd, che ha ribadito la contrarietà all’applicazione del decreto Balduzzi citata in delibera da parte della Regione e ha accusato Peracchini di assecondare ogni cosa venga decisa da Genova. “Con i soldi che circolano su questo appalto ce ne vengono due di ospedali, anche con il ribasso, Cenerini. Parliamo di quasi mezzo miliardo, un milione per posto letto. Ci sono alternative, come i mutui o il ricorso al Recovery fund, e le proponiamo nella mozione. Inoltre le risorse del comparto sanitario, che potrebbero essere usate al posto dei denari del privati, potrebbero essere utilizzate per smarcare la Regione dal suo contributo. Si ridurrà la qualità dei servizi sanitari e chi coprirà le lacune? Il privato, non siate ingenui”.
Lorenzo Viviani, che oltre a essere capogruppo della Lega siede anche alla Camera, ha ribadito l’importanza delle tempistiche e l’inadeguatezza attuale del Sant’Andrea. “Fare l’ospedale velocemente significa anche risparmiare sull’attuale, dove si liquidano milioni di euro per il riscaldamento. Anche io mi sono fatto alcune domande, mi sono informato: Il Ppp non viene applicato solo qua e le percentuali di ritorno per il privato sono stabilite dalla legge. E’ giusto fare le pulci all’operazione, ma dobbiamo anche essere pragmatici: un ospedale in tempi più brevi, chiavi in mano, ha un valore immenso”.
Dallo scranno (virtuale) del gruppo misto Massimo Caratozzolo ha tacciato centrodestra e centrosinistra di aver fallito: in 20 anni al governo della Regione nemmeno le fondamenta del nuovo ospedale. Il consigliere ha ravvisato “incapacità trasversali e ora, senza un vero diritto alla salute, ci affidiamo ai finanziamenti privati: questa -a ha detto – è una resa incondizionata della politica e dei cittadini verso i cavilli contrattuali. Per Peracchini esiste solo il Picco e spera che suoi angeli Toti e Giampedrone posino l’ennesima prima pietra prima delle prossime elezioni”.
Fondamentalmente concorde con le scelte della Regione compiute dal 2016 in poi (gestione e revoca dell’appalto Pessina), Lorenzo Forcieri, capogruppo di Avantinsieme, ha inviato a portare avanti la discussione prima di indire la gara, visti i numerosi punti da chiarire. Tra questi l’investimento privato compensato da gestione di servizi per un periodo molto lungo, le garanzie sui canoni a carico di Asl, la consistenza di un piano ospedaliero per il periodo transitorio e quello in cui il nuovo ospedale coesisterà col San Bartolomeo, “perché è ormai chiaro a tutti che servono due strutture per affrontare emergenze come quella pandemica. E inoltre l’ospedale sarzanese – ha aggiunto Forcieri – può essere coinvolto per limitare, solamente con prestazioni di eccellenza, l’esodo di pazienti spezzini verso altre regioni. Perché non chiedere direttamente un mutuo a Cassa depositi e prestiti (che lo fornirà invece al privato) proponendo a Cdp di partecipare all’operazione con qualche sua controllata? Sono dubbi, questi, posti anche dal senatore Grillo”.

Paolo Manfredini si è detto preoccupato per la sostenibilità economica e finanziaria, per la restituzione di 25 rate annue da 10,3 milioni di euro a fronte di un prestito di 86 milioni. “Questo ingessa la capacità di investimento di Asl. Per quanto riguarda il piano previsto per la transizione, presentato nel 2019, quindi prima della pandemia, gli investimenti strutturali erano già previsti, così come quelli tecnologici, mentre in fatto di personale non viene nemmeno soddisfatto il gap rispetto alle altre Asl. Anche i posti letto rimarrebbero al di sotto dei parametri: 452 per acuti e 38 in riabilitazione, ma dovrebbero essere 659 e 151. E i servizi territoriali sono in affanno”.
Quando è stato il suo turno, Costa ha primo di tutto messo i puntini sulle i nei confronti del consigliere Marco Frascatore: “Non mi sono mai sottratto al dibattito o al dialogo, quella dichiarazione sui giornali mi ha fatto riflettere e non è stata smentita da nessun esponente di Cambiamo. Ma bisognerebbe veicolare informazioni corrette: non ero presente in commissione, e ricordo che non ero audito, perché ero impegnato in altra riunione. Se la commissione ha intenzione di audirmi sono disponibile. Tra l’altro – ha proseguito – invito ad approfondire meglio: non è vero che la pratica attende da due mesi. Il ministero ha chiesto alla Regione il piano finanziario e il progetto, necessari per esprimere un parere, e sono arrivati il 20 aprile, da sei giorni. Questa settimana di insedierà il Cidac, organo tecnico che dà il nulla osta per l’utilizzo dei fondi statali, in questo caso pari a 110 milioni di euro. Ci sono 25 e più milioni che potrebbero essere a disposizione ma al momento sono in procedura di revoca perché sono scaduti i termini: ci auguriamo che la Regione ne faccia nuovamente richiesta. Di sicuro mi aspettavo che il sindaco giocasse un ruolo più da protagonista in questa partita. Anche convocando una conferenza dei sindaci: quando si crede nelle proprie idee non bisogna avere paura di confrontarsi e invece devo registrare che col territorio e con i sindaci della provincia è mancato il confronto. Infine – ha concluso – non mi scandalizzo per il Ppp, ma il canone annuo previsto è importante e voglio capire se può incidere sulle risorse di Asl e sui servizi ai cittadini”.
Federica Pecunia, capogruppo di Italia viva, ha parlato senza mezzi termini di “regalie nei confronti dei privati” e ha sostenuto che “l’iter si sta già mostrando più farraginoso del previsto. Il contenzioso con Pessina non inciderà? Sarà da approfondire. Serve chiarezza sul passato e sul presente. E vi siete dimenticati di dire che quell’appalto era finanziato, invece avete lasciato passare due anni per una variante che non richiedeva un euro in più”.
Ancora per la Lega ha preso la parola Federica Paita difendendo il Ppp e respingendo l’idea che possa esserci un intervento da parte della Corte dei conti, mentre Roberto Centi, di Leali a Spezia, ha accusato Ire di protervia per aver più volte rifiutato l’audizione in commissione per chiarire l’andamento dell’appalto Pessina. Riguardo alla pratica attuale: “Ho chiesto giorni fa il piano finanziario, ma ancora non mi è stato consegnato. Sono sconvolto al pensiero che quei 74 milioni di euro possano essere dirottati altrove, come se fossimo un puzzle da modulare in base a esigenze”, ha concluso facendo riferimento ai fondi del riparto sanitario.
Massimo Lombardi, di Spezia bene comune, ha invitato la maggioranza a “non far fare un salto nel vuoto con un rischio di indebitamento che può far saltare tutto” e il capogruppo arancione Marco Frascatore, chiarito il senso delle dichiarazioni sull’assenza di Costa in commissione, ha replicato ponendo l’accento sul fallimento della strada dell’appalto integrato scelta dalla giunta Burlando: “stiamo lavorando per tempi più brevi e per non rischiare di essere soggetti a ricorsi. I servizi sanitari saranno garantiti, per le cure ordinarie e per le emergenze. Non vorrei che il fatto di poter riuscire a portare a termine il nuovo ospedale spaventi qualcuno”.
La grillina Donatella Del Turco ha stigmatizzato l’assenza di indicazioni sull’organico che sarà messo a disposizione del nuovo ospedale, sui reparti che saranno garantiti e sul sistema della sanità territoriale, mentre Emanuele Corbani, della lista SPezia vince con Peracchini sindaco ha introdotto l’intervento del primo cittadino.
“Siamo arrivati alla revoca – ha ricordato Peracchini – con lavori svolti al 5 per cento e una fideiussione emessa da una società in liquidazione. Due tiranti della paratia non hanno superato il collaudo e la variante delle fondazioni era stata considerata un nuovo progetto. Seguendo linee guida di Anac e degli advisor coinvolti, le valutazioni hanno portato a valutare la miglior soluzione possibile in termini di tempi e condizioni ed è stato scelto il Ppp light, con manutenzioni a carico del privato e pagamento dei canoni solo dopo consegna. Dal punto di vista giuridico, essendo un appalto pubblico, ci sono tutti i controlli previsti in Italia, e sono tanti. Speriamo, anche grazie alla presenza del sottosegretario Costa, che la commissione dia il via libera al finanziamento ex articolo 20 e si possa andare a gara al più presto. Chi non vuole far costruire l’ospedale trova tutte le scuse del mondo, ma le strade percorse in precedenza erano evidentemente sbagliate. Nel nuovo ospedale sono state previste aree per il trattamento di epidemie, che prima non erano ovviamente previste”.

Melley, nella replica riservata ai presentatori della mozione, ha accusato la maggioranza di aver “un po’ schivato la discussione” e ha dichiarato di aver intravisto qualche esponente di centrodestra che “in fondo in fondo la pensa come noi”. “La Conferenza dei sindaci dovrà autoconvocarsi per consentire agli altri sindaci di dire la propria. C’è un delta di 150 milioni di soldi pubblici tra questo Ppp e la possibilità di contrarre un mutuo. E chi ci dice che i canoni saranno garantiti? Nella delibera non è scritto. E ci sono incertezze sulla dotazione di personale. Tutto deve essere autorizzato da Regione o Alisa. E nel frattempo cosa accadrà alla sanità spezzina? Non sono temi di destra o sinistra, ma di stampo sanitario”, ha concluso.

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