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L’opposizione non molla: "Nuovo ospedale sia completamente pubblico"

I consiglieri di opposizione, insieme a consiglieri regionali e sindaci di centrosinistra, hanno messo in atto un presidio davanti all'ingresso di quello che era il cantiere. Lunedì ci sarà il consiglio comunale straordinario.

L'opposizione protesta contro la Regione, Asl e il Comune davanti all'ex cantiere del nuovo ospedale

Se in settimana il presidente della Regione Giovanni Toti aveva mostrato di voler tirare dritto sul tema del nuovo ospedale, questa mattina l’opposizione di centrosinistra ha fatto capire che non mollerà la presa sino all’ultimo, ritenendo che siano state fatte scelte nocive per la salute e per le tasche degli spezzini.
Così i consiglieri di minoranza, insieme ai consiglieri regionali, ai sindaci di area, ai principali esponenti dei partiti e alle associazioni del Manifesto della sanità, si sono dati appuntamento davanti ai cancelli di quello che sino a un anno e mezzo fa era il cantiere del nuovo ospedale per chiedere prima di tutto che l’ospedale sia costruito con risorse completamente pubbliche.

“La comunità spezzina – ha esordito Guido Melley, capogruppo di Leali a Spezia – aveva sperato nella realizzazione del nuovo ospedale con l’avvio nel 2016 della gara di appalto e la demolizione del vecchio Felettino. Un progetto che ha visto una serie di inadempienze della società costruttrice, ma, soprattutto, una pessima gestione del cantiere, con varianti progettuali incagliate per ben due anni nelle maglie della burocrazia regionale, sino alla revoca del contratto di appalto a fine 2019 da parte della Regione, che ha comportato il contenzioso con l’impresa costruttrice e la revisione dell’intero progetto. Cinque anni persi: il presidente della Regione Toti aveva solennemente promesso che il nuovo Felettino sarebbe entrato in funzione nel 2020. Ora la Regione intende fare ripartire l’operazione con un progetto molto più costoso, lievitato dai 175 milioni del vecchio appalto ai 264 milioni attuali, dove spiccano ben 22 milioni destinati alle spese di progettazione ed incarichi professionali: soldi che in prevalenza finiranno nelle tasche di Ire spa, la società regionale incaricata nuovamente di gestire l’intero progetto. Ma il punto più dolente è che si tratta di un Partenariato pubblico privato (Ppp) fortemente sbilanciato verso la parte di finanziamento privato. Secondo la Regione, ben 86 milioni – pari al 33% dell’intera operazione – saranno anticipati dal privato aggiudicatario della gara ed Asl provvederà a rimborsare tale prestito in più di 25 anni con un importo monstre di 262 milioni; lo stesso privato si vedrà assegnare servizi di manutenzione del nuovo ospedale per lo stesso periodo a fronte di un altro cospicuo esborso da parte della stessa Asl. Ci auguriamo che il ministero intervenga per arginare questo disastro, anche grazie alla presenza del sottosegretario Andrea Costa”.

Per il Pd ha preso la parola il capogruppo Marco Raffaelli: “Serve un fronte sociale che porti avanti questa battaglia oltre a quella per l’alternativa al governo della città. Quale buon padre acceterebbe un accordo del genere? Ma soprattutto ci chiediamo cosa ci sarà dentro questo ospedale. Peracchini resta silenzioso, come sempre, ma stando al decreto Balduzzi, che la Regione ha richiamato in delibera, dovremo fare a meno di reparti come quelli di Emodinamica, Chirurgia plastica toracica e vascolare, Geriatria, Malattie Infettive, Neuropsichiatria infantile (abbiamo un ambulatorio che sparirebbe), Dermatologia, Emodialisi, Neonatologia, Oncologia, Pneumologia, Terapia intensiva neonatale, Nefrologia. La Regione vuole derogare al decreto Balduzzi? Anche il direttore Cavagnaro ha detto che che è un tema discusso, ma Toti ha deciso di applicarlo”.
Secondo Lorenzo Forcieri, leader di Avantinsieme, i pericoli sono due: la prima è che si continuino a spendere milioni di euro in progettazione e carte senza che l’ospedale sorga mai. “Inoltre – ha aggiunto – vigileremo giorno per giorno per avere la migliore soluzione possibile sia per quanto riguarda ospedale spezzino sia per la fase di transizione. Non dimentichiamo che abbiamo fughe sanitarie verso altre regioni per oltre 40 milioni di euro”.
Federica Pecunia, capogruppo di Italia viva, che si è detta soddisfatta per l’unità e la partecipazione dell’opposizione, ha accusato ancora il primo cittadino di aver silenziato i temi sanitari nel corso dell’ultimo anno e ha parlato di “disastrosa gestione della pandemia con l’aggiunta della sospensione di servizi sanitari essenziali, come lo screening mammografico. Sino a oggi la direzione di Asl non è stata in grado di risolvere queste storture”.

Il sindaco di Castelnuovo Magra, Daniele Montebello, ha spiegato che “il San Bartolomeo è stato svuotato e per curarsi bisogna andare in Toscana, con costi che di fatto sono a carico dei pazienti. Abbiamo contribuito all’organizzazione delle vaccinazioni per gli over 80 e vista la situazione attuale ci siamo resi disponibili per proseguire anche con altre fasce di età, ma ci è stato risposto che non siamo in grado…”. L’altro sindaco che ha preso la parola è stata Fabrizia Pecunia, prima cittadina di Riomaggiore: “La sanità deve essere il tema principale, all’attenzione su tutti i tavoli politici e di confronto. Non lasceremo soli i cittadini. Abbiamo bisogno di assumere, di medicina territoriale e di sanità anche non Covid”.

Il consigliere regionale del Movimento cinque stelle Paolo Ugolini ha sottolineato l’assenza di dialogo sui temi sanitari con la Regione e ha indicato il Partenariato pubblico privato scelto per il nuovo ospedale come “una operazione finanziaria senza rischio di impresa per il privato, tanto che procuratore generale della Corte dei conti ha detto di valutare bene perché ha ravvisato che potrebbe essere troppo onerosa per cittadinanza”.
Paolo Putrino, per Articolo uno, ha scherzato dicendo che la responsabilità della mancata realizzazione del Felettino non può essere del ministro Speranza, al quale oggi vengono attribuite troppa responsabilità. A chiudere gli interventi è stato Rino Tortorelli, portavoce di associazioni e comitati: “Se non cambiamo sistema la Asl nel 2051 sarà ancora a pagare quasi 15 milioni all’anno. Non avremo risorse per fare investimenti per il territorio e i servizi. E non c’è un vero piano ospedaliero. Sappiamo solo che il San Bartolomeo è già destinato in parte a servizi privati. Non è stato smentito dal direttore Cavagnaro. Anzi. E su questo invieremo un esposto ad Anac e alla Corte dei conti”.
Quale modo migliore per scaldare l’atmosfera in vista del consiglio comunale straordinario di lunedì proprio sul nuovo ospedale?

LE PROPOSTE DELL’OPPOSIZIONE

“Il nuovo ospedale deve essere realizzato con fondi totalmente pubblici.

Non possiamo permetterci altri sprechi di denaro pubblico e per questo proporremo di sostituire il finanziamento privato con l’accensione di un mutuo di pari importo da parte della Regione o della stessa Asl (a tassi e condizioni molto più favorevoli) oppure di reperire le risorse necessarie nell’ambito del Recovery Fund.

Proporremo altresì che nella cabina di regia “genovese” di tutto il progetto siano inseriti a pieno titolo sia tecnici di Asl che dello stesso Comune: perché non ci fidiamo della centralizzazione dell’operazione in capo alle strutture regionali e perché le sorti dell’ospedale degli spezzini siano in mano anche agli spezzini.

Chiederemo che la Regione si confronti carte alla mano con il Ministero della Salute per definire un nuovo Accordo di Programma ed accertare l’intera quota di finanziamento pubblico, oggi ancora non determinata per l’importo rilevante di ben 45 milioni. Ci aspettiamo inoltre che la Regione verifichi con Governo e Parlamento il percorso per evitare i possibili impatti negativi del Decreto Balduzzi sulla fisionomia funzionale del nuovo Felettino, con la temuta eliminazione di reparti specialistici come Malattie Infettive, Chirurgia vascolare ed altri.

La Regione deve attuare un piano pluriennale di assunzioni di medici, infermieri, Oss ed altre figure professionali sia per colmare le attuali carenze di organico della nostra Asl, sia per garantire la necessaria dotazione di personale specialistico ed ausiliario in vista dell’entrata in funzione del nuovo Felettino.

Infine vogliamo assicurarci che siano realizzati i necessari interventi strutturali sul S. Andrea e sul S. Bartolomeo nel corso del lungo periodo transitorio che ci separa da ora sino alla messa in opera del nuovo ospedale. Così come pretendiamo chiarezza sulla configurazione a regime della futura rete ospedaliera provinciale, evitando doppioni e sovrapposizioni di funzioni e reparti tra nuovo Felettino e S. Bartolomeo ed impedendo qualunque forma di privatizzazione anche parziale delle attività sanitarie erogate nei due ospedali.

Come gruppi consiliari di opposizione del Comune della Spezia discuteremo di tutto questo lunedì 26 aprile in una seduta straordinaria del Consiglio comunale.

Come Sindaci del centrosinistra dei Comuni della provincia, per affrontare il tema del nuovo ospedale, chiederemo di fissare una o più sedute della Conferenza dei Sindaci Asl che da mesi non viene più convocata dal presidente dell’organismo nonché Sindaco del Comune capoluogo.

Come consiglieri regionali spezzini di opposizione attiveremo le commissioni ed ogni strumento utile per fare chiarezza su un progetto che presenta molte criticità ed ancora molti lati oscuri.

Pretendiamo un ospedale pubblico, finanziato con fondi pubblici, dotato di tutti i servizi e reparti indispensabili e del personale necessario.
Un ospedale moderno e completo, realizzato senza sprechi e “regali” al privato e costruito con cura ed in tempi rapidi”.

LeAli a Spezia/Lista Sansa, Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, Linea Condivisa, Sinistra Italiana, Articolo Uno, Partito Socialista, Alleanza Civica, Italia Viva.

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