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Sarà rivoluzione americana?

Sul Picco ora sono pronti a muoversi gli americani

Gli emissari dei Platek puntano ad un incontro con il sindaco Peracchini in tempi brevi. A due mesi dall'insediamento, lo Spezia Calcio tira le fila per formulare una proposta di ampliamento dello stadio.

Stadio Picco, ingresso monumentale

Sabato in tribuna per Spezia-Crotone. Poi Nishant Tella e Andrew Ramsey voleranno in Danimarca per stare vicini al Sonderjyske, in lotta per evitare la retrocessione. Ma dovrebbero essere di ritorno in Italia già prima della partita casalinga contro l’Inter di mercoledì 21 aprile. Ed è allora, al più tardi, che hanno intenzione di incontrare il sindaco Pierluigi Peracchini per parlare dell’ampliamento del Picco. La richiesta sarebbe già stata anticipata nelle scorse ore dal presidente Stefano Chisoli e preannuncerebbe la prima tangibile testimonianza dell’interesse dei Platek ad investire su questo fondamentale asset societario.
Un incontro che segue una fase di ricognizione molto intensa, andata di pari passo con la corsa salvezza: i due snodi fondamentali per indirizzare il futuro del sodalizio di Via Melara. Dal passaggio di proprietà sono passati in pratica due mesi, utilizzati in Italia per analizzare il vetusto impianto di Viale Fieschi allo stato di fatto e le normative vigenti che lo rendono inadeguato alla serie A. Ma il processo ha coinvolto anche gli Stati Uniti, dove il gruppo ha chiesto consulenza ad alcuni soggetti per formulare una serie di ipotesi sulla fattibilità finanziaria dell’opera. Manca adesso il confronto con i meccanismi dell’amministrazione pubblica locale e con le sue tempistiche.

Le carte sono ancora da mettere sul tavolo. Il punto di partenza è che i Platek hanno deciso di investire sul Picco, scartando l’ipotesi di cercare una nuova area per un nuovo impianto. Che sia merito dello spettacolo offerto da Spezia-Milan e Spezia-Cagliari non è chiaro, ma certo l’esordio dal vivo di Nishant Tella e Philip Platek è stato tra i più emozionanti (sabato tocca ad Andrew Ramsey contro il Crotone).
Il primo tema di confronto con Palazzo Civico riguarderà la formula con cui lo Spezia Calcio otterrebbe il bene: acquisto o diritto di superficie? E’ un primo importante scoglio. In entrambi i casi serve una stima (magari operata da un ente terzo) del valore del manufatto e poi un parere della Corte dei conti in merito. E a seguire una serie di passaggi amministrativi potenzialmente molti impegnativi e articolati per arrivare al bando che “liberi” la struttura per l’intervento privato. Nessuna delle due strade presenta tempi burocratici rapidi.
Su un altro fronte parallelo, Tella ed i suoi collaboratori dovrebbero individuare un advisor in Italia per seguire poi il processo che porti dalla progettazione al cantiere, con il passaggio delicato della partecipazione ad un eventuale bando in mezzo. Ad affiancare Via Melara potrebbe esserci lo studio di architettura di Gino Zavanella, che era già stato invitato ad una ricognizione del Picco nel 2015, durante la dirigenza di Umberto Marino, e sul manufatto aveva sviluppato una serie di idee in tempi non sospetti. Un facilitatore di affermata esperienza, in ogni caso, sarà della partita.

Il progetto stilato da Dontstop Architettura sarà a quel punto superato, come era nell’aria. Lo Spezia Calcio formulerà un’altra proposta che contempli, a quanto trapela, tutta una serie di sbocchi di natura commerciale che nello studio commissionato dall’amministrazione comunale non avevano avuto spazio. Ma non tutto il lavoro dello studio milanese potrebbe finire nel cassetto. Si valuterà l’eventualità che l’iniziale intervento sulla Curva Piscina già avviato dal Comune possa servire in prima battuta, grazie al finanziamento pubblico (con l’eventuale compartecipazione del club), ad ottenere di non dover trasferire la squadra altrove in caso lo Spezia possa partecipare anche alla prossima serie A. Insomma, integrato in qualche modo nel nuovo progetto.
Altro aspetto su cui la dirigenza americana ha mostrato grande attenzione è la questione parcheggi, che viene ritenuta fondamentale per rendere fruibile in maniera ordinata il giorno partita. E d’altra parte sono gli stessi criteri infrastrutturali delle licenze nazionali Figc a darvi importanza. Non c’è alcuna intenzione di intaccare l’area del campo sportivo “Montagna”, con il suo parco pubblico ed il suo impianto per l’atletica leggera oggi in concessione alla Fidal. Lo stesso dicasi del parco del Colombaio, un rilievo adibito a verde pubblico. Ci sarebbe invece il desiderio di intavolare un discorso con la Marina Militare, che in città possiede ampie aree oggi sottoutilizzate. Servirà la “rivoluzione americana” per mettere tutto in fila.

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