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“ciclovia dei parchi liguri”

Il sogno di una Liguria verde unita… in bicicletta

Il fenomeno del turismo a due ruote è in forte espansione e porta conseguenze virtuose come lo sviluppo indotto di ospitalità ed accoglienza locale in mini-strutture che sono anche presidio fondamentale nei luoghi più ameni. Le idee di Federparchi.

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Partenza da Ventimiglia sul confine nazionale, arrivo alla Spezia, dalla parte opposta dell’arco dopo aver toccato la bellezza di 123 comuni. Nel contesto dei progetti infrastrutturali che Regione Liguria intende presentare nella componente regionale del PNRR, Federparchi Liguria propone e mette a disposizione di Piazza De Ferrari un’iniziativa che coinvolge l’intero territorio regionale, caratterizzata da nessun nuovo impatto, elevata sostenibilità, basso costo di realizzazione e rapidità attuativa: la “Ciclovia dei parchi liguri”. Partenza da Ventimiglia sul confine nazionale, arrivo alla Spezia, dalla parte opposta dell’arco dopo aver toccato la bellezza di 123 comuni.
Un progetto che, se mai un giorno vedrà la luce, permetterà con tempi rapidi un’interconnessione diretta non solo con le reti delle confinanti Francia e Piemonte, ma anche Emilia Romagna e Toscana, con la “Ciclovia Tirrenica” in fase di progettazione e con reti ciclabili di interesse e sviluppo locale ma pure con l’Alta Via dei Monti liguri. Un progetto che, tutto sommato, ha bassi costi di realizzazione, limitati a cartellonistica e segnaletica, stazioni di ricarica E-bike, sito web, carta turistica informativa. L’itinerari è percorribile del tutto o in parte in entrambe le direzioni e allo scopo di raggiungere tutte le mete previste si snoda tanto in aree costiere che in aree di montagna, con andamento continuativo a parte poche brevi deviazioni per raggiungere località non inseribili in modo continuativo nel percorso principale.

Ma soprattutto, cosa fondamentale, risponde in pieno alle indicazioni delle Linee Guida europee sul “Next Generation Ue”, in quanto ne raccoglie le prescrizioni in termini di transizione verde, sostenibilità ambientale, crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva verso coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione e politiche per il rafforzamento del mercato unico, in particolare per le piccole e piccolissime imprese. Ciò partendo dal dato di fatto che il fenomeno del turismo in bicicletta è ovunque in forte espansione, e porta con sé conseguenze virtuose quali lo sviluppo indotto di ospitalità ed accoglienza locale in piccole strutture quali B&B, ostelli e rifugi, presenza lungo il percorso di operatori privati addetti a manutenzioni e riparazioni, punti vendita di prodotti tipici locali ed artigianato, come ben dimostrano i risultati ottenuti da altre esperienze analoghe in Italia e all’estero; dati relativi al solo 2019 evidenziano che in Germania l’indotto delle attività ciclistiche ha generato 281.000 posti di lavoro.
E non per caso anche in Italia, a seguito delle indicazioni delle linee guida Next Generation UE, stanno nascendo numerose iniziative di area vasta, come la già citata Ciclovia Tirrenica (http://www.bicitalia.org/yourls/tirrenica), alcuni tratti della quale lungo la fascia costiera ligure corrispondono con l’itinerario proposto, e la recentissima proposta di “Ciclovia dei Parchi di Calabria” (https://www.touringclub.it/notizie-di-viaggio/nasce-la-ciclovia-dei-parchi-la-calabria-sceglie-la-bicicletta-per-ripartire) con un percorso previsto di 545 km. attraverso quattro parchi.
Inoltre la presenza di motivazioni di interesse culturale, sociale e turistico lungo le località attraversate dall’itinerario comporta un fondamentale valore aggiunto, in quanto i frequentatori non si limiteranno al gesto sportivo ma tramite questo potranno partecipare ad una “experience” in grado di coinvolgerli a 360 gradi, favorendo fra l’altro un diffuso “storytelling” di rimbalzo, in particolare attraverso i social network, in grado da fare da volano ad un ulteriore allargamento della conoscenza del territorio ligure, delle sue bellezze e dei suoi valori a nuove fasce di pubblico.

In Liguria attualmente esistono alcuni percorsi di interesse ciclistico riguardanti anche l’entroterra, ma sono di fatto limitati ad alcune aree del ponente, grazie alla partecipazione degli Enti locali a progetti transfrontalieri, mentre tutto l’entroterra di centro-levante è privo di percorsi, a parte la ciclovia dell’ardesia, peraltro in stato di semi abbandono. Il percorso parte idealmente dai Giardini Botanici Hanbury a Ventimiglia ed attraverso Dolceacqua e la val Nervia si entra nel Parco regionale Alpi Liguri, salendo da Pigna al passo Langan; da qui a Molini di Triora e attraverso il passo Teglia a Rezzo, risalendo poi l’alta valle Arroscia fino a Monesi e da qui a Pieve di Teco sino ad Albenga, sede della Riserva naturale dell’Isola Gallinara. L’itinerario segue poi il percorso della via Aurelia fino a Bergeggi, in vista dell’Area Marina Protetta, transitando per Ceriale, dove si trova la piccola Riserva naturale del Rio Torsero. Da Bergeggi attraverso il territorio finalese e l’altopiano delle Manie si raggiunge il Colle del Melogno, lungo l’Alta Via dei Monti Liguri, e da qui si scende in val Bormida, a Millesimo, sede del Parco regionale di Bric Tana, Cairo Montenotte, che ospita il Parco regionale dell’Adelasia, fino a Piana Crixia, con il suo famoso “fungo” di roccia, sede del Parco regionale di Piana Crixia, nelle Langhe liguri. Da qui si raggiunge Sassello, nel Geoparco regionale del Beigua, patria del famoso amaretto, per proseguire poi verso il mare, che si costeggia da Varazze fino a Genova Voltri, dove attraverso il passo del Turchino si rientra nell’entroterra per completare la visita al Parco del Beigua attraverso Tiglieto, Rossiglione e Campoligure, patria della filigrana. Si sale quindi ai Piani di Praglia, ai confini con il Parco regionale delle Capanne di Marcarolo, facente parte delle aree protette piemontesi, per raggiungere l’alta val Polcevera e da qui attraverso il passo dei Giovi Busalla, dove si entra nel territorio del Parco regionale dell’Antola. Dalla Valle Scrivia si risale a Vobbia, proprio sotto il famoso Castello della Pietra, a Crocefieschi e poi, dopo un transito nella verde Valbrevenna, fino a Torriglia, sede del parco e patria del famoso “canestrelletto”. Da qui si entra in val Trebbia, all’antica Montebruno, da cui si risale ai borghi che contornano il lago del Brugneto, fino a Fascia, sede dell’Osservatorio astronomico regionale, ed attraverso Gorreto, Rovegno e Fontanigorda si raggiunge il Parco regionale dell’Aveto, fino a Rezzoaglio e Santo Stefano d’Aveto, nota stazione sciistica. Attraverso la foresta del Monte Penna, si scende quindi a Borzonasca e, lasciando momentaneamente il Parco dell’Aveto, attraverso la val Fontanabuona e Recco, patria della famosa focaccia al formaggio, si raggiunge Camogli, nel Parco regionale di Portofino, con la sua Area Marina Protetta. Da qui, una puntata fino alla famosa piazzetta di Portofino mare e poi da Santa Margherita ligure e Rapallo lungo la riviera fino a Chiavari, dove l’itinerario devia nuovamente nell’entroterra e ancora nel Parco regionale dell’Aveto, in val Graveglia con la Miniera di Gambatesa; valicato il passo del Biscia ecco Varese Ligure, centro più importante della Valle del Biologico, da cui scendendo la Val di Vara si entra una prima volta nel Parco Regionale Montemarcello Magra Vara. Dopo l’alta val di Vara il percorso si sposta sul panoramico crinale del Parco Nazionale 5 Terre, in vista dei famosi borghi di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, con ampi panorami verso l’Area marina protetta per scendere poi alla Spezia, non senza una deviazione fino al Parco regionale di Porto Venere, con la pittoresca chiesa di San Pietro e l’isola Palmaria immersa nell’Area Marina Protetta. Dalla Spezia il percorso entra nuovamente nel Parco regionale Montemarcello Magra Vara, a Beverino, salendo poi fino a Calice al Cornoviglio con il suo maestoso castello, per scendere poi tutta la val di Magra ligure, fino a Sarzana, a Castelnuovo terra del Vermentino ligure, agli scavi della città romana di Luni, per poi infine affrontare nell’ultima parte dopo Bocca di Magra, il promontorio del Caprione attraverso Montemarcello e fino al mare di Lerici, con arrivo conclusivo ala Spezia.

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