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Dollinar

Import 2021

Estate 2015, aprivo agli X-Mary e ovviamente c’era Marco Dollinar, presenza fissa della vita lericina.

Dollinar era l’Anticristo. Non ho mai avuto il coraggio di guardarlo negli occhi per più di due secondi, semplicemente perché soffro da sempre di vertigini. Soprattutto quando l’abisso che si spalanca è quello di un mondo parallelo, in cui si muovono con garbo solo gli sciamani.

Io non so chi fosse Dollinar veramente e non so chi sia. Sono cresciuto a Lerici e a mia volta ho visto crescere lui, sette/otto anni più piccolo di me. Si distingueva tra gli altri bambini perché era bellissimo, sveglio e malinconico.

Da Lerici ce ne siamo andati attorno al ’95. Ho rivisto Dollinar quasi vent’anni dopo. La voce roca di chi urla e fuma spesso e la smorfia da stanchezza di chi vive in hangover, suggerivano le più amare ipotesi su come avesse attraversato tutto quel tempo.

Mi stimava molto e non perdeva occasione per dimostrarmelo e non si risparmiava. Nella sua performante imprevedibilità, era capace di portare le situazioni al climax. Ma non lo faceva per ostentare. Credo fosse il suo demone a spingerlo, mentre lui tentava di mediare tra il demone dentro e il mondo fuori.

“Fiore, non so se riesco a mantenere la promessa”, mi disse con aria sinceramente costernata, prima di un mio concerto nel 2013. Gli avevo detto che se saliva sul palco poi erano casini, che sarebbe piaciuto anche a me ma no, quella volta era meglio evitare.

Poi era salito sul palco e mi si era avvicinato. Preso dall’esecuzione, non mi ero accorto di nulla. Mi girai e vidi, a cinque centimetri di distanza, l’abisso nelle pupille di Dollinar. Era irrimediabilmente serio. Pochi secondi dopo veniva trascinato via dal servizio d’ordine.

Nel 2017, stufo del folk, avevo scoperto il magico mondo delle macchinine analogiche: drum-machine, sequencer, arpeggiatori, synth ecc. Ma mentre per me la musica elettronica è solo un giochino, per Dollinar era una cosa seria.

L’ho scoperto solo un anno fa.
Su bandcamp ci sono alcuni brani, tutti abbastanza recenti. Punto di incontro tra industrial, dark e Claudio Simonetti.

Quello che invece non ho ancora scoperto è che cosa gli sia accaduto due giorni fa.