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La lettera

"I nuovi ‘sommelier’ dei vaccini ed i no vax della scuola"

di Lorenzo Cimino, insegnante ed ex segretario della Cgil

Lorenzo Cimino

Da giorni nelle scuole si discute fra docenti tra chi non vede l’ora di fare il vaccino e chi invece intende non farlo. Io ho scelto di vaccinarmi per mettere al riparo la mia famiglia, i miei alunni e me stesso. Devo, con sconcerto, constatare che un discreta quantità di colleghi ha fatto la scelta no vax.

In molti aspettano un altro vaccino: come veri sommelier hanno degustato, scrutato il colore, odorato, tra Astrazeneca, Pfizer, Sputnik e affini, utilizzando le sicure informazioni che le cantine del web forniscono ed hanno deciso di aspettare un’annata più corposa. L’altra categoria sono i rivoluzionari alle spalle nostre: quelli che difendono la scelta di non vaccinarsi come se fosse un diritto democratico.

Entrambe le posizioni hanno diversi elementi in comune: l’egoismo; la mancanza di rispetto e compassione per le sofferenze e le vittime causate dal Covid; la mancanza di rispetto verso i propri alunni; la mancanza di rispetto per lo Stato, che ha stabilito che gli insegnanti fossero una categoria prioritaria nella vaccinazione. Assenza totale di senso civico e di amore per il prossimo. Gli insegnanti sono stati individuati come categoria prioritaria per un interesse collettivo, un bene comune: far ripartire in sicurezza la scuola, fondamentale per la cultura, la crescita ed il progresso di un Paese. Il docente che rifiuta il vaccino dovrebbe cambiare mestiere.