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Montagne

Dal Cerreto il grido di dolore: "Danno e beffa, non siamo stati tutelati"

Turismo Appennino: "Ci siamo indebitati per tenere aperti gli impianti sperando anche nei ristori che puntualmente non arriveranno".

Cerreto Laghi

“Il tanto atteso decreto ristori che aspettavamo tutti per dare un po’ di respiro alle nostre società determina i contributi in base alle presenze nelle strutture ricettive alberghiere: l’Appennino, ed anche tante altre stazioni minori sono fondamentalmente basate su un turismo di prossimità, di un turismo concentrato sul fine settimana, molto differente dai comprensori alpini. Di conseguenza le presenze turistiche rispetto a quelle delle Alpi sono sicuramente poche. Come se non bastasse nel Decreto si fa riferimento al 2019, un anno in cui la neve fu carente. Conseguenza di questa scelta scellerata: ancora una volta l’appennino è stato penalizzato: vergogna!”

Amarissima la nota con cui Turismo Appennino commenta la disastrosa stagione invernale praticamente inesistente visto che la montagna è stata orfana degli impianti di risalita e, dunque, degli introiti derivanti dallo sci alpino: “In questa stagione davvero difficile ed economicamente drammatica abbiamo dato sempre il massimo, il 100% delle nostre energie e delle nostre forze per far sì che gli impianti sciistici dessero un’impulso alla nostra economia. Tirando le somme ci siamo indebitati per tenere aperti gli impianti sperando anche nei ristori che puntualmente non arriveranno.
A Cerreto Laghi abbiamo avuto circa 7.000 presenze sugli impianti di risalita (atleti iscritti regolarmente alla FISI per lo svolgimento degli allenamenti) e quattro weekend di gare. Tutto si è svolto in totale sicurezza evitando scrupolosamente gli assembramenti e considerando anche le famiglie arrivate in paese abbiamo tenuto vivo il nostro tessuto economico che, senza la nostra attività seppur limitata dai vari DPCM, sarebbe stato ancor di più penalizzato.”

“La cosa che ci fa ancor più male – continua la nota – è che ci sentiamo presi in giro anche dagli amministratori locali che avrebbero dovuto tutelare la nostra attività che seppur privata è di interesse pubblico. Infatti nessuno dei sindaci dell’Appennino Reggiano ha speso una parola per questa situazione vergognosa, hanno dimostrato solo un totale disinteresse per la gestione degli impianti. Nemmeno una minima presa diposizione e nemmeno una telefonata. Anche Federfuni, federazione rappresentativa dei gestori degli impianti, in una nota ha ringraziato tutti gli amministratori che hanno dimostrato interesse e si sono prodigati per le attività presenti nelle loro località e ovviamente mancavano gli amministratori dei Comuni dell’appennino Reggiano. Noi gestiamo seggiovie, battiamo piste, facciamo sciare le persone in sicurezza, paghiamo le tasse e pretendiamo che gli amministratori facciano il loro lavoro che a nostro avviso comprende anche di tutelare le realtà imprenditoriali che valorizzano il territorio”.

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