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Stop con il calcio

La "Regina di Manarola", il ristorante di Migliore ora scatta oltre la pandemia

L'ex terzino investe sul turismo alle Cinque Terre nonostante il periodo. "Lo sognavo da due anni, non ho paura di rischiare. Possiamo offrire più qualità come territorio pur senza snaturarci e diventare una Forte dei Marmi".

Francesco Migliore in versione imprenditore

“Il momento di crederci è ora, di guardare a ciò che verrà dopo con fiducia e di investire. Se serve, anche di prendere dei rischi. Perché no?”. Un futuro roseo è più facile vederlo dentro il mare delle Cinque Terre, quello che Francesco Migliore ammira ogni giorno mentre il suo nuovo progetto imprenditoriale prende vita. Nei rari momenti di silenzio concesso dalle maestranze, che stanno letteralmente rivoltando un edificio ai piedi del Colle delle Tre Croci, con vista di infilata sul carugio dalla parte alta del paese, una corsa dello sguardo fino al blu intenso. Qui nascerà La Regina di Manarola, ristorante da 150 coperti con ampi spazi fuori: una terrazza e quattro piane per “un’atmosfera surreale”.
“E’ un progetto che ho coltivato per quasi due anni – ricorda l’ex terzino di Crotone, Genoa, Cremonese e soprattutto Spezia -, da quando qui ho aperto le mie prime attività. Sapevo che il mio futuro sarebbe stato questo e ora che ho chiuso con il calcio mi ci sto concentrando con tutto me stesso. Fare il calciatore professionista richiede tempo ed energie e se non lo fai al cento per cento, fai brutte figure e rischi anche di farti male”. Così ha detto stop dopo oltre trecento presenze, più della metà con la maglia bianca.

Imprenditore lo è da tempo nel settore extralberghiero. Il suo The First Luxury, sempre a Manarola, è stata meta anche dei Ferragnez di recente. Ora la voglia di fare qualcosa di nuovo. “E’ un ristorante pensato sia per chi arriva dall’altra parte del mondo che per gli stessi spezzini: 7 minuti di treno per raggiungere un luogo che ti porta a stare bene – dice -. Cosa serve per ripartire? Parlando tra colleghi e con la gente del posto è sulla qualità che possiamo fare qualcosa di diverso. Aprirci ad una clientela di un certo tipo. Non dico che dobbiamo diventare una nuova Forte dei Marmi, ma penso si possa rispettare lo spirito del luogo e abbinarlo alla qualità del servizio. Come hanno fatto nella Costiera Amalfitana. Da noi il turismo è fenomeno più recente e possiamo prendere spunto. Bisogna far sentire le persone gradite, quando ripartono devono avere già la voglia di tornare”.
In questo momento alla Regina si lavora ad abbassare i solai, fatto il grosso si passerà dell’allestimento nelle mani di un’altra eccellenza del territorio come Costa Group. “Ma abbiamo puntato molto sulla partecipazione – dice Migliore -. Sul nostro Instagram, (@lareginadimanarola) i follower possono aiutarci a scegliere le ceramiche, personalizzare le magliette dei camerieri, il logo per le bottiglie dell’acqua, condividere le nostre storie. E poi daremo lavoro a una ventina di persone, più l’albergo. Quando il periodo non è facile, bisogna alzare il livello. La nostra filosofia è questa”.

Seguito dal manager Enrico Drovandi, il progetto nascerà a giugno 2021. “Eravamo nel ramo extralberghiero, anche se ormai diamo più servizi di alcuni alberghi, e ora ci spostiamo sul food&beverage. Sono attività connesse e complicate, credo faccia parte della crescita normale per un territorio come quello spezzino – aggiunge Migliore -. L’azienda è andata bene anche in periodo di Covid, c’è un mondo fuori che non vede l’ora di poter tornare qui per lasciarsi alle spalle il periodo buio. Speriamo possa essere già da questa estate, noi ci faremo trovare pronti”.
Lo scatto in avanti era la sua caratteristica anche da calciatore dopotutto. Ha lasciato sul tavolo un biennale a 32 anni appena compiuti per questa avventura, quando in tanti nella sua posizione avrebbero spillato sino all’ultima goccia dalla propria carriera sportiva. “Avevo già deciso in ogni caso che questo sarebbe stato il mio futuro – confessa -. Però mi godo lo Spezia in serie A, ce l’hanno fatta nell’annata più difficile di tutte: davvero una grandissima gioia. E’ qualcosa che dà risonanza alla città e a tutto il territorio. Peccato solo non aver chiuso la mia carriera da calciatore con la maglia bianca. Qui ho dato il meglio di me”.

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