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Sì, una lezione di calcio

IL GIORNO IN CUI LO SPEZIA E’ LA COPERTINA DELLA SERIE A

Ce la ricorderemo a lungo questa data: la prima volta di una 'strisciata' al Picco si trasforma in una serata storica. Ibra e il Milan non pervenuti. Mancano solo i tifosi: quanto avrebbero gioito a vedere due spezzini entrare nella storia!

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SPEZIA-MILAN 2-0
Marcatore: 12’st Maggiore, 21’st Bastoni

SPEZIA (4-3-3)
Provedel; Vignali, Erlic, Ismajli, Bastoni S.; Estevez, Ricci, Maggiore (37’st Acampora); Saponara, Agudelo, Gyasi. A disp. Zoet, Ramos, Marchizza, Galabinov, Agoume, Capradossi, Chabot, Pobega, Verde, Dell’Orco, Leo Sena. All. Italiano

MILAN (4-2-3-1)
Donnarumma G.; Dalot, Kjaer (18’st Tomori), Romagnoli, Theo Hernandez; Bennacer (18’st Meite), Kessié; Saelemaekers (37’st Hauge), Calhanoglu (37’st Castillejo), Leao (18’st Mandzukic); Ibrahimovic. A disp. Tatarusanu, Donnarumma A., Tonali, Kalulu, Tomori, Krunic, Gabbia. All. Pioli

Arbitro: Daniele Chiffi di Padova
Assistenti: Luca Mondin di Treviso e Valerio Vecchi di Lamezia Terme
Iv Uomo: Juan Luca Sacchi di Macerata
Var: Paolo Mazzoleni di Bergamo; AVar: Paganessi di Bergamo
Ammoniti: Vignali, Bastoni, Erlic, Kessie
Recupero: 0′(pt), 3′(st)

PRE-PARTITA
20.18 – Il Milan è dunque la prima delle “strisciate” a giocare al Picco una partita vera nella storia moderna dello Spezia Calcio: su Viale Fieschi questa sera gli occhi, gli scongiuri e le gufate di tutta Italia. Non c’era forse battesimo migliore per la nuova proprietà americana che questa inedita e incredibile partita contro i rossoneri, i primi della classe in una serie A che da quasi un decennio ha raccontato solo di Juve in tutte le possibili variante. In tribuna per la prima volta Nishant Tella, fresco di nomina da amministratore delegato del club e punto di riferimento della famiglia Platek, la proprietà che in settimana ha preso in mano il club dopo quasi tredici anni di gestione Volpi. Un gran freddo, son venti di tramontana, sul terreno di gioco, la temperatura è resa più sopportabile dalla mancanza di umidità.

20.30 – Attenti a Gyasi e a quella che sarà la sua partita: probabile che l’italo-ghanese avrà il compito di fermare le voglie di Theo Fernandez che all’andata fu un flagello. La coppia dei centrali Erlic-Ismajli che coi loro centimetri cercheranno di contenere l’uomo più atteso e fotografato della serata: a 39 anni Ibrahimovic è ancora fortemente sulla cresta dell’onda, simbolo di un Milan che vuole tornare a vincere uno scudetto 10 anni dopo l’ultima gioia. Il 4-3-3 di Vincenzo Italiano al cospetto del 4-2-3-1 di Pioli che nella partita di Milano uscì alla distanza grazie soprattutto alle corsie esterne. E’ proprio là che lo Spezia ha lavorato per tutta la settimana.

PRIMO TEMPO
Caro Picco, se fossi pieno… Se fossi pieno coglieresti l’essenza di un’emozione lunga quasi 115 anni. E non saresti nemmeno bastato a contenere tutta quella gente che si sta perdendo un anno calcisticamente incredibile che in questa freddissima serata di febbraio racconta la prima volta in riva al Golfo una ‘strisciata’, figuriamoci se si tratta del Milan capolista, con Ibrahimovic al centro dell’attacco. Quasi per un attimo dopo una settimana febbrile, quando l’arbitro Chiffi dà via alle ostilità, passa in secondo piano la vera notizia di questi frenetici giorni: il passaggio societario che ha sancito la fine dell’era Volpi, la più importante parentesi della storia calcistica di questo club. Per Nishant Tella, punta di diamante della nuova proprietà, i primi assaggi di calcio dopo gli incontri istituzionali e la presa in carico di questa avventura. Non dimentichiamoci il campo: Milan e Spezia giocano a viso aperto, studiando con rispetto lo stare in campo dell’avversario. Ibrahimovic prova subito a fare la differenza, scappando di forza a Ismajli senza però trovare lo spiraglio per far passare il suo cross calibrato, proprio sul ritorno del centrale cosovaro. Spezia attivo soprattutto sulla corsia sinistra con la coppia Maggiore-Saponara che lavorano bene, costringendo Dalot ad abbassarsi per non concedere la superiorità numerica nell’uno contro uno. Agudelo falso nueve, si riparte da lì e il colombiano quando s’innesca, mostra cose ottime, i dribbling secchi con cui si fionda in area milanista, e pessime, gli stessi dribbling quando si va oltre il lecito.

Partenza grandiosa: Donnarumma decisivo sul siluro di Saponara. Il Milan corre subito ai riparti.
Bisogna tirare in porta, non finirci con i piedi e se al sudamericano bisogna dirlo spesso non così a Saponara che si avventa su una palla invitante e pur cadendo a terra calcia con violenza trovando un grande riflesso di Donnarumma che si salva in calcio d’angolo: che Spezia. Pioli comanda ai suoi di alzare il pressing per non subire ancora l’arrembanza degli aquilotti e la pressione dei rossoneri è subito efficace: Ricci perde una palla brutale in una zona dove non deve accadere, Leao sembra poter far male ma quando tenta di spostare la sfera a sinistra Gyasi è già tornato a supportare Vignali, chiudendo la diagonale di passaggio. I bianchi stanno da dio, si corre all’unisono ed è un piacere vedere una neopromossa uscire con la palla al piede contro la prima della classe. Il piccolo ma orgoglioso Spezia avrà di che protestare per un’ammonizione a Vignali che non esiste visto che lo spezzino la scorrettezza l’aveva in realtà subita. Nulla da dire invece sul giallo sventolato in faccia a Bastoni: il suo intervento da dietro su Saelemaekers è inevitabilmente da punire con il cartellino. In 25′ i due compagni di una vita, entrambi terzini, sono già sul libretto dei cattivi e il Milan sfrutta i calci piazzati con i suoi saltatori: un metro alla destra di Provedel il colpo di testa in bello stile di Theo Hernandez. Ancora da fermo il Milan si avvicina alla porta: questa volta la testata è di capitan Romagnoli, a lato.

Due gialli in pochi minuti, ma lo Spezia non si scompone. Primo tempo importantissimo.
Il calcio totale dello Spezia trova praterie sugli esterni: il Milan fatica perchè ha davanti una squadra che supporta la fase offensiva con un gran numero di giocatori. Filosofia Italiano che telecomanda i suoi perché questa squadra non deve mai perdere la concentrazione. Il diktat? Tenere Ibra il più lontano possibile dalla porta, proposito finora mantenuto: lo svedese alza la voce, non è affatto contento dei compagni e si fa sentire. Ad accendere il campione sarà un errore d’appoggio di Erlic, unico di questo primo tempo ma lo Spezia rimedia prima ancora che Calhanoglu si trovi un pertugio per concludere. E’ un Milan timido nelle soluzioni, gli stessi giocatori si incitano a vicenda, consapevoli che qualcosa non va. Al di là del singolo episodio, è ancora la squadra di casa a presentarsi seriamente dalle parti di Donnarumma: questa volta la giocata arriva con una ripartenza irresistibile, orchestrata da Bastoni che usa il contagiri per servire Agudelo: rimorchio perfetto di Estevez che riceve forse troppo tardi e il suo diagonale è smorzato dal ritorno in extremis di Romagnoli. Da lacrime agli occhi dicono i tifosi costretti al divano con un occhio alla tv e uno alle chat con gli amici, ingiustamente lontani: sì, come e meglio che a Reggio Emilia, è un primo tempo da lacrime agli occhi.

SECONDO TEMPO
Paolo Maldini che firma autografi, prima che le ostilità riprendano e si torni a fare sul serio: anche se con mascherina l’ex capitano della Nazionale non si può proprio confondere. Lo Spezia però ci richiama alla cronaca. Indomita e tambureggiante l’offensiva che parte da sinistra, si sposta velocemente a destra con Vignali che alza la testa e porge una palla al centro tutt’altro che casuale: questa volta il Milan si salva sulla gran botta di Saponara, è una questione di stinchi. Su uno dei tanti corpo a corpo della serata, Ibrahimovic usa il mestiere per procurarsi una punizione: lo svedese su un contatto con Ismajli parso decisamente normale cascherà al suolo con tanto di scenografico urlo di dolore, ottenendo quello che vuole da un arbitro condizionato. La punizione seguente è un cioccolatino ma il destro di Calhanoglu s’infrange sulla barriera. Ancora applausi per questa squadra che all’8′ attacca con la solita grandiosa veemenza: per tre volte lo Spezia ha tentato la conclusione da dentro l’area e per tre volte ha respinto la retroguardia rossonera.

Lo Spezia domina da un’ora. Maggiore segna dopo un’azione che vale un campionato.
Tanto tantissimo Spezia, forse troppo se poi non segni, soprattutto contro una grande squadra che nei singoli può sempre escogitare qualcosa di inaspettato. Ma contro questa squadra stasera è dura anche per la prima della classe e al 12′ in contropiede gli aquilotti costruiscono un gol che manda Italiano su tutte le televisioni d’Europa: una ripartenza stellare che coinvolge mezza dozzina di uomini, una cosa da mettere nell’hard disk esterno perchè i figli lo trasmettano un giorno ai loro figli. Al Milan gira letteralmente la testa ed è meraviglioso che l’ultimo tocco, quello che finisce nel sacco, è proprio di quel Maggiore che da milanista, scelse di tornare a casa per finire gli studi e continuare sì a fare calcio, ma a casa sua. E’ il segno del destino, l’anamnesi di una storia personale bellissima, ma anche di una giocata che tutti i tifosi devono vedere e rivedere, a futura memoria: di Gyasi il tocco al centro per Agudelo che vede sopraggiungere Ricci e lo serve a tre metri dal portiere. Romagnoli alla disperata prova ad allungare la sfera che arriva facile a Giulietto nostro: ecco come una squadra va in porta con la palla, una roba rugbystica. Ma il capolavoro inizia da quel pallone recuperato da un infinito Agudelo che torna sino alla sua trequarti per riprendersi il maltolto e dare il via ad un contropiede irresistibile. Per Maggiore è il primo sigillo in massima serie: chissà la felicità della famiglia, degli amici, dei semplici conoscenti che si sono innamorati dello Spezia anche per merito suo. Giusto 1-0, Milan totalmente fuori dal match.

Mandzukic davanti con Ibra, ma lo Spezia raddoppia con l’incredibile siluro di Bastoni.
Tre cambi immediati, Pioli vuole dare la scossa ad una squadra che non ha mai cambiato marcia, irretito dal pressing asfissiante della macchina infernale vestita di bianco: dentro Meite, Tomori e Mandzukic e Milan che muta con due attaccanti alti davanti come Ibra e l’ex juventino. Nemmeno il tempo di capire dove mettersi, che sulla corsia destra lo Spezia guadagna con qualità una punizione, sorta di corner corto. Molto astuto Estevez che sorprende una dormiente difesa rossonera, battendola corta per Bastoni che dal limite dell’area lascia partire un sinistro incredibile che bacia il palo e s’insacca: primo gol con la maglia bianca per il ragazzo di Piana Battolla e una traiettoria che a noi ricorda tanto quella di Grosso al Mondiale 2006. Donnarumma può solo guardare la palla che gira ancora prima di fermarsi: ed è proprio in quel momento che ogni tifoso cresciuto su quei gradoni, realizza che in questa serata che ha solo bisogno di essere incorniciata, ha segnato di nuovo grazie ad un altro spezzino, un altro ragazzo cresciuto a pane e Via Prione. Per chi ne ha viste tante, il via libera alla commozione è sacrosanto. Ma il Milan, che esaurisce i cambi, ci proverà fino all’ultimo e Italiano toglie un esausto Maggiore per inserire Acampora: bisogna anche saper gestire i possessi perchè ora è anche una questione di stanchezza. Un finale che scorre incredibilmente senza patemi, d’altro canto lo Spezia non ha concesso al Milan nemmeno un tiro in porta e nel recupero c’è pure il mestieraccio, utile a non perdere palloni e mettere la sigla su quello che si può definire il momento più alto della storia di questo club: c’è pure il tempo per la traversa di Acampora proprio sul gong prima del triplice fischio. Poi la gioia incontenibile e un piccolo grande sogno sportivo che si avvera: domani parleranno tutti di una squadra capace di fermare il Milan capolista, imbattuto lontano da San Siro da oltre quattrocento giorni. Sì, è arrivato il giorno in cui lo Spezia sveste i panni della provinciale e si prende la copertina della serie A.

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