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"spezzini cornuti e mazziati"

"Per Recos 222 milioni in più, la gara va ripetuta"

Il Comitato Sarzana che Botta illustra le ragioni della segnalazione all'Autorità nazionale anticorruzione.

Saliceti

“Il business messo a gara sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (GUCE) nel 2016 ammontava a 658.105.483 euro e comprendeva la gestione dal 2016 al 2042 del ciclo dei rifiuti nella provincia della Spezia, compresi gli impianti TMB di Saliceti, già in funzione, e il digestore di Boscalino da costruire in luogo del vecchio inceneritore. Il valore della parte impiantisca ammontava a 378.078.000. Il business che RECOS si prefigge di realizzare con il mega digestore di Saliceti ammonta complessivamente a 600.571.000 (dai dati del Piano economico finanziario inserito nel PAUR appena approvato dalla Conferenza dei servizi)”. Si apre così la nota diffusa dal Comitato Sarzana che Botta.

“Quindi – proseguono gli attivisti – un incremento del business di 222.493.382,40 negli anni di vigenza del contratto. E’ superiore al 33% del valore dell’appalto di gara del 2016. Per il codice degli appalti non avrebbe potuto superare il 20%, pena la ripetizione della gara. Invece la Provincia, che dovrebbe garantire il rispetto del contratto del 2016 a tutela dei Comuni, e la Regione hanno fatto orecchie da mercante, nonostante la diffida presentata l’8 dicembre da comitati e associazioni di cittadini. L’incremento del business senza ricorrere a nuova gara è il principale argomento della segnalazione inoltrata ad Anac dal Comitato Sarzana, che botta!, condivisa col Comune di Lerici attraverso un prezioso scambio d’informazioni”.

“A questo enorme vantaggio economico per Recos/Iren – continua la nota -, fa da contrappunto il danno economico per i contribuenti spezzini per ora nel silenzio assordante dei sindaci, ai quali il Comitato sarzanese invierà il testo del ricorso con la richiesta di condividerlo e inoltrarlo a loro volta ad ANAC e all’Autority di controllo della concorrenza sull’esempio di Lerici. La stessa condivisione sarà richiesta ai parlamentari, ai consiglieri regionali e provinciali. Infatti la tariffa di conferimento a carico dei Comuni spezzini, che sono obbligati a servirsi di Recos/Iren, proprio perché impegnati dal Contratto di servizio seguito alla gara del 2016, indetta da ACAM, quando era partecipata da tutti i comuni prima di essere incorporata in Iren (novembre 2018), è lievitata da 89 euro a tonnellata della proposta originaria di Iren, ai 110 euro del “progetto Saliceti”. E’ lo stesso importo che i nostri comuni oggi pagano per smaltire la Forsu in impianti fuori regione senza rischi ambientali. Una maggiorazione di 21 euro a tonnellata. Per smaltire le circa 30.000 tonnellate di umido i Comuni spezzini spenderanno dunque 630.000 euro in più l’anno, che faranno pagare i loro cittadini nella TARI. Spiccioli, si dirà. Se ci si dimentica che gli spezzini pagano per smaltire l’indifferenziato nel “loro” TMB di Saliceti 181,5 euro a tonnellata contro i 110 – 120 euro a tonnellata che pagano i genovesi secondo le indicazioni del Piano d’ambito approvato dalla Regione il 6 agosto 2018. E’ il caso di ammettere che noi spezzini siamo “cornuti e mazziati”: in quei 181,5 euro paghiamo la ristrutturazione del TMB di Saliceti seguita all’incendio del 2013. Noi lo utilizziamo per 30.000 tonnellate l’anno. I genovesi per il restante della capacità, che può arrivare a 105 mila tonnellate l’anno. La domanda è: chi fa gli interessi degli spezzini? In Regione abbiamo attualmente un presidente del Consiglio regionale, dottor Gianmarco Medusei, spezzino, e un “governatore” Giovanni Toti, di Bocca di Magra come l’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone”.