Vicenda iniziata nel 2007

Ultima rata per "Sarzana Patrimonio", debito col Comune a 3,7 milioni

Firmata acquisizione dell'area ferroviaria che poi andrà a Palazzo Roderio. Pizzuto (FdI): "Gestione fallimentare", Lorenzini (Pd): "Quadro desolante".

Seconda seduta settimanale per il Consiglio comunale di Sarzana che si riunirà anche domani concludendo così l’intensa maratona di fine anno iniziata ieri e che oggi è stata dedicata interamente al tema delle partecipate. In particolare nel secondo punto all’ordine del giorno la maggioranza – con l’astensione dell’opposizione – ha dato incarico al sindaco Ponzanelli di approvare il progetto di liquidazione di Sarzana Patrimonio e Servizi che il 23 dicembre ha siglato l’atto di acquisizione delle aree di proprietà delle Ferrovie dello Stato, mentre col pagamento da parte del Comune dell’ultima rata del debito a Credit Agricole (146mila euro) sarà fatto un altro passo avanti in una vicenda tormentata iniziata nel 2007.

“E’ stato un atto travagliato e difficoltoso – ha spiegato in apertura l’assessore alle partecipate Baroni – sul quale il liquidatore Barontini è riuscito a fare un grande lavoro. Ad oggi il debito complessivo della società con il Comune è di circa 3,7 milioni a fronte di asset patrimoniali (l’area retroferroviaria e un terreno di Tavolara) di un valore molto inferiore. Il programma della liquidazione prevede essenzialmente tre passaggi: l’acquisto delle aree ferroviarie, la cessione del terreno, e l’estinzione delle passività con soggetti terzi. Infine – ha ricordato – il bene delle Ferrovie sarà assegnato al Comune come contropartita dei debiti che la società ha nei confronti dell’ente. Il primo passo più difficoltoso è stato compiuto”. Il liquidatore Barontini, nominato da poco più di un anno, ha invece sottolineato: “Non è stato semplice arrivare a conclusione con le Ferrovie dello Stato anche se da parte loro c’è stato il massimo interesse a risolvere la questione anche con modalità soddisfacenti per Sps dato che quasi tutto il costo è stato anticipato e coperto dal venditore. Per quanto riguarda il terreno – ha spiegato – dopo una prima offerta irrisoria né arrivata una da 220mila euro, comunque inferiore al valore di circa 300mila. Terminata la parte amministrativa si potrà comunque procedere con la cessione, poi chiuderemo le ultime voci in sospeso con professionisti e creditori”.
Come già avvenuto nel corso di sedute precedenti, il tema trattato ha dato vita a un dibattito molto articolato con la dettagliata ricostruzione, da parte della maggioranza, dei vari passaggi che hanno determinato il pesante debito che ha pesato in modo particolare sulle ultime due amministrazioni. “La società non è mai riuscita nemmeno ad avvicinarsi ai suoi scopi – ha osservato Pizzuto (FdI) – la sua gestione è stata totalmente fallimentare, non ha prodotto alcun reddito e ha maturato solo ed esclusivamente costi”. “Oggettivamente il quadro è desolante – ha sottolineato invece Lorenzini (Pd) – è palese come sia stata una scelta azzardata e il fatto che all’epoca anche altri comuni utilizzassero questo tipo di soluzione non ci deve esimere da una valutazione sui risultati, sostanzialmente non si è mai fatta nemmeno attività di impresa. Questa esperienza deve rimanere un monito per il futuro per chi come noi ha l’ambizione di tornare a governare la città”.
“L’operazione è stata fatta perché consentita dalla legge Tremonti – ha ricordato Mione (In azione per Sarzana) – ci sono state responsabilità politiche importanti dal momento in cui la giunta Caleo ha deciso di non utilizzare lo strumento bancario più idoneo”. Di “un groviglio giuridico, amministrativo e finanziario irrisolto da oltre un decennio” ha parlato infine il sindaco Cristina Ponzanelli che ha evidenziato anche “la ricaduta ulteriore che ingessato e continua a ingessare in ottica di ogni prospettiva di sviluppo spazi strategici della nostra città e fondamentali per il tessuto urbano e la sua sicurezza. La Corte dei Conti ha purtroppo delineato con estrema chiarezza lo scenario disastroso già denunciato e profetizzato in questo consiglio da Rampi quando era solo una voce dell’opposizione”.

In precedenza, nell’ordine del giorno con il quale è stata approvata la revisione periodica delle partecipate, Giorgi (M5S) ha ricordato come il CALLL rappresenti ancora “una spina nel fianco del Comune visto che porta in dote debiti per oltre sette milioni e che oggi non ha più alcun interesse pubblico”.

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