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"nostra gara una motivata forzatura"

"Iren: politica e settore amministrativo si sono tirati indietro"

Lerici rinnova le sue accuse alla Provincia. Il sindaco Paoletti: "Situazione rifiuti inaccettabile, così non si rispetta la legge".

Lerici, commissione 29 dicembre 2020

Un piano economico finanziario Tari da circa 3 milioni di euro per il 2020 di Lerici, senza incrementi tariffari, come precisato stamani in commissione dall’assessore Gianstefani e dalla dott.ssa Serio. “Ci era stato prospettato da parte del gestore (Iren, ndr) un aumento delle tariffe di oltre l’8 per cento – ha spiegato Gianstefani –, ma abbiamo rifiutato immediatamente, lavorando perché non avvenisse, anche in virtù del nuovo metodo di tariffazione stabilito da Arera, che non permette incrementi indiscriminati”. L’assessore ha altresì rimarcato, in risposta ai rilievi dell’opposizione su possibili alleggerimenti delle bollette, che “da quando abbiamo cambiato sistema di raccolta, adottando il porta a porta (partito a metà 2016, ndr), rispetto all’epoca dei cassonetti c’è stata una riduzione tariffaria tra il 20 e il 30 per cento. Questo tenendo altresì presente che oltre all’aspetto delle tariffe è sempre necessario curare la qualità del servizio. E senza dimenticare che il porta a porta ci ha consentito di differenziare e recuperare meglio i materiali, con un’entrata di circa 100mila euro annui”.

Un attimo dopo, ecco che la questione s’è fatta più politica. “La Provincia – ha osservato Gianstefani, che recentemente, da consigliere di maggioranza, ha rimesso le deleghe affidatele in Via Veneto dal presidente Peracchini – non ha ancora determinato un accordo quadro per il costo unitario dei servizi, così il gestore può determinare i suoi costi senza un quadro di riferimento. E’ ampiamente dimostrato che se il Comune di Lerici avesse potuto procedere con l’affidamento della gara per il servizio rifiuti, rispetto all’attuale gestore avrebbe avuto un servizio migliorativo e con costi di gestione inferiori per 500mila euro all’anno. È quindi auspicabile che la Provincia faccia la sua parte, mirando a quell’economicità del servizio che impone anche l’Autorità Arera”. Il tema dei risparmi in bolletta ha visto intervenire anche l’assessore Sammartano: “Si vedranno – ha affermato – quando la Provincia, corrispondendo alla sua funzione, farà la gara d’ambito: ecco che lì emergeranno ulteriori risparmi, come sono emersi nella gara bandita dal Comune di Lerici. È sorprendente che nessuno – o meglio, noi lo abbiamo fatto, ma altri non li abbiamo sentiti – si faccia promotore nei confronti della Provincia perché agisca in questo senso, mettendo a confronto soggetti diversi”. E il passo propedeutico alla gara, come illustrato da Gianstefani, è il menzionato accordo unitario sui costi.

“Oggi – ha dichiarato il sindaco Paoletti di fronte ai commissari, riuniti in sala consiliare a debita distanza e con gelido ma doveroso ricambio d’aria – non abbiamo un servizio di raccolta rifiuti in ambito Ato, come prevede la legge, perché è organizzato come una sistemazione delle situazioni dei comuni ex Acam, che a seguito dell’accordo di aggregazione sono rimasti senza gestore. Un quadro che quindi non applica nemmeno la legge regionale. Per questo noi abbiamo operato una forzatura, facendo una gara a livello comunale, nonostante sapessimo bene che la competenza fosse della Provincia. Del resto nel bando c’era scritto che, in caso di individuazione da parte dell’ente provinciale di un gestore unico, l’appalto sarebbe decaduto”. Gara che, com’è noto, pur esperita non ha mai avuto concretizzazione, arenandosi nel braccio di ferro legale che ha visto protagonisti il Comune, Iren e, appunto, la Provincia. “Una forzatura, quella da noi operata – ha continuato il primo cittadino -, esercitata a fronte del fatto che chi sta governando il ciclo dei rifiuti è un soggetto privato al quale la politica e il settore amministrativo, tirandosi indietro, hanno lasciato tutto lo spazio che vuole, sia in ambito raccolta, sia, tramite Recos, per quanto riguarda i servizi di smaltimento. Di qui la nostra azione giudiziaria. Siamo al cospetto di una situazione inaccettabile tant’è che anche il Consiglio di Stato si è posto il problema rimettendo il tutto alla Corte di giustizia europea”. Correlato a tutto ciò il tema del biodigestore, anch’esso trattato stamani in commissione (QUI).

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