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30'st

LO SPEZIA E’ TROPPO PERFORABILE ANCHE PER QUESTO GENOA

Derby duro e tattico, i bianchi trovano il vantaggio alla prima giocata utile ma un appoggio corto di Chabot aziona Pandev, per il pari di Destro. Nella ripresa il Genoa prende le misure e la ribalta con un rigore assegnato al Var.

Import 2020

SPEZIA-GENOA 1-2
Marcatore: 9’pt Nzola; 15’pt Destro; 26’st rig. Criscito

SPEZIA (4-3-3): Provedel; Vignali, Erlic, Chabot (1’st Terzi), Marchizza; Estevez (28’st Bartolomei), M. Ricci (38’st Piccoli), Maggiore (28’st Deiola); Gyasi, Nzola, Farias (15’st Mastinu). A disp. Krapikas, Acampora, Sala, Agoume, Bastoni, Pobega, Ismajli. Allenatore Italiano

GENOA (3-5-2): Perin; Masiello, Radovanovic, Criscito; Ghiglione (17’st Zappacosta), Lerager (17’st Zajc), Badelj, Behrami (28’st Rovella), Czyborra; Destro (38’st Pjaca), Pandev (28’st Scamacca). A disp. Paleari, Zima, Goldaniga, Scamacca, Bani, Melegoni, Pjaca, Shomurodov, Zappacosta, Dumbravanu. Allenatore Ballardini

Arbitro: Davide Massa di Imperia
Assistenti: Rodolfo Di Vuolo di Castellammare e Fabio Schirru di Nichelino
Iv Uomo: Marco Piccinini di Forlì
Var: Aleandro Di Paolo di Avezzano
Avar: Filippo Valeriani di Ravenna
Ammoniti: Chabot, Erlic, Pandev, Ghiglione, Destro, Terzi, Zajc
Recupero: 0′(pt), 5′(st)

PRE-PARTITA
19.53 – Non solo per la storia di un assoggettamento plurisecolare e nemmeno per il romanzo dei precedenti che trovano racconti e soprattutto stadi stipati nelle cronache stampate sugli almanacchi, indipendentemente dalla categoria di appartenenza. Cronache dentro e, soprattutto in tempi lontani, pure fuori… dal rettangolo verde: lo sanno e lo ripetono anche i sassi che fin dagli anni ’20 non si è mai trattato di una partita normale. Se poi ci mettiamo a guardare la classifica attuale la crucialità di questa serata di calcio è compiuta: entrambe hanno un bisogno reale di punti per lo stesso identico obiettivo. Salvare la categoria.

20.15 – Italiano con il suo 4-3-3 e la formazione tutto sommato annunciata: davanti a Provedel, ci saranno Vignali e Marchizza sui lati con Chabot al fianco di Erlic, regia affidata a Matteo Ricci con Estevez e Maggiore mezzeali. In attacco Farias, preferito ad Agudelo, nel tridente completato da Nzola e Gyasi. Il quarto mandato di Davide Ballardini sulla panchina del Genoa inizia contro lo Spezia: sceglie di ripartire dal suo 3-5-2 con tutti interpreti esperti compreso quel Goran Masiello, Behrami, Badely e pure Mattia Destro con Scamacca che si siede in panchina. Nei suoi tre esordi genoani Ballardini non ha mai perso fino ad oggi. Squadre in campo per il riscaldamento. In tribuna anche il presidente rossoblu Enrico Preziosi.

PRIMO TEMPO
Cancellare le imprese del passato per costruire un presente solido. Perché non ci può accontentare dei ricordi pur positivi quando sei a giocarti la prima storica avventura in serie A e perché non è soltanto una questione di punti. Non conta nemmeno come ci siamo arrivati a questo scontro diretto perché il Genoa trova nella novità Ballardini un buon motivo per risorgere: la cronaca racconta di un cartellino giallo sventolato in faccia a Chabot dopo nemmeno 2′ che francamente lascia attoniti. Meno sorpresi invece per il giallo che tocca al compagno di reparto Erlic appena 120” più tardi: sono due ammonizioni che psicologicamente possono pesare tantissimo. Con un Radovanovic nell’insolito ruolo di centrale difensivo, ospiti in campo con il 3-5-2 che si trasforma in un 5-3-2 quando è tempo di fase difensiva: la missione dei rossoblu è chiara così come l’impostazione: non c’è pressing alto ma un muro in mediana. C’è traffico per svolgere il proprio copione e Ricci varia il tema verticalizzando improvvisamente: idea giusta, ma Nzola non ci arriva per poco. Lo 0-0 salta un minuto dopo nella prima azione da Spezia: azione insistita che coinvolge Vignali e Gyasi, bravissimo a chiedere ed ottenere il triangolo col quale si libera di Crescito per servire al centro una palla di platino che Nzola spinge in porta. Un gol che scioglie le briglie alla partita con possesso allo Spezia e Genoa di rimessa.

Lo Spezia getta via il vantaggio appena maturato: Destro fa 1-1.
E’ un vantaggio che dura poco, il tempo di un calcio d’angolo perchè il Genoa approfitta di una corta respinta di Chabot che aziona Pandev, bravo ad entrare in area e servire Destro che piazza la palla con precisione alla destra di Provedel. Il piano di Ballardini sembra funzionare, la linea mediana rossoblu ha buon gioco su Pobega e Maggiore, le due mezzeali aquilotto, troppo fuori dal gioco per poter incidere: è Ricci che prova a coinvolgerli, i loro inserimenti sono troppo importanti per dare imprevedibilità alle soluzioni. Anche perché Radovanovic francobolla Nzola con tutti gli arti a disposizione e solo giocando di prima si può crerare qualcosa: è al termine di una fitta serie di passaggi che Farias calibra un destro dai venticinque metri che Perin para a terra con sicurezza. Dall’1-1 in poi il match si incattivisce, i contrasti diventano più aspri ma l’arbitro Massa non sembra più trovare comodamente i cartellini come in principio: lo Spezia protesta, la gara rimane bruttina, molto fisica e apertissima.

Derby duro e tattico, pesa l’inspiegabile cartellino a Chabot.
Italiano vorrebbe vedere uno Spezia più corale con reparti più compatti e movimento senza palla: Nzola torna spesso a dare una mano, nel mezzo c’è troppo caos e certi movimenti possono agevolare le giocate degli attaccanti esterni. Nelle difficoltà c’è una sola squadra che prova a giocare al calcio: quello che semmai è mancato alla squadra di Italiano è l’apporto della catena di sinistra, quella che per verità avrebbe caratteristiche più offensive: il Genoa lotta su ogni pallone, affidandosi soltanto a giocate individuali. Ma il risultato rimane immutato anche perché le conclusioni languono dopo una prima parte più mossa. Giusto dire che quel giallo a Chabot oltrechè una decisione esagerata ha condizionato i suoi 45′, soprattutto in occasione della preparazione del pari del Genoa nel quale è evidente che il centrale aquilotto eviti di intervenire su Pandev per non incappare in un secondo cartellino che lo avrebbe messo fuori dal campo.

SECONDO TEMPO
Capitan Terzi per Chabot è il cambio dell’intervallo. E lo Spezia non ci mette molto a creare una grossa occasione ancora una volta sull’asse Estevez-Gyasi con palla di ritorno che l’argentino calcia di forza, trovando però ostacoli sulla sua strada: il Genoa si salva in corner, è proprio il caso di dirlo. C’è un accorgimento tattico non indifferente nella squadra di Iatliano: la posizione di Farias che si piazza al centro in zona rifinitura, proprio nella stessa fascia di campo dove Maggiore al 5′ ha spazio per provarci ma Perin para a terra senza troppa fatica. L’ingresso di Terzi dà serenità difensiva anche se un paio di volte il passaggio mette pericolosamente in gioco il Genoa per un paio di ripartenze che i rossoblu non riescono a sviscerare: importantissimo Nzola, non solo per il gol ma perché sa fare reparto da solo, mandando in sofferenza con la sua corsa senza tregua i tre centrali del Genoa. Italiano cambia: dentro Mastinu, fuori Farias con Gyasi che si sposta a destra.

Un rigore al Var uccide lo Spezia: Criscito fa il 2-1.
Cambi anche per Ballardini, mentre la gara attraversa una fase di stanca ancora più evidente: il Genoa sembra più sereno a gestire i momenti della partita, lo Spezia ha perso fluidità. E al 25′ uno scontro sul limite dell’area fra Behrami e Terzi manda Massa al Var per una decisione che a questo punto della partita può essere determinante: il fischietto dopo una lunga consultazione indica il dischetto del rigore, lasciando tanti dubbi: Criscito realizza il gol dell’1-2, una botta di sconforto che sfiora il massimo possibile. Italiano cambia: dentro Bartolomei e Deiola per non sentirsi già sconfitti, perché il tempo ci sarebbe ma è la luce che sembra spenta e il Genoa ci mette esperienza e coralità, ingredienti con cui da tempo i rossoblu riescono in qualche modo a mantenere la categoria. Il ko che si va consumando sarebbe più di una sberla per una squadra che in ogni caso non vince una partita da troppo tempo e che ha un inizio di 2021 pauroso: Verona, Napoli, Roma, come si può pensare di recuperare posizioni?

E’ un ko pesantissimo, sta allo Spezia non trasformarlo in sentenza.
Sono interrogativi forse prematuri ma è chiaro che risultati come quelli di Fiorentina e Torino chiariscono che in serie A ci sono dei valori non casuali: negli ultimi minuti ci prova anche Piccoli, sfortunato su due rimpalli perché appena può il Genoa perde tempo con cadute ad hoc. L’ultima conclusione dello Spezia è il sinistro di Bartolomei che finirà non lontano dallo specchio di Perin ma non è abbastanza mentre Provedel in uscita evita il 3-1 dello sprecone Scamacca. Cinque minuti di recupero, ma si giocherà pochissimo, quasi nulla: per lo Spezia la materializzazione della sconfitta è ineluttabile con un senso di frustrazione che non è soltanto figlio della sconfitta di stasera ma anche di tutte quelle non vittorie precedenti. I pali e le giocate non fanno la classifica, i punti sì.

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