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Il progetto

Medioevo, età sabauda, Novecento: La Spezia è una passeggiata nella storia

Parco delle Mura ottocentesche, recupero del bunker di scalinata Sella, ruderi del monastero delle Clarisse. L'assessore Piaggi: "Un patrimonio unico da rispettare".

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“L’idea complessiva è quella di far comprendere il valore monumentale di un’area di pregio naturalistico e paesaggistico. Ma anche un luogo dove svolgere attività sportive: i sentieri, le scalinate, le creuze stimoleranno gli appassionati di mountain bike, e-bike, trekking, a mano a mano che crescerà l’interesse per quello che è un progetto su larga scala”. Al futuro Parco delle Mura crede ciecamente fin dal principio l’assessore ai lavori pubblici del Comune della Spezia, Luca Piaggi, che traccia una linea da levante a ponente, come se camminassimo sul crinale dell’Alta Via del Golfo e voltassimo lo sguardo verso il mare: in effetti il progetto che mette al centro della valorizzazione di questo percorso le mura del 1880, è un insieme di opere e dettagli da valutare in modo omnicomprensivo e soprattuto da perseguire negli anni, visto che ci sarà tanto da fare per vederlo compiutamente a regime. Ma intanto si parte da ciò che sta avvenendo oggi con una premessa metodologica: “La filosofia di base rispetta la storia cittadina e un patrimonio, quello militare, unico in Italia: il parco delle mura alle spalle della città inizierà dal terrapieno antistante Piazzale Papa Giovanni XXIII dove siamo già all’opera sul sentiero d’ingresso che sale fino alla prima caponiera”. Si tratta del manufatto prospicente la cattedrale, oggi quartier generale dell’associazione Sa Bastia, grande protagonista della prima fase del progetto, quella della pulizia del sito: un’opera per nulla scontata vista la vegetazione pre-esistente e diversi punti che negli anni avevano stratificato vere e proprie mini-discariche.

Riqualificazione di tutti i manufatti storici, riqualificazione della cinta muraria, luci e telecamere sul tragitto perchè proteggere le aree recuperate è un’altra mission importante, da non dimenticare mai, soprattutto quando gli anni passeranno. C’è un continuum fra le diverse progettualità in essere: “Per queste opere useremo 1,5 milioni di euro del Fondo Strategico Regionale cui va aggiunto un finanziamento sempre regionale di altri 700mila euro che saranno utilizzati per il restauro del Parco della Rimembraza, la parte mediana del Parco delle Mura: scalinate, panchine, cestini e naturalmente le mura stesse che passano proprio dentro l’area verde”. Sì, perché quelle mura che scendono indisturbate in picchiata da Porta Castellazzo si fermano in Piazzale Ferro, per poi ritrovarle una volta superata Via Fiume, là dove un tempo sorgeva l’ultima Porta Genova, prima della rivoluzione del piano regolatore novecentesco. “Saranno concluse e raccordate le piste ciclabili senza dimenticare il parcheggio in Via XXI Reggimento e, al termine della riqualificazione del Parco della Rimembranza, l’introduzione del senso unico in Via San Francesco, a partire da Piazzale Ferro”.

Il recupero del militare impegna anche altre opere che lambiscono geograficamente il Parco delle Mura e che potranno rientrare in quello che sarà una sorta di viaggio all’interno della storia, almeno cinquecento anni di storia della città: entro Natale sarà consegnato il progetto esecutivo con bando ai primi del 2021 per il recupero della galleria sottostante scalinata Quintino Sella, in pieno centro storico: “La galleria sarà recuperata e messa in sicurezza – spiega Piaggi -, così facendo rivalutiamo un’area oggi abbandonata e problematica: il tunnel che diede riparo agli spezzini durante la Seconda Guerra Mondiale diventerà una galleria multimediale. Sarà come entrare nella storia e tentare di immaginare le sensazioni dei nostri predecessori. E si potrà sbucare dall’altra parte”. Basta una rampa di scale e si torna alla Spezia medievale e ad un’altra opera di recupero: “Sì, l’area delle Clarisse, l’oggetto più delicato. E’ un progetto da condividere con la Soprintendenza visto che parliamo di una vera e propria storia stratificata: quel luogo è stato convento e poi museo. Rispetto al progetto di fattibilità presentato a suo tempo, abbiamo rivisto alcune cose, a partire dall’accesso: nella parte più prossima alla strada Via XX Settembre sorgerà infatti un’area destinata alla ricerca archeologica, bisognerà ripensare l’ingresso”. Non si parla più dunque di un’infrastruttura in legno e vetro come immaginato nel piano di fattibilità ma di un restauro conservativo meno invasivo “per collegare l’area ai musei secondo diversi step progettuali”. E naturalmente per cercare di valorizzare ciò che sta sotto: quello che era la vecchia chiesa, la lapide romana (di cui parla Ubaldo Formentini), il chiestro, il refettorio, e contestualmente il resto dovrà essere visibitale magari “inserendolo nel percorso turistico previsto in un’ipotetica card che potrebbe includere il circuito museale”.

Nel frattempo si è tornati a parlare di militare anche in altro contesto. Il video di Urbex che tutti gli spezzini hanno potuto vedere su Youtube riapre un tema, quello della musealizzazione del militare, che non tramonta mai. In effetti le gallerie dell’Acquasanta sarebbero l’ideale conclusione di un bellissimo percorso che troverebbe in quel sito inimitabile una chicca che vale ampiamento il prezzo di un ipotetico biglietto: “Potrebbe essere la capsula del tempo con visite guidate su prenotazione, sempre che venga bonificato e che eventualmente la Marina Militare non lo consideri più strategico”. A propsito di zona militari sconosciute, recentemente si è parlato anche della galleria dei Capuccini, a due passi dal Polo Universitario di Via dei Colli: “Una piacevole riscoperta, un’area abbandonata che potrebbe essere la ciliegina sulla torta: il bunker ha dimensioni modeste ma è significativo. Dobbiamo pensare che da lì passavano tutte le telecomunicazioni. Una sistemazione alla struttura lo potrebbe far diventare oggetto di visita da parte degli studenti per sapere cosa c’era in un’epoca precedente a questa”. E dell’acquedotto di Pegazzano, a suo tempo richiesto dal Comune della Spezia, ma mai concesso dalla Marina Militare. A ben guardare anche quell’angolo è all’interno del percorso.
“Sarebbe bella una riqualificazione in continuità con gli edifici storici. E’ una piccola zona che non dovrebbe essere abbandonata e degradata”. Infine il sommergibile, altro tema di cui si parla da quasi un decennio: “E’ una di quelle peculiarità che pul fare una plusvalenza alla città turistica-militare. Penso che tutto questo progetto sia un impegno che coinvolge e coinvolgerà i vari assessori, ognuno con la propria competenza.”

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