LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Manifestazione

"Il Comune vuole vendere un pezzo di Piazza San Pietro"

Associazioni e politica in presidio sotto Palazzo civico: "Le sedute tornino ad essere in presenza, rispettare le norme anti contagio è possibile".

Piazza Spallanzani a Porto Venere

Un flash mob per far sì che il consiglio comunale torni a riunirsi in presenza e per accendere i fari su una serie di pratiche riguardanti beni immobili che insistono sul territorio di Porto Venere. Questo si terrà alle 18.00 di domani, martedì 22 dicembre, sotto Palazzo civico all’ora in cui è previsto l’inizio del consiglio comunale via streaming “che ha all’ordine del giorno l’alienazione di una porzione di Piazza San Pietro e dell’edificio delle ex scuole attualmente utilizzato come ostello e sede del Centro educazione ambientale. La manifestazione si realizzerà ovviamente nel rispetto delle norme anti-covid”, come spiega in una nota l’Associazione Posidonia. Al mob aderiscono Movimento Palmaria sì Masterplan no e Pro Loco Palmaria. “Adducendo come motivazione l’emergenza sanitaria, il nostro sindaco, Matteo Cozzani, che è quasi sempre assente da Porto Venere, da quando, ancora prima delle elezioni, è stato nominato capo dello staff e, successivamente, capo di gabinetto di Toti, nega lo svolgimento dei consigli comunali in presenza – proseguono da Posidonia -. Non c’è nessuna disposizione della prefettura che vieti lo svolgimento in presenza, purché questo avvenga nel rispetto delle norme anti-Covid e chi conosce la sala del consiglio sa che può contenere 14 persone ben distanziate. Lo svolgimento in presenza favorirebbe sia la discussione in aula tra maggioranza e opposizione che la comprensione da parte del pubblico collegato in rete delle pratiche portate alla votazione. Per apprezzare poi il clima di fattiva collaborazione e l’attenzione riservata alle proposte e agli interventi della minoranza è sufficiente andare su YouTube e visionare un consiglio comunale, uno qualsiasi. Gli unici interventi sono dei consiglieri di minoranza mentre i consiglieri di maggioranza fanno atto di presenza, limitandosi ad alzare la mano a comando, mai una discussione, un dibattito, una richiesta di chiarimento, solo obbedienza cieca”.

“All’interno di questo quadro – si legge ancora – stanno per essere definitivamente approvate pratiche che riguardano la vendita di beni storici, beni dei cittadini, e non solo dei cittadini di Porto Venere, ma beni patrimonio dell’umanità, riconosciuti tali dall’Unesco. Già altri beni sono stati negli ultimi anni ceduti, casa Carassale sull’isola Palmaria, la casa del Capitano sul promontorio di Porto Venere, per citare i casi più eclatanti. Ora sta per essere venduta una porzione di Piazza Spallanzani, universalmente nota come Piazza San Pietro, con una motivazione che non ha nulla a che vedere con l’interesse dei cittadini: nella Delibera che ha dato il via a questa operazione è scritto ‘essendo pervenuta una manifestazione di interesse’. Con una Delibera di Giunta e successiva Determinazione è stato affidato incarico di procedere alla stima dell’edificio della ex scuola di Porto Venere, con terreno/terrazza annesso e molto probabilmente questa valutazione è propedeutica alla vendita. L’edificio, dopo la chiusura della scuola elementare, è stato sede del Centro di educazione ambientale del Parco e anche questa vicenda, la chiusura da quasi due anni e ora la possibile vendita, la dice lunga riguardo la non volontà di mantenere in vita il Parco. C’è poi, non ultima, la questione dei beni sull’isola Palmaria, terreni e immobili, beni restituiti dalla Marina Militare alla comunità dietro pagamento dei lavori di manutenzione e ammodernamento ai due stabilimenti balneari e a alcune abitazioni che rimangono nella sua disponibilità. Da sempre è stato detto dall’amministrazione che non c’era altra strada che la vendita per far fronte alle spese da sostenere e ora è iniziato l’iter con il frazionamento catastale, preludio anche questo a alienazioni. Insomma, consiglio comunale svilito, opposizione trattata con sufficienza e arroganza, beni dei cittadini considerati dal Sindaco nella propria totale disponibilità. E’ sufficiente per dire che abbiamo un grave problema democratico?”.

Non mancano voci dalla politica. Il Partito comunista italiano, sezione La Spezia-Porto Venere, in una nota sposa i temi della mobilitazione, parla di “svendita del territorio” e osserva: “Serve una forte inversione di rotta che deve partire prioritariamente dalla consapevolezza del valore, ovviamente non solo economico, da parte dei cittadini, riconoscendo i beni comuni irrinunciabili da conservare e manutere per le prossime generazioni”. E ancora, per Articolo Uno La Spezia “il Comune di Porto Venere vuole svendere altri gioielli pubblici come l’ ex ostello e perfino un pezzo di Piazza Spallanzani . Possibile che la Sovrintendenza non abbia nulla da eccepire? Occorre far sentire la nostra voce contro queste sciagurate scelte di privatizzazione di beni pubblici da parte di un sindaco sempre più assente dal suo ruolo, visto che fa lo scudiero di Toti, ma presente per fare scelte sbagliate come queste. Come Articolo Uno siamo e saremo a fianco dei cittadini in questa giusta protesta”.