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Patrimonio culturale nel mirino

Anfore come container, mentre due statue attendono verifiche

Oltre ai due manufatti di epoca romana da oggi esposti al Museo del Castello, le Fiamme gialle e le Dogane hanno bloccato due statue del XVII o XVIII secolo forse rubate.

Due container dell’antichità. Così sono state definite da Donatella Alessi le anfore che da oggi sono esposte al Museo del Castello dopo essere state sequestrate nei mesi scorsi nell’ambito di una operazione condotta dall’Agenzia delle Dogane e dalla Guardia di finanza della Spezia (leggi qui). Era all’interno di questi contenitori di terracotta, infatti, che viaggiavano allora merci preziose come il vino, l’olio e il garum, la salsa di pesce utilizzata come insaporitore nella cucina dell’antica Roma. Viaggiavano nelle stive incastrate in basso in griglie di legno e poi tra di loro, strato su strato, sfruttando la punta inferiore e l’incavo dell’imboccatura. Proprio come le merci nelle moderne portacontainer.

Il loro rinvenimento all’interno di un contenitore diretto negli Stati uniti è avvenuto grazie ai controlli incrociati di Dogane e Fiamme gialle mirati a scovare traffici illeciti. Droga, merci contraffatte e pericolose rappresentano la maggior parte dei sequestri, ma qualche volta nella rete finiscono proprio beni culturali di provenienza illecita.
Proprio in questi giorni, per esempio, la Guardia di finanza spezzina sta attendendo gli esiti delle verifiche del nucleo Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri per due statue sottoposte a sequestro mentre erano in attesa di trasporto nello scalo spezzino. Si tratta di manufatti risalenti al XVII o XVIII secolo, probabilmente rubati.
Il crimine non dorme mai, ma anche i buoni sono vigili.

“Dobbiamo preservare l’arte e il nostro patrimonio culturale. Chi infrange la legge a questo proposito deve essere giustamente punito – ha detto il sindaco Pierluigi Peracchini durante la conferenza stampa di presentazione delle due anfore -. Al contrario noi vogliamo conservare questi oggetti e la loro storia, che è anche la nostra, e siamo contenti di poter ospitare questi manufatti nel Museo del Castello. Ringrazio Guardia di finanza e Dogane per il loro lavoro, senza di loro chissà che ne sarebbe del nostro patrimonio artistico”.

Il maggiore delle Fiamme gialle Luigi Mennella ha aggiunto: “Quotidianamente mettiamo in campo una attività trasversale per controllare il flusso di merci in un porto importante come quello della Spezia. Non apriamo il primo container che passa ma lo individuiamo dopo una congiunta analisi dei traffici. E i risultati di questo lavoro sono sotto gli occhi di tutti”.
Il direttore dell’Ufficio delle Dogane, Giovanni Cassone, ha posto l’accento sulla tempestività dei controlli: “Le due statue erano in fase di export, se non avessimo svolto i controlli in tempo reale sarebbero probabilmente partite per gli Stati uniti. E successivamente sarebbe stato complesso riportarle in Italia, nel caso in cui i nostri colleghi americani le avessero bloccate”.

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