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I dati del siope

Parco Cinque Terre, nel 2020 incassi sotto i 7 milioni

Nel 2019 erano stati quasi 30. Contrazione notevole anche per Montemarcello Magra. E Legambiente Lerici avverte: "Attenzione alla proposta di legge per la chiusura, è una mina vagante".

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“Come circolo di Legambiente così come altre associazioni sia nazionali sia locali, manteniamo una costante attenzione su quanto succede in tema di parchi e aree naturali protette. Attenzione e, molto spesso apprensione, dovuta a dinamiche e ad interessi che ne aggrediscono la missione e ne compromettono l’esistenza. È del maggio scorso la sentenza 134/2020 della Corte Costituzionale che delegittima buona parte della legge della Regione Liguria, la nr 3/2019, una legge sulle aree protette inadeguata alla tutela degli interessi ambientali. Ma quale è il valore economico delle aree protette?”. Si apre così la nota diffusa oggi dal circolo Legambiente di Lerici. E alla domanda finale – come indica lo stesso sodalizio – si può almeno in parte rispondere ricorrendo al portale Siope, dedicato agli enti pubblici. Dove ad esempio si può vedere come prevedibilmente gli incassi (entrate correnti, entrate in conto capitale, partire di giro, incassi da regolarizzare) del Parco nazionale delle Cinque Terre siano crollati in questo sciagurato 2020: ad oggi gli incassi sono pari a circa 6.6 milioni di euro. Nel 2019 gli incassi totali erano stati di quasi 29.3 milioni di euro, il dato più alto tra quelli disponibili sul portale, che partono dal 2012, anno in cui Via Discovolo incassò grossomodo 9.3 milioni. Poi è stata un’arrampicata fino al risultato del 2019. Di appena 74mila euro gli incasso del Parco regionale di Montemarcello, Magra e Vara nel 2020, davvero nulla rispetto agli oltre 970mila euro incassati nel 2019 (quasi 400mila euro in più rispetto al 2018). C’è da dire che per l’ente di Via Paci, fin qui, nel 2020 ci sono stati anche quasi 720mila euro di pagamenti, tra uscite in conto capitale, spese correnti, partite di giro ecc. Mentre il Parco nazionale delle Cinque Terre, nel 2020, pur avendo fatto fronte a una contrazione notevole degli incassi, come raccontato, ha dovuto fronteggiare anche pagamenti sensibilmente inferiori (5 milioni e mezzo circa) rispetto al passato.

“Sia Portofino sia Montemarcello – continuano dal circolo Legambiente di Lerici con il presidente Giovanni Cortelezzi – scontano lo svantaggio di essere parchi regionalie, con tutti i distinguo del caso, qualche domanda ce la dobbiamo porre, in particolare su Portofino, dove l’attuale giunta regionale ha sprecato l’occasione e l’opportunità di promuovere a nazionale l’Ente Parco. Sul Parco di Montemarcello, Magra e Vara si sta allargando il fronte di sostegno alla proposta di Parco Nazionale interregionale, alla possibilità di integrare l’attuale Parco campagna della Piana di Marinella e a consentire l’ingresso nel Parco dei comuni che ne stanno facendo richiesta. Si vuole fare del Parco un sistema in grado di conservare e tutelare il patrimonio naturalistico e ecologico e al contempo essere un motore e un volano sociale ed economico capace di produrre cultura, competenze e ricchezza. Oltre alle attività tracciabili contabilmente, il Parco ha un valore immenso per il fatto stesso di esistere, il così detto valore di non-uso, in quanto garantisce la sopravvivenza di specie e di habitat e fa da cura, mitigazione e contrasto agli effetti sul capitale ambientale, naturale, sociale ed economico dovuti e accelerati dai cambiamenti climatici. Il Parco è un bene pubblico la cui gestione ne deve valorizzare e tutelare gli aspetti caratteristici a vantaggio di tutti”.

“In Commissione Ambiente e Territorio della Regione Liguria – conclude Cortelezzi -, giace una proposta di legge che aggredisce l’esistenza e la natura stessa dell’Ente Parco Montemarcello Magra Vara. Proposta che, se fino ad ora è rimasta inascoltata, costituisce comunque una mina vagante e fa da spalla e sostegno a proposte di smembramento e privatizzazione del territorio del nostro Parco. Insomma si vuole cedere la gallina e anche il pollaio, non si capisce se per incapacità o interesse, si persegue una gestione riduttiva del Parco, perdendo enormi e immaginabili opportunità economiche, invece di percorrere una strategia che tuteli il patrimonio pubblico e la sua funzione ecologica, che ne aumenti il valore a vantaggio di tutti i cittadini e di tutti quanti traggono benefici dai servizi ecosistemici e quindi economici (aria e acqua pulita, suolo fertile, biodiversità, gradevolezza, bellezza, salubrità ecc.) che un’area naturale protetta e tutelata riesce generosamente a fornire. Personalmente penso che ogni cittadino abbia il diritto e nel contempo il dovere di essere partecipe e protagonista della politica ed esercitare quella valenza di sovranità che la nostra costituzione ci consente e garantisce, specialmente in momenti come questo dove si decide del proprio futuro e della qualità del proprio esistere”.