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Un salto indietro al 2008

"E allora vi racconto come arrivò Gabriele Volpi allo Spezia"

di Massimo Federici - prima parte

Import 2020

“Lo Spezia in A. Sembra impossibile. Un sogno e un orgoglio anche per chi come me, si sa, del calcio non è appassionato, …ma come non emozionarsi!? E poi è una così bella e concreta opportunità fatta di economia e lavoro per la città!
Poiché tutto quanto è stato possibile in larga misura grazie alle notevoli capacità di investimento e alle ferme intenzioni di Gabriele Volpi vale la pena, (come ha fatto anche se succintamente Paolo Asti) tornare a quei passaggi che nell’annus horribilis 2008 portarono all’arrivo di Volpi. Sono passati 12 anni e si può guardare a quei momenti con il distacco del caso, quello che aiuta a dare maggior oggettività a tutte le ricostruzioni. Provo a farlo, nella speranza che la memoria mi aiuti, anche con l’apporto di qualche inedito dettaglio che, come spesso accade, aiuta a capire le dinamiche e il clima di una vicenda ancor più delle versioni ufficiali. Mi spiace però per una cosa: non sarò breve alla moda del post, e dunque cari amici FB che avrete la pazienza e il tempo (..ma siamo in agosto, su!) mi vedo costretto a propinare almeno due puntate ai soliti miei 25 affezionati lettori! Questa è la prima, mentre alla prossima provvederò domani in serata”. Lo ha scritto sul suo profilo Facebook l’ex sindaco della Spezia Massimo Federici, in carica dal 2007 al 2017.

“Allora, dicevo 2008 annus horribilis. Orribile – prosegue l’ex primo cittadino – perché inizia la grande e lunga crisi internazionale e perché la città è segnata da vicende sfibranti e complicate che la mia amministrazione, ancorché di recente insediamento, si trova ad affrontare: esplode la questione Acam, implode la San Giorgio e poi, appunto, il fallimento dello Spezia. A ben vedere tutte queste questioni hanno potuto vedere, con diversi percorsi e prezzi, le loro soluzioni. Certo il peso e la fatica di quelle prese in carico furono davvero straordinarie e senza precedenti, ma possiamo dire che ce l’abbiamo fatta portando a Spezia Asg dove c’era la San Giorgio, Iren dove, ahimè, c’era Acam, e infine Volpi allo Spezia.

Veniamo al dunque. Il dunque è che lo Spezia appariva a metà 2008 senza speranza alcuna. A gennaio Ruggeri aveva messo nelle mani della sua commercialista Cristina Cappelluti la società in “sprofondo rosso” e si erano immediatamente aperte le danze con i più vari e discutibili pretendenti, dai Tonellotto ai Di Mascio. Con Di Mascio rifiutai perfino un semplice incontro (o meglio come si disse allora.. “suvvia almeno un caffè”) attraverso il quale tentava di legittimarsi. In questo modo il suo tentativo di entrare a Spezia dopo le disavventure nella Casertana viene bruscamente “stoppato”. L’obbiettivo primario per me era che la città e i tifosi non dovessero uscire umiliati da quell’ennesimo fallimento dello Spezia calcio. Piuttosto una totale ma onorevole disfatta!
In quei frangenti mi è così capitato di poter intravvedere quello strano mondo di profittatori, di improvvisatori, di impostori a vario titolo che talvolta ruotano intorno al mondo del calcio con intenti non proprio positivi. Insomma, della serie “non aprite quella porta!”. Ricevevo proposte così spudoratamente oscene probabilmente avanzate nella convinzione che il politico di turno, alle strette per la pressione dei tifosi, sarebbe stato particolarmente cedevole… E allora chi veniva a proporre di poter realizzare discariche (un imprenditore, non locale, dei trasporti), chi millantava progetti di investimento nel cinema (sic!), chi più semplicemente provava ad agganciare il fallimento della propria azienda a quello dello Spezia nella speranza di entrare in un giro più favorevole ai propri interessi.
Ma di contraltare in quelle settimane tese e concitate in cui la città si lanciò nell’avventura generosa e folle dello Spezia Siamo Noi, in tanti si misero a disposizione e fecero davvero il possibile. E in tanti andrebbero ringraziati e ancora ringraziati. Ne cito alcuni, sono coloro che ebbi modo di frequentare di più in quei frangenti e vidi che ci misero l’anima. So bene di escludere tantissimi altri ma come non ricordare Alberto Pandullo con i nostri “viaggi della speranza” a Milano, o lo scatenato Stefano Senese, e poi ancora Enrico Angelini flemmatico, ma sempre…sulla palla. Come non ringraziare i due ai quali chiesi di assumere il ruolo di presidente e che accettarono in un contesto da mission impossible (rischiando anche personalmente) come Roberto Quber e Attilio Garbini.
Insomma tutti erano..un tutt’uno. I semplici sottoscrittori da 100 euro, fino agli imprenditori spezzini che sottoposi a uno stressante (e imbarazzante, visto il mio ruolo) pressing per alzare la loro partecipazione economica ai tentativi di salvezza.
In molti avevamo sperato in Moratti, presente nella compagine azionaria. Ci furono diversi tentativi di moral suasion. Ricordo una lunga telefonata in cui si diceva ammirato per quanto stava succedendo in città, poi commosso mi disse di aver letto della anziana pensionata al minimo che aveva sottoscritto dieci euro per lo Spezia Siamo Noi. Ma al di là della sua partecipazione emotiva, il buon Moratti oltre non andò…e a noi tutti interessava ben altro tipo di partecipazione!
Insomma le cose sembravano mettersi al peggio. Avevamo costituito in Consiglio Comunale un comitato trasversale presieduto da me e composto da Lombardi Gatti Asti Guerri che soprattutto inizialmente lavorò intensamente. A luglio facciamo nascere l’Associazione sportiva dilettantistica Spezia Calcio 2008 mentre la vecchia compagine societaria si sottopone alle procedure di liquidazione. Mi ritrovo così presidente dello Spezia Calcio. Si, lo so, è successo anche in altre città ad altri sindaci in frangenti simili. Ma permettetemi di sottolineare il paradosso di me, che non ero e non sono un appassionato di calcio, che avevo visto giusto Italia Germania 4 a 3, qualche altra finale dei mondiali, e qualche incontro per “dovere” istituzionale al Picco (e non a caso infatti gli ultras mi guardavano con un certo… sospetto! anche se in realtà, a modo mio, ero davvero con loro), e ora presidente dello Spezia! Intanto erano stati avviati i contatti con la Federazione Gioco Calcio. Sentii il presidente Giancarlo Abete, persona di una straordinaria gentilezza, serietà e sensibilità, che mi assicurò il suo personale impegno per evitare l’onta di una ripartenza da zero e per proporre una ammissione al Campionato di Serie D. Cosa che in effetti avverrà”.

(fine prima parte)

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