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Forte Bastia, un progetto e una storia da riscrivere

Da Filse c'è l'approvazione, per lo studio di fattibilità si attende la Soprintendenza. Il sindaco Bertone: "Noi ci crediamo, dobbiamo strappare quell'area al degrado".

Forte Bastia

La riqualificazione del forte Bastia. Un progetto ambizioso sul quale Vezzano Ligure e la sua amministrazione puntano molto, ma senza l’autorizzazione da parte della “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona” il progetto rischia di finire in un cassetto nonostante il progetto sia finanziato dai fondi Filse.
Come si stia evolvendo la situazione lo spiega il sindaco di Vezzano Ligure Massimo Bertoni: “Abbiamo ottenuto il finanziamento Filse della Regione Liguria (2milioni di euro, ndr) per il recupero dell’area demaniale di Forte Bastia. E’ un’area molto grande che potrebbe diventare un fiore all’occhiello in un’ottica di recupero. Purtroppo nei primi incontro con la Soprintendenza abbiamo avuto indicazioni negative e da qui siamo ripartiti. Abbiamo ottenuto però da Filse un’ulteriore concessione di tempo fino al 15 giugno del 2020”.
“Per quella data – ha proseguito il primo cittadino – riproporremo il progetto. Gli incontri sono stati molteplici anche perché serve un intervento forte nell’area affinché un sito di questa bellezza e importanza non vada alla malora. Purtroppo negli anni le piante sono cresciuti su muri e struttura, abbiamo anche dovuto affrontare scarichi abusivi di edilizia. Siamo intervenuti impedendo l’accesso ma l’uomo è capace di infilarsi ovunque. Abbiamo lavorato con il Demanio, che è il vero proprietario dell’area, e ci ha dato una certa disponibilità”.
“Questo investimento aveva trovato anche la disponibilità dei privati – ha aggiunto – che avevano e hanno ancora intenzione di portare avanti azioni importanti che potrebbero alimentare posti di lavoro, attività commerciali importanti. Tutto questo in un’ottica di risposta al territorio, perché quella zona è abbandonata. Abbiamo cercato di far comprendere alla Soprintendenza anche la vicinanza alla città forti del fatto che la Spezia ha cambiato i suoi numeri in fatto di presenza turistica”.
“Siamo davanti a un bivio – ha spiegato il sindaco -. Se il progetto non venisse accolto dovremmo restituire il finanziamento e dall’altra non diamo la risposta che vorremmo dare. Il forte, nella nostra idea originale, sarebbe stato dedicato al turismo e quella interna sarebbe stata incentrata al recupero di aree da destinare a presidi culturali che ne ricordassero la storia. Oggi dobbiamo rimodulare tutto e i tempi sono molto stretti. Vorremmo riuscire a fare il bando di assegnazione che risponda sia per il pubblico che il privato”.
“La settimana prossima – prosegue il primo cittadino – avremo un incontro con i progettisti originali ai quali abbiamo chiesto un nuovo progetto che verrà riproposto. Andremo comunque a bando in qualsiasi caso, è una necessità. Dobbiamo garantire l’economicità di quanto fatto sino ad ora: oltre ad aver speso fondi regionali e comunali. Recuperare un’area di questa portata sarebbe stato un fiore all’occhiello per il territorio e ridare lustro a una collina che in passato aveva avuto una localizzazione precisa dal punto di vista strategico”.
“Pur di recuperarlo – ha detto il sindaco – siamo disponibili a rinunciare alla sala convegni, al museo oppure la biblioteca storica. Vederlo abbandonato è una ferita che fa malissimo. In questi anni abbiamo visto di tutto fino all’asportazione di pietre della struttura portante. Come amministrazione vogliamo interessarci a quel luogo. Chiediamo solo che ci venga data la possibilità di farlo e nella giusta maniera. Non vogliamo deturparla, vogliamo farlo rivivere. Siamo ancora fiduciosi e speriamo che questa opportunità possa essere colta, se il contributo della Soprintendenza sarà migliorativo i progettisti dovranno accoglierlo. Se non dovesse andare in porto rimarrà nel cassetto un progetto bellissimo che potrà essere realizzato”.

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