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L'utente del territorio

Ricostruire il verde urbano

Nei giorni scorsi l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha diffuso i dati sul consumo di suolo riferiti all’anno 2018.
Un rapporto dettagliato che ha rivelato alcune nuove informazioni.

Quasi la metà della perdita di suolo nazionale si concentra nelle aree urbane, accentuando così la differenza di temperatura estiva rispetto a quelle rurali, le cosiddette “isole di calore”.

Non c’è alcun legame tra l’andamento demografico e il consumo di suolo: i due dati sono in evidente controtendenza.

La distruzione di terreno cresce anche nelle aree protette, nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica, in quelle a pericolosità sismica, nonché nelle zone a pericolosità idraulica e da frana.

L’Italia ha perduto superfici che erano in grado di produrre notevoli quantità di prodotti agricoli e legnosi, oltre che assicurare lo stoccaggio di carbonio e l’infiltrazione di acqua piovana.

Che fare?

L’obiettivo è compensare il consumo di suolo con l’aumento di superfici naturali attraverso interventi di demolizione, deimpermeabilizzazione e rinaturalizzazione.
Stiamo parlando di interventi edilizi di rilevante interesse pure per l’economia nazionale.
Insomma, non astratta teoria, ma lavoro reale.

In tanti hanno consapevolezza del fenomeno in atto.
Eppure pare un processo inarrestabile, soltanto in modesta parte giustificabile.
A vantaggio forse di pochi, molto probabilmente a danno di tutti.