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Economia

Il turismo scivola in basso su un maggio piovoso

Tonfo di tutta la Liguria a causa di pioggia e freddo, si spera nel recupero con il caldo di giugno. Ma i numeri sono negativi anche nel computo totale dall'inizio del 2019. A Levanto la situazione più preoccupante.

Escursionisti urbani

Un mese di freddo e pioggia che ha improvvisamente lasciato il passo al caldo torrido. Questa la descrizione del passaggio di testimone tra maggio e giugno, per una sequenza climatica che non poteva che avere forti ripercussioni sul comparto turistico, molto legato alle condizioni meteo.
Con la speranza diffusa che il caldo di giugno abbia in parte cancellato il tonfo di maggio gli operatori continuano ad affrontare una stagione in cui strisciano un po’ ovunque malcontento e timori e le sensazioni dei mesi scorsi sembrano trovare conferma nei numeri resi noti nelle scorse ore dall’Osservatorio turistico regionale.

Liguria e provincia spezzina calano a braccetto
A livello regionale tra gennaio e maggio si nota un calo rispetto ai primi cinque mesi dello scorso anno che negli arrivi rappresenta una percentuale del 3,66 per cento, mentre in fatto di presenze si scende ancora, del 5,56 per cento.
Valori simili per la provincia spezzina nel suo complesso: il numero delle persone che hanno soggiornato almeno una notte in strutture alberghiere o extralberghiere è stato di 275.277 (erano stati 284.146 nel 2018), pari a una perdita del 3,12 per cento, mentre le notti dormite sono state 642.092 (rispetto a 682.997), corrispondenti a una riduzione pari al 5,99 per cento.
Cali sostanziosi direttamente collegati alla piovosità e alle temperature di maggio, quando nello Spezzino gli arrivi sono scesi del 13,49 per cento e le presenze del 17,81, mentre in Liguria la contrazione è stata rispettivamente del 12,65 e del 15,45 per cento.
E’ andata peggio per la provincia di Genova con cali mensili del 12,77 e 14,24 per cento e totali del 6,95 e 7,28 per cento, mentre l’Imperiese si è mostrato l’unico territorio in grado di tenere: a maggio gli arrivi sono scesi del 7,30 e le notti dormite del 7,78, ma il computo dei primi cinque mesi parla di una crescita degli arrivi pari al 2,32 per cento e di un contenutissimo calo delle presenze (-0,13 per cento).
Al contrario la provincia di Savona ha contribuito al disastro di maggio con crolli del 15,49 e del 19,56 per cento e un totale 2019 di arrivi in discesa del 3,63, mentre le presenze sono calate del 7,32 per cento.

Levanto a picco, Lerici sull’altalena e La Spezia ancora in crescita
I dati relativi ai comuni rappresentativi tracciando un quadro del tutto particolare nel territorio spezzino.
La palma della crescita turistica va ancora una volta al comune della Spezia che a maggio ha perso solamente l’1,36 per cento degli arrivi e il 5,97 per cento delle presenze. Grazie alle ottime performance registrate anche ad aprile il totale degli arrivi cresce addirittura del 10,61 per cento, mentre le notti dormite aumentano nei primi cinque mesi dell’anno del 3,48 per cento.
All’opposto si nota Levanto che perde il 12,20 per cento degli arrivi totali e il 20,62 per cento a maggio. In fatto di presenze le cose vanno anche peggio con un maggio da meno 27,47 per cento e un inizio d’anno in cui le notti dormite nelle strutture del territorio comunale sono calate del 16,62.
Il mese di maggio è stato ancora più severo per Lerici, che ha visto gli arrivi calare del 23,36 e le presenze scendere del 27,94, ma grazie ai flussi dei primi tre mesi la riduzione nell’arco dei primi cinque mesi dell’anno è “solo” del 6,30 per cento in fatto di arrivi e del 6,90 sulle presenze.
Percentuali simili in quel di Monterosso dove in totale gli arrivi sono scesi del 6,65 per cento, così come le presenze. Contrazione dovuta al pessimo andamento di maggio (-10,68 e -8,63 per cento), ma anche ai mesi precedenti, in particolare marzo e aprile.

Numeri impietosi quasi ovunque, da leggere e interpretare a mente fredda, ma che non possono non essere uno stimolo a proseguire al meglio il percorso sulla gestione di un fenomeno capitato tra capo e collo in maniera per certi versi fortuita (vedi la crisi dei mercati del Nord Europa), per altri inaspettata (che si arrivasse a sconsigliare le Cinque Terre non era stato preventivato da molti) e in parte cercata (come nel caso dello sviluppo del traffico crocieristico e della promozione per il turismo out door). Destagionalizzazione, cabina di regia, gestione dei flussi e strutturazione del comparto sembrano, ancora, parole vuote.

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