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Politica

Don Sturzo e i cent’anni dal suo ‘Appello ai liberi e forti’

Intervento di Paolo Bufano.

Paolo Bufano

Domani 18 gennaio 2019 ricorre il centenario della pubblicazione dell’ “Appello ai Liberi e Forti” ispirato da Luigi Sturzo e considerato – con piena ragione – il Manifesto politico del Popolarismo Italiano (18 gennaio 1919).
Quel documento enunciava principi di eguaglianza formale solo in parte connessi all’epoca in cui fu varato: la difesa delle libertà religiose, il voto alle donne, la libertà di insegnamento; ma insieme esso conteneva affermazioni di natura sostanziale, decisamente orientate dalla dottrina sociale della Chiesa: il favore per la Comunità delle Nazioni, vista come laboratorio di solidarietà fra gli stati e fra i popoli; il decentramento amministrativo come leva per la valorizzazione delle autonomie comunali; il disarmo universale; la libertà dei mari; il ruolo dei sindacati e della cooperazione organizzata; l’attenzione alla dimensione dei corpi intermedi; le riforme dei settori della previdenza e dell’assistenza sociale.
Da allora i Cattolici desiderosi di cimentarsi nella politica (“la forma più alta della carità” secondo Paolo VI) non dovettero più farlo ‘clandestinamente’ e alla spicciolata, ‘travestiti’ da liberali, attraverso lo spiraglio aperto dal Patto Gentiloni, ma lo fecero in forma organizzata, quella di una grande forza popolare e democratica, democratica nelle sue dinamiche interne e democratica per la scelta del versante politico in cui trovare alloggio, inesorabilmente lontana ed incompatibile con ogni diverso soggetto politico fascista ma anche soltanto sovranista, nazionalistico e contrario all’afflato di solidarieta’ e tolleranza fra i popoli che è portato irrinunciabile del messaggio cristiano.
L’Appello ai Liberi e Forti di Sturzo è diventato da allora il Manifesto politico di chi ispira il proprio agire in politica alla Dottrina Sociale della Chiesa, e che da questa ultima trae quotidiano alimento ideale.
È stato così nel primo dopoguerra, fronteggiando l’intolleranza dello squadrismo dilagante; è stato così per gli eredi dei Popolari, i Democristiani di De Gasperi, che hanno animato con altri il Comitato di Liberazione Nazionale e contribuito – con le brigate bianche – a cacciare gli invasori e i loro fantocci locali in camicia nera; è stato così per la Democrazia Cristiana nel secondo dopoguerra, ferma nel contrapporsi ai propugnatori di un modello comunista ancora sovietizzante ma senza per questo mai indulgere a legami con la destra nostalgica.
E l’Appello ai Liberi e Forti fu ancora – alla metà degli anni 90′ – la bandiera intorno alla quale si raccolsero i veri Cattolici Democratici per far fronte alla minoranza di coloro che – al loro interno – ebbero la pretesa di asservire quella bandiera al disegno di Berlusconi che si reggeva sull’inedito asse fra il suo partito di plastica, i nostalgici di Almirante e gli (allora) secessionisti della Lega Nord.
Il Popolarismo sturziano. Il Popolarismo italiano.
Un ideale originale e coerente, che ha poco a che vedere anche con il pur dignitoso Popolarismo europeo (di impronta liberale, più o meno moderato o più o meno conservatore) e proprio nulla a che vedere con le compagini europee dalle recenti fortune, populiste, sovraniste, nazionaliste, intolleranti, xenofobe; forze che Sturzo, De Gasperi e Moro non avrebbero toccato neppure con una lunga, lunghissima canna ( e alle quali viceversa taluni sedicenti Popolari non esitano oggi a reggere lo strascico nelle amministrazioni locali).
L’anniversario di domani va dunque ricordato con commozione e consapevolezza storica, ma soprattutto continuando a fare coerentemente propri i suoi valori e rifuggendo dalle pratiche incompatibili con il messaggio dell’Appello sturziano; e i veri Popolari si impegnano a celebrare tale ricorrenza, con la dovuta serieta’, la dovuta coerenza ed il dovuto rigore storico, quanto prima, chiamando a raccolta tutti quanti si richiamano a quella tradizione e si riconoscono in quel valori, ma anche tutti coloro che hanno interesse ad approfondire la conoscenza di quella decisiva pagina della storia del pensiero politico italiano.

Paolo Bufano
esponente Pd
primo segretario sarzanese del nuovo Partito Popolare

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