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Il 2019 e' vicino

Bettoline e chiatte, con il gnl nuovo traffico nel golfo

Arriva il metano liquido per le navi, dal rigassificatore al porto una nuova rotta per le bettoline. Tra le ipotesi, anche quella di chiatte che trasportino camion pieni di metano criogenico via mare per evitare la Napoleonica.

Rigassificatore di Panigaglia

Come impatterà l’arrivo del gnl nel trasporto marittimo sul traffico all’interno del golfo della Spezia? Una domanda da porsi sin da ora, visto che i tempi in cui le prime unità alimentate a gas liquefatto inizieranno a frequentare il porto spezzino non sono poi così distanti. Da un lato ci sono infatti le minori emissioni inquinanti di questo tipo di combustibile, che promette di azzerare il particolato e gli ossidi di zolfo, di abbattere drasticamente gli ossidi di azoto e di limitare di circa un terzo la produzione di CO2 rispetto alle nafte tradizionali. Dall’altra però le necessità di rifornimento genererà una nuova rotta dal sito di Panigaglia al porto, ovvero dal punto dove il gnl verrà trasferito sulle bettoline destinate poi a fare il pieno alle grandi navi a metano.

Tre direttrici. L’approdo delle grandi navi gasiere all’impianto di rigassificazione di Panigaglia si è fatto meno frequente in questi ultimi anni. Rispetto ai primi anni del millennio, quando lavorava in pratica a tempo pieno o quasi, la crisi energetica e la forte richiesta di gas in Estremo Oriente hanno diradato se non addirittura fermato del tutto le operazioni nel sito fezzanese. In tutto il 2015 per esempio il gas rigassificato era stato pari a 330mila metri cubi contro una capacità potenziale di 17mila metri cubi giornalieri. In pratica meno di un mese di lavoro. Con l’arrivo delle navi a gl il traffico in entrata delle gasiere, ognuna lunga più di 200 metri, tornerà dunque ad aumentare.
Tutta una nuova direttrice di traffico sarà invece generata dalle bettoline che dal sito di Panigaglia faranno la spola, inizialmente, con il porto crociere. Si tratta in questo caso di navi di dimensioni più ridotte. Quelle in utilizzo in alcuni porti del Nord Europa, le prime entrate in servizio, sono unità lunghe fino a cento metri e con una portata di oltre 5mila metri cubi di gas liquefatto. Prendendo ad esempio il porto di Ravenna, si stima la spola sarà fatta da lng carrier con capacità tra mille e 4mila metri cubi.
Terza rotta, forse la più singolare, potrebbe riguardare invece una serie di chiatte capaci di trasportare camion pieni di gnl da Panigaglia fino allo sbarco in un’area all’interno del perimetro portuale. Lo studio di fattibilità sviluppato da D’Appollonia nel 2016 ha infatti previsto anche l’utilizzo di questo tipo di mezzo per evitare di impegnare la Napoleonica con decine di cisterne al giorno: qualcosa che darebbe il colpo di grazia al già precario equilibrio della strada per Porto Venere. In alternativa, un secondo sito di stoccaggio a cui andrebbero ad attingere i camion, da alimentare sempre con bettoline, potrebbe essere creato in un’altra parte del porto.

La Costa Smeralda. In teoria una sola bettolina potrebbe bastare a fare il pieno alla Costa Smeralda. La futura ammiraglia di Costa Crociere dovrebbe iniziare a frequentare la Spezia verso la fine del 2019. La prima nave a metano criogenico avrà un serbatoio di 3.600 metri cubi (ma il motore è dual fuel, può utilizzare anche il carburante tradizionale) per una stazza lorda di oltre 180mila tonnellate. Sarà subito già un test piuttosto probante per tutto il futuro sistema di distribuzione del metano liquido all’interno del golfo.
Le navi da crociera faranno da apripista e lo sviluppo della nuova tecnologia andrà di pari passo con quella del nuovo terminal su Calata Paita. Sulla stessa scia praticamente tutti gli armatori, da Carnival (P&O e Aida) a Disney, da MSC a Royal Caribbean. La crescita sarà dunque esponenziale. A seguire, sulla stessa strada si muovono anche le navi container e di conseguenza anche rimorchiatori, traghetti, pescherecci e ovviamente navi militari.

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